Era il 1993 quando in un episodio di Baywatch faceva la sua prima apparizione davanti a una telecamera una dodicenne Michelle Williams: seguirono poi tante altre apparizioni in serie tv come Una bionda per papà, Quell’uragano di papà, fino al debutto cinematografico in Lassie, l’anno seguente. Ma è il 1998 l’anno che cambierà per sempre la sua vita: a 16 anni Michelle viene scelta per impersonare Jen Lindley, personaggio che ricoprirà per sei stagioni nella fortunatissima serie Dawson’s Creek: un prodotto tv di qualità, ricco di citazioni cinefile, dialoghi arguti, sdoganamento di temi tabù. Jen è una ragazza anticonformista, indipendente, contraria a ogni ipocrisia: in fondo questo personaggio che Michelle ha cercato tanto di far dimenticare le assomiglia. La ragazza dimostra infatti di preferire il set al red carpet, la vita privata ai party, i ruoli impegnativi di fronte ai facili guadagni. Capisce infatti che non vuole una strada facile subito dopo essere stata tra i protagonisti dell’horror Halloween H20: Venti anni dopo, uscito sulla scia del fenomeno Dawson’s Creek. Opta così per il teatro, e gira un paio di pellicole sfortunate dal punto di vista commerciale, ma qualitativamente valide: il delizioso Le ragazze della casa bianca (1999), che mischia comicità a storia politica, il televisivo Women - If these walls could talk (2000) che mette in scena le vicende amorose di diverse coppie lesbiche, e Me without you (2001) riuscita commedia britannica dolceamara. Con The Station Agent, nel 2003, intraprende definitivamente la sua vocazione per il cinema indipendente americano, spesso destinato a non trovare distribuzione (A hole in a One, 2004, The Hawk is dying, 2006, a fianco di Paul Giamatti sono due titoli praticamente introvabili). Eppure col tempo si farà notare dai grandi maestri: eccola così nel 2004 nel bel film di Wim Wenders La terra dell’abbondanza, poi nel celebre I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, film che si rivelerà fondamentale per la sua carriera e la sua vita. Non solo infatti le fa guadagnare una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista, ma sul set del film si innamora di Heath Ledger, dal quale rimane presto incinta. Curioso notare come nello stesso periodo, anche la sua ex compagna di set Katie Holmes rimanga in fretta incinta da un attore famoso, ma da questo periodo le loro sorti saranno opposte. Nel 2006 Michelle e Heath diventano genitori di Mathilda ma nemmeno due anni più tardi si lasciano: poco dopo Heath muore in tragiche circostanze a soli 28 anni. Il rapporto tra Michelle e la stampa si incrina ancora di più e l’attrice cerca più che mai di fuggire ai media e si rifugia nel lavoro. Gli anni con Heath sono quelli in cui Michelle è all’apice della sua bellezza e felicità e ne sono prova film come L’amore giovane del 2006, Senza apparente motivo e Sex list – Omicidio a tre, entrambi del 2008 e sfortunatissimi, nonché tra i suoi titoli più deboli. Tra il 2007 e il 2008 arrivano due camei di lusso: Io non sono qui di Tod Haynes e Synedoche, New York di Charlie Kauffman, inedito in Italia nonostante i riferimenti a Fellini. Michelle è poi protagonista assoluta dell'impegnativo e invisibile Wendy and Lucy di Kelly Reichardt, regista indipendente americana con la quale tornerà a lavorare nel 2010 con Meek’s Cutoff: Entrambi i film sono stati assai apprezzati dai pochi che li hanno visti. Nel 2010 arrivano due titoli di peso nella sua filmografia: lo struggente Blue Valentine, in cui che le porta una nomination all’Oscar come attrice protagonista e l’ottimo Shutter Island, incompreso film di Scorsese con DiCaprio protagonista. Gli Oscar del 2011 la vedono ancora una volta candidata questa volta per la sua inattesa parte di Marilyn Monroe in My week my Marilyn: curioso vedere una delle attrici meno dive del pianeta nei panni della più grande diva di tutti i tempi. La metamorfosi però è perfettamente riuscita e Michelle si porta a casa una dozzina di premi grazie a questa straordinaria performance. A fine anno l’attendiamo con ansia in quella che sembra una deliziosa commedia indie americana, Take this waltz, mentre nel 2012 sarà in una sorta di remake del Mago di Oz al fianco di Mila Kunis e James Franco. Antidiva per eccellenza, Michelle ha costruito con grande coerenza una bellissima carriera composta da film indipendenti e film d'autore, fuggendo dai blockbuster e dal divismo che ha rovinato tante sue colleghe inizialmente molto più "lanciate". Questo atteggiamento sta finalmente dando i suoi frutti e i riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare. Lunga vita a Michelle e agli attori che credono davvero nel lavoro e non solo nel guadagno facile.