Microrecensioni - Finis

Creato il 16 dicembre 2012 da Narratore @Narratore74


Da tempo non mi dedicavo alla recensione di un racconto, e un po’ ne sentivo la mancanza. E quello che ho scelto per oggi è un racconto che risale al lontano 1906.
Finis, titolo semplice, chiaro e diretto, che ci preannuncia quello che andremo a leggere. La storia è di quelle rapide e basata su un concetto molto semplice: visto che tutto, nell'universo, ruota attorno a qualcosa, perché non ipotizzare che esista un enorme copro celeste che faccia da perno all'intero creato?
Così come la terra ruota attorno al sole, la luna attorno alla terra, e così via, sarebbe naturale aspettarsi che questo immenso corpo esista. Ma se è così grande, così potente, perché non lo abbiamo mai visto. La risposta arriva da un gruppo di scienziati, e cambia tutto.
È troppo lontano e la sua luce non è ancora arrivata. Così, grazie anche agli studi di un brillante studioso, viene scoperto questa immensa stella e ipotizzano che diventerà visibile da li a 25 anni. 25 anni che passano guardando in alto, aspettando il giorno in cui quello splendore sarebbe divenuto visibile. E quando si arriva al fatidico giorno i terrestri scoprono che tutte le ipotesi erano vere, gli studi esatti e precisi. Ma non avevano calcolato la potenza di questa stella… Così, davanti all'alba più intensa che la Terra abbia mai visto, il pianeta viene investito da un calore indicibile. Gli oceani evaporano, la terra ribolle, il pianeta, in poche parole, brucia. E con esso tutti i suoi abitanti….
Il racconto è di Frank Lillie Pollack, scrittore canadese nato nel 1876. Pubblicato la prima volta sulla rivista The Argosy, proprio nel 1906, per poi essere ristampata su svariate altre riviste negli anni seguenti, fino a conquistarsi una discreta schiera di appassionati e ad essere riprodotto con titoli diversi e a ispirare storie parallele e legate allo stesso contesto. Di certo c'è che anche oggi, a distanza di più di un secolo, il racconto mantiene tutta la sua potenza e il suo impatto. I due protagonisti, un uomo e una donna che attendono, inermi, l'alba del nuovo giorno, l'ultimo, è straziante, dirompente, e carica di quell'inevitabilità necessaria ad una storia del genere.
Diciamo che in quegli anni era facile imbattersi in storie che profetizzavano la fine del mondo da parte di alieni o altre minacce provenienti dallo spazio. Ma quello che fa grande questo racconto è proprio il pathos, l'attesa di vedere quella luce apparire nel cielo come il segno di un miracolo, mentre invece è solo il colpo finale ad un mondo che ancora non sa di essere al suo ultimo giorno. È crudele, è cinico, è spietato…
Se vi ho incuriosito sappiate che il racconto è possibile leggerlo sull'antologia Il futuro era già cominciato, edita da Mondadori nel 1990. Credo sia possibile trovarne qualche copia, a prezzi ragionevoli, su Ebay o anche in giro per mercatini e biblioteche. In ogni caso, se vi capitasse, vi consiglio di dargli un'occhiata. Leggerete di un'apocalisse diversa dal solito... -------------------------------------------------------------------------------------------
PS: ho appena scoperto che è possibile scaricarlo in ebook, gratuitamente e in lingua originale. Il link è questo...