E’ così da anni ( e ciò che è peggio è che avviene nell’indifferenza generale) e lo sanno bene tutti coloro che, scampati agli stenti, ai soprusi, ai ricatti e alla morte, alla fine, ce l’hanno fatta.
I corpi senza vita di 40 migranti sono stati rinvenuti sulle spiagge di Garabuli, 50 km ad est di Tripoli, ed almeno altre 42 persone risultano disperse dopo il naufragio della loro imbarcazione diretta verso l’Europa.
La marina libica ha tratto in salvo 52 migranti originari di Burkina Faso, Gambia, Mali, Senegal e Camerun.
La nuova tragedia nel Mediterraneo, verificatasi martedì scorso, è stata resa nota solo ieri.
Intanto ci sono state dichiarazioni forti da parte di alcuni esponenti del governo di Tripoli che hanno chiesto all’Unione europea di “assumersi le proprie responsabilità nella gestione del flusso di migranti”.
Inoltre fonti di sicurezza algerine e nigerine hanno annunciato la morte ancora di almeno 13 migranti nel Sahara mentre altre 33 persone, tra cui donne e bambini, sono disperse.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)