Per non parlare di Angel
e del suo Magneto in X-Men:Conflitto finale.
Oppure Edward Rochester in Jane Eyre...
perchè il Bobby Sand di Hunger?
Mi fermo altrimenti comincio a snocciolare tutte le sue interpretazioni con relative foto!
Dopo Hunger del 2008 Fassbender torna a lavorare con Steve McQueen artista inglese a 360 gradi.
Se ne sono sentite di tutti i colori sul suo famigerato nudo ma guardando all'interpretazione che gli è valsa la Coppa Volpi al festival di Venezia 2011 i suoi organi genitali passano in secondo piano.
Qui è Brandon, newyorkese di successo costantemente sottomesso alle sue pulsioni sessuali. In una routine scandita da incontri occasionali consumati voracemente in ogni dove, autoerotismo e pornografia, irrompe la giovane e fragile sorella Sissy (Carey Mulligan).
In Shame si parla di dipendenze. Chiaramente sessuale quella di Brandon, affettiva per quanto riguarda la sorella. McQueen non si preoccupa di dirci il perché o il per come i due personaggi della storia siano ridotti così. C’è un vago accenno nelle parole di Sissy durante un confronto con il fratello: “…noi non siamo cattive persone è solo che veniamo da un brutto posto”. Ma nulla più. L’introspezione psicologica dei caratteri è suggerita da brevi frammenti come le silenziose lacrime di Brandon mentre ascolta la sorella cantare una struggente versione di New York New York o l’amplesso non consumato con la collega che turba il protagonista con il coinvolgimento dei suoi gesti. Qual è la vera vergogna (Shame) ritenersi incapaci di amare o credersi non degni di essere amati? Intanto noi spettatori assistiamo al chirurgico perseguire la strada del degrado emotivo e umano dei due. Sembra non esserci salvezza per loro. Il finale aperto del film ci lascia con una domanda in sospeso: i due protagonisti vittime solo di loro stessi possono finalmente decidere di darsi una chance e cambiare modalità di comportamento?
Ambiziosa opera seconda questo Shame . Di sicuro non lascia indifferenti.