Mentre si sta pensando ad un apertura serale – sempre una volta al mese – almeno per i 30 musei più importanti. Anche se sempre di più ci sarà da fare i conti con la crisi e con i visitatori in calo per la prima volta dal 2009, -10,44% nei primi nove mesi del 2012. Arrivata l’estate scorsa alla guida della direzione valorizzazione patrimonio del Mibac in sostituzione di Mario Resca, Anna Maria Buzzi annuncia la sua rivoluzione, con una serie di proposte che sottoporrà al ministro supportate da un sondaggio lanciato online sul sito del ministero dei Beni culturali tra il 21 novembre ed il 14 dicembre del 2012. “Certo per le aperture serali servono risorse – spiega – ma contiamo sull’aiuto delle associazioni di volontariato, dal Touring club all’Archeo club, ai carabinieri”. E non solo: “Col tempo – anticipa il dg valorizzazione – penso anche ad una revisione della politica dei prezzi. Con la possibilità di reintrodurre il pagamento del biglietto per gli over 65, magari ridotto come succede in tutti gli altri paesi europei, allungando invece ai 29 anni di età la riduzione dei giovani, che sono a tutti gli effetti la fascia più debole”.
Una rivoluzione che in un futuro prossimo dovrebbe toccare anche gli orari di apertura dei musei, tanto più che crisi economica e tagli hanno ridotto anche il personale. Tra le ipotesi c’é quella di spostare in avanti l’orario di apertura mattutina, trovando magari la possibilità, in alcuni casi, di posticipare la chiusura. “Ma è una questione delicata che andrà affrontata a suo tempo”, chiarisce. Online per 15 giorni, tra il 21 novembre e il 14 dicembre 2012, il sondaggio online (‘Il Museo che vorreì) va comunque esattamente in questa direzione. Oltre 7mila le risposte arrivate da un campione particolare, dove la parte del leone la fanno ancora una volta le donne (60,07%) nonché i giovani tra i 18 ed i 30 anni (37,65%) in gran parte laureati (52,29%). Il messaggio è netto, con una maggioranza schiacciante (75,96%) convinta che sia giusto pagare un biglietto di ingresso per i luoghi di cultura statali, e anche che il prezzo attuale non sia adeguato (56,92%). Indicazioni preziose anche per gli orari con il 73,07% che spiega di preferire la fascia pomeridiana (16-19) e addirittura l’85% che applaude alla possibilità di aperture serali o notturne a pagamento. Intanto per la prima volta dal 2009 diminuiscono i visitatori, che passano dai 32.252.959 di settembre 2011 ai 28.886.630 di settembre 2012. Tengono però gli incassi, che anzi crescono leggermente, passando dagli 85 milioni 704 mila del settembre 2011 agli 85 milioni 723 mila del settembre 2012. A scendere è in particolare il numero dei visitatori non paganti, passati dai 19,4 milioni del settembre 2011 ai 16,4 del 2012. “La crisi c’é – commenta Buzzi – ma a pagare sono state soprattutto le realtà minori, spesso ad ingresso gratuito. Per noi è anche il segnale che la gente punta all’eccellenza e vuole un museo migliore e più efficiente anche se c’é da pagare il biglietto”.