Lo vedremo presto nel film tv Un angelo all’inferno, dove sarà uno dei protagonisti al fianco di Giancarlo Giannini, e non solo, infatti tra pochi giorni sarà sul grande schermo come protagonista del film Quell’estate, di Guendalina Zampagni, Oggi al cinema incontra per Voi l’attore emergente Michele Cesari.
Dal tuo curriculum emerge un sostanziale investimento nello studio della recitazione, con esperienze sia in Italia che all’estero. Puoi raccontarci un poco i tuoi inizi?
Ho iniziato abbastanza presto, intorno ai 16 anni, con un corso di recitazione di 6 mesi, fatto un po’ per gioco. Da li ho capito che quella era la mia strada ed ho continuato. Ho avuto anche la fortuna di avere genitori comprensivi che hanno capito e mi hanno spronato. Sono venuto a Roma ed ho iniziato a seguire i corsi di Michael Margotta e Giselle Burinato e poi mi sono perfezionato negli Stati Uniti con Susan Batson.
Quasi tutte le scuole che hai frequentato puntano su un lavoro molto intimo e personale che l’attore fa prima con se stesso e che poi riporta al personaggio. Non credi che questo comporta il rischio che il lavoro sia sempre un po’ simile?
Esatto, ma mi permetto di dire che non è il mio caso. Per affrontare un personaggio inizio sempre dal trovare un perfetto equilibrio tra il lato fisico e quello emotivo, quindi una armonia interna che mi permette di esplorare le varie sfaccettature e le varie possibilità. Quando ho iniziato a studiare con Susan Batson ero abbastanza scosso, poi mi sono fatto coraggio e ho continuato, crescendo e affinandomi sempre di più. È stata una esperienza meravigliosa, anche perché mi ha permesso di maturare come attore e riuscire ad affrontare il set con maggiore disinvoltura. Spesso accade che un attore si aspetta di trovare un regista che lo aiuti che gli spieghi delle cose, ma non sempre succede ed è qui che l’attore deve creare da solo la magia dell’interpretazione.
Hai da poco finito di girare anche Angelo all’Inferno. Che ci puoi dire in proposito?
È un film per la tv, il primo prodotto completamente secondo i criteri di sostenibilità ambientale. Sarà una puntata unica diretta da Bruno Gaburro e del mio personaggio posso dire che faccio il cattivo e la cosa mi piace. Ho un debole per i personaggi complessi e credo che i cattivi lo siano. Il mio sogno sarebbe interpretare un serial killer. Sono una persona molto pacifica ma mi affascinano i lati oscuri.
Il tuo serial killer preferito?
Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti. Non ho apprezzato particolarmente il film ma la sua interpretazione ti rimane dentro per parecchio tempo.
C’è un genere cinematografico che preferisci in maniera particolare?
A dire il vero no ma dipende dalle situazioni. Quando sono a casa e sono rilassato prediligo i film di azione o di fantascienza. Sono un grande fan di Guerre Stellari. In definitiva, però, amo tutto il cinema.
Molti sognano di essere diretti da grandi registi. Tu da chi vorresti essere diretto?
Uno su tutti è senza dubbio Martin Scorsese, un vero e proprio genio del cinema contemporaneo, sempre attento a tutti i dettagli e al ritmo del film. Tra gli italiani mi piacerebbe molto lavorare con Sergio Castellitto. Ho visto una sua intervista in tv e sono rimasto affascinato dal modo in cui parla degli attori e come si concentra con loro e su di loro per la riuscita di un personaggio.
Attualmente sei impegnato sul set di Un posto al sole. Che ci puoi dire di questa esperienza?
Bellissima ma anche molto faticosa. I ritmi di una soap sono molto accellerati rispetto a quelli di una normale fiction, quindi la preparazione a priori è molto più complessa e serrata. Faccio di tutto per arrivare sul set senza dubbi sulle scene e potermi così divertire.
Puoi dirci a breve dove ti potremmo vedere e quali sono i progetti futuri?
Di certo ad Un posto al sole. Per quanto riguarda i progetti futuri posso solo dire che ci sono alcune produzioni ma non dico nulla per scaramanzia.
Katya Marletta