Migranti

Da Marcoscataglini
Solo una riflessione, poco fotografica e molto personale. E' a tutti noto quanto accaduto e quanto continua ad accadere nel Canale di Sicilia, con la tragedia dei 700 o più migranti morti annegati. Ed è a molti noto che il referendum contro la caccia primaverile a Malta è stato perso per una manciata di voti, consentendo così ancora ai cacciatori maltesi di fare strage degli uccelli in migrazione, su quello stesso tratto di mare. Che rapporto c'è fra le due cose? Beh, m'è venuto da pensare al destino comune degli animali (nel caso specifico degli uccelli, simbolo di libertà e bellezza) e degli esseri umani (in questo caso spinti da fame, guerre e persecuzioni politiche), e in entrambi i casi come le responsabilità ricadano sull'Umanità in generale, e sulla nostra incapacità di cogliere l'insieme, intendo l'ARMONIA dell'insieme del mondo. 

C'è stata una mostra, a Roma, un paio di anni fa, sull'uomo, sull'Homo sapiens anzi, in cui si spiegava efficacemente che l'Umanità è nata nel centro dell'Africa e ha impiegato centinaia di migliaia di anni a conquistare il pianeta. Come ha fatto? Con le migrazioni! Siamo una specie che si sposta, viaggia, migra, conquista nuovi territori. E nel farlo, cambia idee, abitudini, addirittura morfologia. E' così che siamo diventati europei, asiatici, amerindi e quant'altro. Se fossimo rimasti fermi lì, nel cuore dell'Africa nera, forse saremmo ancora simili a scimmie, costretti a vivere sugli alberi per sfuggire ai predatori. Per il pianeta sarebbe certamente stato meglio, ma per noi mica tanto! 

Una "razza" (quella umana, l'unica esistente) come la nostra dovrebbe avere un rispetto sacrale delle migrazioni, dovrebbe avere una sorta di timore reverenziale nei confronti di chi si sposta e cambia luogo di vita, sia che lo faccia per scelta, sia che lo faccia perché costretto. E dovrebbe ammirare le migrazioni incredibili degli uccelli (e di altri animali) come una sorta di simbolo della nostra condizione primordiale, quando eravamo liberi come gli uccelli e non dovevamo sottostare a confini, leggi e restrizioni. Sparare e uccidere gli uccelli in migrazione dovrebbe risultare incomprensibile a chi, come l'Homo sapiens, deve alle migrazioni la sua attuale condizione di "dominatore" del pianeta.Ma ciò che avviene è esattamente il contrario. I migranti umani non vengono accolti, anzi respinti o fatti oggetto di razzismo, i nomadi come i Rom e i Sinti sono costretti a sedentalizzarsi e poi fatti oggetto di razzismo ed emarginazione, chi fugge dalla morte e chiede asilo viene visto (nonostante le leggi internazionali) con fastidio se non con aggressività, a volte verbale, a volte fisica. E sul Canale di Sicilia (e sullo Stretto), gli uccelli cadono a migliaia vittime delle doppiette. Quale simbolo più forte e doloroso di una cicogna o di un falco Pecchiaiolo ucciso per gioco può rappresentare la tragedia delle migrazioni?

Non ho soluzioni. Vorrei che uomini e uccelli potessero spostarsi liberamente quando ne hanno la necessità o il desiderio. E naturalmente vorrei che nessuno fosse costretto a migrare, se non lo vuole. Ma mi rendo conto di appartenere a un'esigua minoranza. Così, per me, fotografare è un po' come migrare: si esce dalla realtà che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, e approdiamo nelle terre della bellezza, dove bracconaggio e razzismo non possono ottenere asilo...

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