Migliorano debito pubblico e Pil, ma resta la cautela

Creato il 17 febbraio 2014 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

Riproponiamo questo articolo di Maurizio Mazziero, per gentile concessione del Mazziero Research:

I dati economici di fine anno, rilasciati la scorsa settimana, mostrano degli importanti segnali di miglioramento: un calo consistente del debito pubblico e un Pil trimestrale positivo.

I dati grezzi però necessitano di una lettura di contesto per comprenderne la reale portata.

 

La forte riduzione del debito pubblico, meno 36 miliardi dal massimo storico di 2.104 registrato a novembre, riporta il debito a 2.067 miliardi, ai valori del settembre scorso. Tuttavia il risultato è stato ottenuto grazie agli acconti fiscali sul 2014 ed è quindi carburante destinato ad esaurirsi; le stime Mazziero Research infatti prevedono già nel mese di gennaio un innalzamento del debito di 15 miliardi sino a raggiungere una cifra compresa tra 2.078 e 2.083 miliardi.

Se si analizzano i valori delle entrate e delle uscite, sono entrambe cresciute rispetto al 2012, ma le entrate sono aumentate di 11,8 miliardi, mentre le uscite sono cresciute di 38,6 miliardi. Il risultato è che il ritmo con cui sono cresciute le uscite è di oltre due miliardi al mese superiore all’aumento delle entrate. Ciò potrebbe essere in parte influenzato dai pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, ma è comunque un elemento di instabilità a cui non può far fronte l’aumento di 5 miliardi del gettito tributario registrato nei primi 11 mesi del 2013 rispetto all’analogo periodo del 2012.

Il dato trimestrale del Pil fornisce finalmente nel IV trimestre 2013 un seppur timido segno positivo, pari allo 0,1%; non si vedeva un segnale di questo tipo da 12 trimestri, ciò nonostante il risultato non ci permette di esultare se lo raffrontiamo con la media europea dello 0,3%.

La crescita italiana resta asfittica e ben lontana dai livelli del Pil segnati nel I trimestre del 2008, da cui ci separano ben 8,5 punti percentuali. È probabile che il +0,1% possa migliorare ancora per un paio di trimestri, ma sarà destinato a ritornare negativo nel caso non venissero attuate delle concrete riforme del costo del lavoro e del livello di tassazione delle imprese.

L’Osservatorio sui dati economici italiani della Mazziero Research è disponibile liberamente cliccando qui.