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Migranti /I Paesi del Sahel rafforzano la cooperazione anche quale antidoto al terrorismo

Creato il 16 maggio 2015 da Marianna06

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“Coordinare gli sforzi”, “dare risposte anche nel lungo periodo”, “rafforzare la cooperazione”: sono le frasi chiave utilizzate a Niamey, nel corso di un vertice dei paesi del Sahel dedicato al contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata e alla tratta delle persone.

Durante l’incontro, l'altro ieri, è stata approvata la costituzione di un sistema informatizzato per lo scambio di informazioni per la lotta al “terrorismo” e alla “criminalità organizzata”.

Secondo Najim Elhadij Mohamed, segretario permanente del G5, un organismo che riunisce Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad, soltanto un coordinamento a livello regionale consentirà di far fronte a sfide che “vanno al di là delle capacità degli Stati”. “Oggi - ha sottolineato Cheickna Ceyti Diawara, ministro del Mali per le Amministrazioni locali - impegnarsi insieme è indispensabile”.

Il vertice, al quale ha partecipato anche il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, si è tenuto all’indomani dell’approvazione da parte della Commissione europea della cosiddetta Agenda sull’immigrazione.

Il documento prefigura un sostegno anche finanziario ai paesi di origine e transito dei migranti e un intervento militare contro i trafficanti di esseri umani che hanno basi sulla costa libica. L’intervento potrebbe essere autorizzato nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Si propone come strumento di lotta contro la tratta anche una nuova legge approvata dal parlamento del Niger, che ricalca un protocollo dell’Onu. Previste per i trafficanti pene da uno a 30 anni di carcere e multe da tre a 30 milioni di franchi Cfa (da 4500 a 45.000 euro).

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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