L'immagine parla da sé: la figura di un bambino rannicchiato tra i vestiti in una valigia. Sta girando sui giornali e sui media online di mezzo mondo ed è stata immortalata alla dogana di Ceuta giovedì durante i consueti controlli a raggi X ai quali vengono sottoposte le persone di passaggio.Otto anni, di origine subsahariane, era stato nascosto da una giovane marocchina che inutilmente ha tentato di farlo passare attraverso la frontiera della città autonoma spagnola. La 19enne ha spiegato alle autorità che voleva portarlo dai suoi genitori.La giovane, il padre e la madre del ragazzino sono stati arrestati dalla Guardia civil. Il bimbo, che sta bene, invece è stato affidato, per il momento alle cure dei servizi sociali.La questione che fa riflettere, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti " non sono solo i quotidiani drammi dell'immigrazione come quello accaduto nell'enclave spagnola in Marocco, ma è il problema dei ricongiungimenti familiari, anche per i figli minori, spesso in tenera età, che si trovano a migliaia di chilometri di distanza dai propri genitori, che a causa delle lentezze burocratiche costringe a compiere scelte azzardate e rischiose per la salute e l'incolumità dei più piccoli.Ecco perchè urge uno snellimento delle procedure per i ricongiungimenti nei confronti degli immigrati regolari, specie quando si tratta di bambini.
Lecce, 8 maggio 2015
Giovanni D'AGATA