Once Upon a Time è un po' il The Walking Dead senza zombie.
Come per quegli zombie, infatti, nonostante la noia, i difetti, i personaggi insopportabili e le scelte di sviluppo sempre più criticabili, non passa anno che mi ritrovi a Storybrooke, a commentare e criticare quelle scelte.
La speranza è sempre quella: che qualcosa risollevi una serie che ormai va avanti a suon di feels da regalare a fan che guardano più alla coppia del loro cuore che non al senso della trama, che guardano all'ingresso di nuove fiabe, e non al fatto che aggiungere significa sempre non avere abbastanza.
Le new entry di questa quinta stagione sono così la Ribelle Merida, e, giusto per stare in Gran Bretagna, Re Artù e Mago Merlino, e se i primi due poco si sopportano, soprattutto quando gli episodi sono a loro dedicati, più senso trova quel Merlino che non è affatto il vecchietto arzillo e buffo che proprio la Disney ci ha fatto conoscere, ma è un aitante giovane, potente e causa del primo signore oscuro.
L'ultimo, come ben sappiamo, è Emma Swan, è la salvatrice che per salvare tutti, si è sacrificata, e che ora combatte in quel di Camelot contro una natura infida e malvagia che la attira.
Camelot è però solo una parte della storia, perchè come sempre, per mantenere quello stile alla Lost, c'è bisogno di un oggi e di un ieri, un oggi in cui ancora una volta gli abitanti di Storybrooke hanno perso la memoria, e un ieri da indagare per scoprire cosa ha reso così invincibile, così oscura e malvagia Emma, cosa è successo a Camelot, come fermarla.
E una volta che lo si sarà scoperto, tutto precipita ancor più in soluzioni posticce, portando ad un finale che non rispetta lo sviluppo dei personaggi, non rispetta quanto costruito, semplicemente per poter andare avanti, per proseguire il racconto.
Niente, quindi, la speranza è nuovamente infranta, Biancaneve e il suo principe sono sempre più insopportabili, Henry irrita al solo sguardo, Belle e Tremotino continuano a non farsi capire e a non capirsi, a salvarsi sono solo Regina, Uncino e Zelina, sani portatori di ironia.
Negli anni saranno anche migliorati (ma non troppo) gli effetti speciali, ma si è persa la magia, quasi definitivamente.
E se a marzo ci ritroveremo nell'Oltretomba con nuove assurde avventure e assurde new entry, sarà solo per vedere quanto in là si possono spingere ancora sceneggiatori senza più idee, senza memoria di quanto fatto finora.
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