Entrando nell’ordine dell’afflato poetico di Micaela Balìce si è coinvolti dalla mimesi che porta alle origini della creazione. Nel libro “I giardini di Inanna” edito da Edizioni Akkuaria, ogni verso è intriso di autenticità, ogni immagine ed espressione è sostanza primordiale di un mondo interiore che viene filtrato dall’ esperienza di vita dell’autrice.
Inanna, è la più importante Dea sumera dell’antica civiltà mesopotamica. La mitologia la descrive come Dea dell’amore, della fecondità e della bellezza, guaritrice, donatrice di vita, compositrice di canzoni e poesie.Inanna ha una sorella, Ereshkigal, che la completa. Insieme rappresentano la totalità del femminile archetipo. In una sorta di devozione a questa figura divina, la Balice si affida a Inanna e concentra tutta la sua sensibilità di donna nel poetare che le pulsa nel sangue. Come un fenomeno immutabile ed eterno che le appartiene, la poesia si manifesta e sgorga rigogliosa e spontanea, quasi a ristabilire un equilibrio tra mente ed anima. “Son figlia di Inanna/e canto il canto del corpo,/e non temo la colpa/perché mi sono bagnata/nelle acque di Uruk.”Un canto di purezza e sensualità alimenta il contenuto dell’intera opera, che richiede un’ attenta valutazione dello stile e della forma. Il discorso poetico della Balìce si lega indissolubilmente alla vita e alla morte, alla religione e all’ umanità. L’amore si manifesta non solo come pulsione erotica, passione ardente, ma anche come materia indispensabile a generare nuova vita. “…e canto l’utero di vita/dove il seme germoglia/ed il frutto matura”.Un costante donarsi all’universo, un fondersi con l’infinito, l’essere parte integrante di un cosmo, questo si percepisce dai versi di Micaela Balìce che si fanno capaci di elevate rivelazioni esistenziali.La poesia assume funzione di protezione verso la figura femminile; le sensazioni e le emozioni si celebrano nella rievocazione di simbologie e dimensioni recondite. Micaela Balìce mira ad accostamenti inediti, eleganti verità, proiettando il suo pensiero in una sfera soprannaturale. “I Giardini di Inanna” sono il luogo del continuo rinnovarsi, quel lido luminoso che restituisce alla donna la sua sacralità.
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