Laureato in Economia all’Università di Bologna, scrive di cinema per alcune testate e frequenta poi il Centro Sperimentale di Cinematografia.
La sua prima attività nel mondo del cinema è come sceneggiatore in Un pilota ritorna di Roberto Rossellini, film bellico del 1942 con Massimo Girotti. L’anno seguente è aiuto regista di Marcel Carné, mentre il suo primo lavoro da regista è un corto le cui riprese durano più di due anni, Gente del Po.
Conosce Luchino Visconti, col quale inizia a collaborare a un paio di progetti mai andati in porto.
Nel 1947 firma la sua seconda sceneggiatura per un film di Giuseppe De Santis, Caccia tragica, anche questo con Massimo Girotti.
Per il suo film di debutto, chi dunque se non lo stesso Girotti come protagonista?
Il film in questione è Cronaca di un amore, datato 1950, che riprende il tentativo di Visconti (Ossessione) di importare il noir in Italia. Nel ’53 dirige due film, I Vinti e La signora senza camelie, scritto per Gina Lollobrigida che però rifiuta la parte, andata poi a Lucia Bosé. Nel 1952 Federico Fellini prende spunto da un suo corto per Lo Sceicco Bianco. Nel ’55 Antonioni dirige Le amiche, adattando Tra donne sole di Cesare Pavese, scrittore come lui particolarmente attento alla psiche e alle tematiche esistenzialiste. Ciò è ancor più visibile nel dramma Il Grido del 1957, con Alida Valli, che getta i semi di quella che sarà la celeberrima tetralogia esistenziale con Monica Vitti, sua compagna: in 5 anni 4 film: L'avventura, La notte, L'eclisse, Il Deserto rosso. Diventato celebre in tutto il mondo (vincendo premi a Cannes, Berlino e Venezia), Antonioni intraprende una carriera internazionale sotto la guida del produttore Carlo Ponti, marito di Sophia Loren.
Arriva così un trio di pellicole internazionali di successo come Blow Up (1966), Palma d’oro a Cannes, Zabriskie Point (1970) e Professione Reporter (1975) col grande Jack Nicholson.
Le cose vanno diversamente quando torna a lavorare in Italia, dove il cinema è in crisi profonda: ad Antonioni, così come ad altri maestri in quegli anni (da Rossellini a Fellini) non rimane altro che la Tv, dove accetta di portare nel 1980 un’opera sperimentale, il Mistero di Oberwald, in cui torna a dirigere l’ex compagna e musa Monica Vitti. Nonostante le aspettative il progetto però non è del tutto riuscito.
Lo stesso vale per Identificazione di una donna, del 1982, in cui appare in tutta la sua irruenza un erotismo assai esplicito che diventerà sempre più esasperato nell’ultima parte della sua carriera.
Lo steso anno un ictus lo priva quasi del tutto dell’uso della parola e lo lascia paralizzato dal lato destro.
L’unico suo lavoro tra l’82 e il ’95 è il video di Fotoromanza di Gianna Nannini, del 1984.
Nel 1995 arriva l’Oscar alla carriera, dopo qualche nomination nei decenni precedenti e a Michelangelo torna la voglia di lavorare ancora: così, aiutato dall’ammiratore Wim Wenders gira Al di là delle nuvole, trascurabile dramma erotico ispirato alla sua bella raccolta di racconti Quel bowling sul Tevere.
Nel 2004 adatta un altro racconto, Il filo pericoloso delle cose, per un alto film ad altissimo tasso erotico dal non casuale titolo Eros. Purtroppo è l’ultimo film del maestro, che muore nel 2007, nello stesso giorno in cui è morto Ingmar Bergman, altro maestro fondamentale del cinema del Novecento.
È sepolto nella Certosa di Ferrara.
FILMOGRAFIA
1950. Lucia Bosé e Massimo Girotti in CRONACA DI UN AMORE
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