Michael Cimino

Creato il 06 giugno 2011 da Pim

Presidente di giuria al Festival Cinemambiente di Torino, terminato domenica, Michael Cimino è un regista dal percorso spezzettato. Come per l’altro grande atipico Terrence Malick, si fa in fretta a scorrerne la filmografia. Sette film in trentasette anni.

Una calibro 20 per lo specialista è il sorprendente film d’esordio (1974): un gangster/road movie che rilegge gli anni ’60 con humour e amarezza. Il cacciatore (1978) ne consacra il talento: una grande saga morale su una generazione segnata irrimediabilmente dal Vietnam, requiem grandioso per un periodo storico appena concluso in modo drammatico. I cancelli del cielo (1980), il flop commerciale tra più tremendi di sempre, contribuì al tracollo dell’United Artists e a inceppare la carriera di Cimino. Un’opera incompiuta e squilibrata, certo, ma la celebrazione antieroica del mito della frontiera l’ha reso infine un cult. L’anno del dragone (1985), un crime movie multietnico assai stilizzato; apparentemente segue il cliché del genere, in realtà lo mette sottosopra. Il Siciliano (1987), la vicenda di Salvatore Giuliano raccontata secondo i canoni del melodramma, senza troppe implicazioni sociologiche (da confrontare col film di Francesco Rosi). Ore disperate, remake di un film di Wyler girato nel 1990 su commissione (De Laurentiis) e interpretato da un altro reduce dei ’60 (Dennis Hopper). Infine Verso il sole (1996): scambiato per un prodotto new-age, rappresenta piuttosto un inedito percorso di riconciliazione con la sacralità del mondo e dell’Io.

Nel corpo del nativo americano Blue, galeotto fuggiasco, insieme agli spiriti Navajos e degli schiavi africani convive un mesotelioma pleurico che lo sta mangiando vivo. Eppure proprio lui rappresenta la speranza di un’America bianca e consumista – riprodotta dal dottor Reynolds – che deve compiere un percorso di necessaria espiazione per ricomporsi in una nuova vita. Blue raggiunge la propria meta e scompare, entrando in una nuova dimensione; Reynolds torna al mondo, ma nel suo animo qualcosa è cambiato per sempre.

Chissà se anche Michael Cimino sta compiendo il medesimo percorso di rinascita. Chissà se dopo le lacrime versate nel ’96, all’annuncio che Verso il sole sarebbe stato il suo ultimo lavoro, un giorno o l’altro sentiremo ancora parlare di lui.


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