Migliaia di papaveri rossi.

Da Mariellas

Immagine dal web


La collina una regina,sulla cima una corona, acqua e vita.La circondano strade, tortuose e virtuose.Fatica nel salire, dolcezza nello scendere.Rose profumate, coltivate nel giardino trionfale.Inizio di tutto, tra amore e radici.Dal terrazzo, si domina il mondo alla base.L'infinito.Per i bambini tracciato d'avventura,per gli adulti sostanza e essere.Lontano, in basso, macchie di verde e di azzurro.Piccoli esploratori, con fazzoletto colorato al collo.Campi di grano colto, gambe graffiate, labbra sporche di frutta selvaggia.Passi lunghi e senza riposo.Mille voci, avventure, fantasia.Canzoni stonate lasciate ad eco distratti.Ore di silenzio tra ami e canne scosse dal vento.Pietre lisce, piatte, da tirare contro l'ombra del fiume amico.Scintillante, promettente, carico di speranze.L'acqua è trasparente come la ricerca fatta con la bellezza nel cuore.Non troppo lontano il fischio di un treno.Una strada ferrata da percorrere in bilico su piccole rette di ferro.L'odore di un legno pesante, che porta tanta fatica.Usato per costruirle ma anche per scaldare, d'inverno.L'estate del ricordo, immutabile, perfetta.Come un intero campo di papaveri rossi, cullati dal vento leggero.Un ricordo che sarà protetto dal mio cuore per sempre.Assieme al mondo che non c'è più.Ma che resta quello più vero.

Trentacinque anni mi separano dalla fine della mia infanzia.E il ricordo è lì, impresso nella fotografia dell'ultima estate.Tra quelle persone e quei luoghi che un evento tragico ha allontanato da me.Solo in apparenza.Perché la culla del ricordo li sostiene vividi tra le macchie rosse del prato più bello del mondo.IRPINIA, 23 NOVEMBRE 1980.