Sono in possesso di Tutti al mare, ad esempio, un libriccino incantevole e curioso che descrive alcuni dei luoghi di villeggiatura più caratteristici (non solo per la paesaggistica) della nostra Italia, luoghi raggiunti e attraversati dal nostro nel percorso di un suo viaggio perimetral-costiero da Ventimiglia a Trieste.
Ritengo che godere di questa megavacanza pagata e in più scriverne, pagato anche per questo, possa essere annoverato tra i lavori più belli del mondo, anche preferibile all'agognato collaudo di materassi di Paolino Paperino.
Per la verità, del diario di viaggio, non mi rammento che pochissimi episodi, anzi forse uno, il fatto che si parlasse di Zanza, una volta arrivati in quel di Rimini. E per chi non sa chi è Zanza e cosa ha rappresentato per noi in quegli anni, beh non si può certo spiegare qui, in poche righe di un post che, oltretutto, parla d'altro.
Il libro mi diede modo di conoscere e apprezzare Michele Serra prima che salisse alla ribalta del grande pubblico come cofondatore di Cuore, il settimanale di resistenza umana.
Adesso mi piace la precisa acutezza di Serra e su Repubblica, quando la compro, L'amaca è il primo pezzo che leggo.
Ecco, tornando a noi e ai temi politici caldi di questi giorni, io ne L'amaca di domenica 25 mi ci sono riconosciuto in toto. Potete leggervela, servono due minuti, ad ogni modo ne seleziono anch'io delle righe.
Stamattina vado a votare perché votare mi piace moltissimo.
Questo è l'incipit. Bello forte, eh? Non siamo ai livelli di Chiamatemi Ismaele ma, cristoddìo, è un signor incipit.
...quando vado al seggio mi torna in mente la vecchia partigiana Carla che al mio debutto da elettore mi disse con gli occhi rossi "sono morti tanti ragazzi, per questo straccio di democrazia, non dimenticartelo mai..."
Anch'io ho avuto la mia partigiana Carla, era mio nonno, era mio zio, era anche il fratello di mia nonna, era mia cugina. Gente dalle mani screpolate che odoravano di terra, gente che si è fatta il mazzo per campare, per mantenere la testa alta, per lasciare ai propri figli qualcosa di più del niente che aveva. Gente coi fratelli morti in guerra. Gente che sarebbe andata a votare camminando sulle mani.
E quindi, ci vado a votare, perché in fondo mi piace e perché ho rispetto della mia gente e di ciò che mi ha trasmesso.
Alla fine, dopo dubbi e rovelli infiniti, voterò Bersani perché sono, senza possibilità di redenzione, il tipico banale di sinistra.
Fa outing Michele, non ci dice che mangia i bambini ma poco ci manca, non è redimibile nella sua banalità, nella sua pacatezza, nella sua educazione.
Se non ce l'avete avuta una partigiana Carla tutta per voi, probabile che tutto questo vi appaia melenso, e facilmente un po' fuori luogo, così, appena a valle dei Lusi, dei Fiorito o dei Maruccio, e sì, diventano comprensibili pure lo scetticismo e la nausea senza la Carla o chi per lei.
Alla fine, dopo dubbi e rovelli infiniti, ho votato Bersani perché sono, senza possibilità di redenzione, il tipico banale di sinistra che legge pure L'Amaca.
p.s. Ho votato prima della lettura del pezzo.