Michele Monina (prefazione di Gianni Biondillo) – 10 modi per diventare un MITO (e fare un pacco di soldi) – Una recensione bastardissima di Iannozzi Giuseppe

Creato il 31 dicembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Michele Monina

prefazione di Gianni Biondillo

10 modi per diventare un MITO
(e fare un pacco di soldi)

una recensione bastardissima

di Iannozzi Giuseppe

Gabriele Dadati me l’ha spedito per posta, a tutti i costi, nonostante gli avessi risposto con una frase ad effetto che il libro non m’interessava affatto. Bene. Male. La prefazione è di Gianni Biondillo, il libro invece l’ha scritto un certo Michele Monina, che si vanta d’aver venduto qualcosa come 600.000 copie dei suoi libri, perlopiù biografie su fin troppe note rockstar manchevoli d’un vero talento e che però riescono a far parlare di sé.

Sono costretto a fare lo stronzo, ma io questa recensione non la volevo scrivere, né avevo voglia di leggere 10 modi per diventare un mito (e fare un pacco di soldi), tanto più che, detto a denti stretti, a me Gianni Biondillo, se solo potesse farla franca senza finire in galera, mi sparerebbe a bruciapelo, mentre Michele Monina, come minimo, mi spaccherebbe in testa l’opera omnia di Michael Jackson. Ovviamente, prima di farmi fuori, si preoccuperebbero d’aver loro accanto un giornalista di grido, di quelli che scrivono per le riviste patinate, o una qualsiasi testa di cazzo armato di iPhone perché riprenda la scena… e la sbatti poi su YouTube. Biondillo, giallista incallito, diventerebbe forse famoso, molto più famoso: un giallista che uccide un giornalista, poco ma sicuro, che sarebbe ghiotta notizia per ben più d’un gossipparo cocainomane. E Monina finalmente troverebbe il suo nome scritto a caratteri cubitali sui quotidiani, mentre oggi, nonostante il pacco di copie vendute, nessuno sa chi esso sia tranne (forse) gli addetti ai lavori: perché, purtroppo per lui, Monina è sì uno scrittore ma specializzato in biografie, per cui il suo nome scompare letteralmente sotto la pesantezza di Michael Stipe, Lady Gaga, Vasco Rossi, Fabri Fibra, Mondo Marcio, etc. etc. Monina, Michele Monina ha scritto anche dei romanzi… e a parte me e pochissimi altri, temo per lui, che nessun altro ne abbia contezza. Però ha venduto 600.000 copie di biografie di grandi personaggi, osannati dai giovanissimi, da tanti e tanti adolescenti brufolosi e vergini, e sotto sotto pure un po’ finocchi (anche se non hanno ancora preso coscienza che a loro gli piacciono le drag queen e le trans).
Sia come sia, diventare un mito, o un idolo, come gli Oasis, Madonna, Lady Gaga, Zucchero, Ronnie James Dio, Mick Jagger, David Bowie, Iggy Pop, Meat Loaf, Santana, Sting, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e chi più ne ha più ne metta, non dovrebbe essere troppo difficile, perlomeno così assicura Michele Monina ai suoi potenziali lettori in 10 modi per diventare un mito (e fare un pacco di soldi). E però dovete avere il phisique du role, questo significa che dovete essere fighi di vostro, non potete dunque avere un fisico da mammolette o da giallista incallito come Gianni Biondillo che è tutt’altro che un Adone. Il talento non è indispensabile: l’abito fa il monaco e non il contrario, per cui se volete diventare una primadonna essenziale è che abbiate un bell’aspetto. Il talento ve lo appiccicherà addosso qualcun altro in sala di registrazione. Seguendo i consigli di Monina dovreste diventare in breve tempo delle rockstar, o dei perfetti coglioni, dei pagliacci a tutto tondo: in ogni caso non passerete inosservati.
Se siete dei maschietti dichiarate di tenere ‘una minchia tanta’, fatevi fare il calco in gesso del vostro ‘attrezzo’, fate un concerto del cazzo in un centro sociale e le groupie cadranno ai vostri piedi. Poi domani nessuno si ricorderà più di voi, ma questa è un’altra storia; Andy Warhol ci aveva avvertiti, con largo anticipo, che un giorno tutti avrebbero avuto i loro 15 minuti rosicati di notorietà. Oggi è facile diventare delle rockstar senza talento: YouTube è una enciclopedia che raccoglie il meglio e il peggio di milioni di artisti senza un briciolo di talento.
In caso non doveste aspirare a diventare l’ennesimo coglione di moda, bene, pregate che Dio o chi per esso sia stato con voi molto ma molto generoso: Jimi Hendrix era unico, così tanto unico, che quando Eric Clapton lo sentì suonare si mise le mani nei capelli gridando “sono finito, sono finito…”.

Per chi non lo avesse ancora capito questa non è una recensione, è invece una marketta che m’è venuta tanto tanto male: dopo che Michele e Gianni avranno letto questo mio delirio, io a Milano non ci potrò più metter piede. E non dubito che i due autori potrebbe anche querelarmi, anche se non so bene a che titolo, per quale fantomatica colpa; ma purtroppo è già accaduto che mi abbiano minacciato e querelato, anche se poi, alla fine, ho solo rischiato di prendere un fracco di botte. Il mondo degli scrittori non è quell’idillio propagandato da certi talk-show dappoco, è tutt’altro: chi scrive è un potenziale assassino, un brutale figlio di Caio Giulio Cesare, o una dark lady, va da sé che non c’è motivo alcuno per stare allegri. Un bravo critico letterario deve sempre guardarsi le spalle, e toccarsi le palle: la prudenza non è mai troppa.

10 modi per diventare un mito (e fare un pacco di soldi) - Michele Monina – Laurana editore – collana DIECI – pp. 130 – ISBN 978-88-96999-15-8 – € 11,90

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