Michele Albanese, scorta per il giornalista

Creato il 24 luglio 2014 da Makinsud

Pochi giorni fa la notizia della processione di Oppido Mamertina (in provincia di Reggio Calabria) caratterizzata dall’“inchino” della statua della Madonna delle Grazie dinnanzi alla casa dell’anziano boss del Paese Giuseppe Mazzagatti aveva suscitato grande indignazione, anche su scala nazionale. Come se non bastasse, poi, alla notizia in questione si era aggiunta quella dell’incitamento da parte del parroco del Paese nei confronti dei fedeli presenti alla Messa domenicale ad allontanare il giornalista presente all’interno della Chiesa, che filmava il rito: una sorta di invito e di intimidazione al tempo stesso che si è aggiunto ad un clima già molto teso. Una situazione che, a ben vedere, è “nata” a partire dallo scoop giornalistico di Michele Albanese, cronista “di strada” del Quotidiano del Sud che, da quel momento, pare sia finito nel mirino della criminalità organizzata. Non una novità per lui, considerando che già in passato era stato raggiunto da minacce, intimidazioni, furti in casa, soprattutto nei periodi in cui si è occupato delle vicende delle famiglie di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro: i Piromalli, i Molè, i Bellocco, i Pesce, i Crea, gli Alvaro.

Alla luce di questo e del fatto che anche in passato il giornalista del Quotidiano Michele Albanese aveva ricevuto intimidazioni e minacce, lavorando in prima linea in un territorio difficile come la Piana di Gioia Tauro ed occupandosi proprio di cronaca nera e giudiziaria, gli è stata attribuita una scorta composta da due uomini, oltre che un’automobile blindata.

Misure di prevenzione che rispondono ad una situazione di pericolo per il cronista Michele Albanese che è stato convocato presso la Questura di Reggio Calabria, mentre nelle stesse ore negli Uffici della Prefettura di Reggio Calabria si è svolto d’urgenza il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno preso parte i vertici delle forze dell’ordine e il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Al termine della riunione è stato deciso di assegnare a Michele Albanese una tutela di terzo livello in virtù dello stato di pericolo ed al rischio imminente: il tutto, però, è ovviamente protetto dal più assoluto riserbo da parte degli inquirenti che indagano sulle vicende in questione.

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