Titolo originale: Micmacs à Tire-larigot
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Cast: Dany Boon, André Dussollier, Nicolas Marié, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau, Julie Ferrier, Omar Sy, Dominique Pinon, Michel Cremades, Marie-Julie Baup, Urbain Cancelier, Patrick Paroux, Jean-Pierre Becker, Stéphane Butet, Philippe Girard
Distribuzione: Eagle Pictures, Francia, 2009
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Bazil (Dany Boon) ha un rapporto tutt’altro che idilliaco con le armi. Infatti una mina in un deserto del Marocco gli ha portato via il padre quando era solo un bambino e una pallottola vagante lo colpisce alla testa mentre si trova a lavoro. Salvatosi miracolosamente però, l’uomo si ritrova presto senza una casa e senza un lavoro. Vivendo per strada di espedienti, senza perdere il suo consueto buonumore, conosce Placard (Jean Pierre Mareille), un condannato a morte graziato, che lo accoglie in quella che definisce “la sua famiglia”, ossia un gruppo di persone eccentrice, eterogenee e ricche di talento: Remington (Omar Sy), appassionato di rime e di parole ad effetto, Calculette (Marie-Julie Baup), capace di fare di calcolare qualsiasi cosa possa essere misurata nello spazio e nel tempo, Tambouille (Yolande Moreau), la mamma-chioccia che protegge, coccola e provvede a tutti, Fracasse (Dominique Pinon), entrato nel Guinnes dei Primati nel 1977 come palla di cannone umana, La Môme Caoutchouc, ossia la donna elastica,( Julie Ferrier) un’abile quanto peperina contorsionista e Petit Pierre ( Michel Cremades), l’inventore, l’artista, creatore di piccole meraviglie con i materiali recuperati in giro dal gruppo. Un giorno Bazil passa per caso davanti alle due grandi aziende produttrici di armi e riconosce il simbolo della mina che provocò la morte di suo padre, e quello del proiettile che lo ha quasi ucciso. Da qui nasce in lui l’idea di vendicarsi dei due presidenti delle aziende, Nicolas Thibault de Fenouillet (André Dussollier), e François Marconi ( Nicolas Marié). La sua nuova famiglia sarà ben lieta di aiutarlo…
Semplicemente un’altra meravigliosa avventura diretta e co-nosceneggiata da Jean- Pierre Jeunet, a 5 anni di distanza da Una lunga domenica di passioni ( ingiustamente sottovalutato dai più), e a ben 9 anni di distanza dalla pellicola cult Il favoloso mondo di Amélie. Jeunet è un fiume in piena, un vulcano di idee, che inserisce senza sosta nel film, creando un coacervo ibrido di magia, ironia, ma anche tragica realtà, senza tuttavia mai perdere la leggerezza e l’atmosfera trasognata e irreale. Bazil è stato un bambino sfortunato: il padre è morto a causa di una mina, la madre non ha retto al dolore e si è ammalata e lui è stato inviato in collegio, luogo dal quale è fuggito. Lo ritroviamo improvvisamente adulto, commesso in un videonoleggio, mentre recita a memoria le battute di un film in bianco e nero, quando all’improvviso sente degli spari e il rumore di uno schianto provenire fuori dal negozio: quando si affaccia per vedere cosa stia accadendo, viene colpito alla testa da una pallottola vagante. I medici, giocando a testa o croce decidono di non operarlo condannandolo così al rischio di poter morire in qualsiasi momento. Tornato a casa scopre che la casa è stata affittata e che al suo posto lavora una bella ragazza. Inizia a vivere per strada, ma senza affatto perdere il suo buonumore, Vive di espedienti, fa il mimo per strada, imita i robot, ed è proprio così che conosce Placard, che decide di ospitarlo nella dimora nascosta tra discariche e autorimesse che condivide con la sua famiglia di strani individui. Tutti accolgono subito Bazil come uno di loro e per questo non esitano nemmeno per un attimo quando l’uomo confida loro il suo piano di vendetta nei confronti dei ricchi e viziati De Fenouillet e Marconi, uomini d’affari senza scrupoli che forniscono terroristi, trafficanti, dittatori.
I personaggi sono riccamente caratterizzati, caricaturali ma mai pesanti né scontati: ognuno ha le sue piccole, divertentissime manie e tic: dalla mania di De Fenoiullet di collezionare parti del corpo di personaggi storici come Churchill, Marilyn Monroe, Mussolini, al buffissimo metodo utilizzato da Bazil per non perdere la calma e non inziare ad agitarsi, consistente nel porsi domande stravaganti come ad esempio: “le zebre sono bianche a strisce nere o nere a strisce bianche? Esistono i nani tra i pigmei?” E così via… La pellicola scivole tranquilla in un mare fatto di equivoci, piani ingegnosi e ben architettati anche se non sempre riuscitissimi, imprevisti, scene molto divertenti. Si tratta di una storia che ricorda molto nei toni, nelle soluzioni, nella leggerezza, quelle che vedevano protagonista il grande Charlie Chaplin nei panni del vagabondo, dell’uomo che vive in strada ma non per questo perde il suo innato buonumore.
Il cast è pressoché perfetto ed offre una prova corale davvero encomiabile, a partire dal protagonista Dany Boon, regista nonché attore nella pellicola campione di incassi in Francia, Giù al Nord ( il cui remake italiano, Benvenuti al Sud sta facendo incassi record anche da noi), intenso, garbato, misurato, in perfetto stile Chapliniano moderno, e continuando con i due cattivi della pellicola, interpretati da André Dussollier, strepitoso, che peraltro aveva dimostrato tutta la sua verve comica anche ne Gli amori folli- Les Herbes Folles , e Nicolas Marié, spassosissimo. Inoltre molto buona la prova di Julie Ferrier, nei panni di una contorsionista dal carattere non facile e anche di Michel Cremades, che nei panni di Petit- Pierre non pronuncia nemmeno una battuta ma sono le sue splendide creazioni a parlare a per lui, ad esprimere i suoi stati d’animo, ad allietare e a tirare fuori dai guai la famiglia.
In definitiva una pellicola, garbata, un viaggio divertente in una dimensione di sogno e di fantasia ma con risvolti reali. L’uscita in Italia è prevista per il prossimo 17 dicembre.
Conclusione: Assolutamente da vedere.
Voto: 9