Quando i megafoni suonano all’unisono una unica roboante verità, il semplice ascolto di opinioni diverse è in grado di condurci a un processo di verifica dell’informazione che dovrebbero assolvere i media stessi, anche se purtroppo non è così. Ecco, appunto, una opinione diversa di un rilevante osservatore internazionale, Mike Whitney, per il celebre sito di controinformazione americana Counterpunch, uno dei più quotati magazine politici del mondo sulla bieca storiella delle becere Pussy Riot, un caso giornalistico creato dal nulla che è in grado di mostrarci quanto il sistema dei media occidentale sia in preda di isterie sospette, per usare un eufemismo, quando la notizia si sposta in terre piene di petrolio, gas e potenziali dollari su dollari.
La traduzione qui segnalata è ripresa dal seguente link – http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10668&mode=&order=0&thold=0
Buona lettura. E se non basta l’articolo, non basta il mio precedente commento di oggi sulle Pussy Riot e così via, allora consiglio la visione del video al termine della pagina per constatare la consistenza del fenomeno che oggi andate difendendo a spada tratta, senza sapere, e peggio, senza chiedervi neppure perchè.
A marzo di quest’anno, tre ragazze dalla banda femminista punk-rock Pussy Riot sono state arrestate con l’accusa di “atti di teppismo motivato da odio religioso o di ostilità” per aver messo in scena una performance non autorizzata e profana nella Chiesa del Cristo Salvatore di Mosca.
Le tre donne arrestate - Maria Alyokhina, Nadezhda Tolokonnikova e Ekaterina Samutsevitch- dicono che la loro azione non aveva lo scopo di mettere in ridicolo la chiesa o di irridere i credenti, ma di voler attirare l’attenzione sulla repressione politica che esiste sotto la presidenza russa di Vladimir Putin.
“Non volevamo offendere nessuno … Le nostre motivazioni erano esclusivamente politiche”, ha detto la Tolokonnikova. Il processo alle tre ragazze avviene a Mosca, dove un verdetto è atteso da un giorno all’altro. L’accusa chiede una condanna a tre anni in un carcere di minima sicurezza.
Il processo ha attirato l’attenzione di tutto il mondo e una serie di celebrità, tra cui Sting, Madonna e Danny Devito hanno parlato per conto delle imputate. Ecco un estratto di un articolo della Reuters apparso Martedì mattina: ”Lunedì la pop-singer Madonna ha chiesto alla Russia di non incarcerare le tre Pussy Riot per la loro protesta in una chiesa, mentre l’ex tycoon del petrolio Mikhail Khodorkovsky , dal carcere dove si trova, ha paragonato questo processo ad una inquisizione medievale “. (Reuters)
È interessante notare cheil parere di Khodorkovsky è stato inserito tra il gran numero di articoli scritti su questo incidente, cosa che suggerisce che la copertura dei media faccia parte di un programma ben più ampio, per screditare Putin. Ricordiamoci che ”Nel mese di ottobre 2003, Khodorkovsky fu arrestato, portato a Mosca con l’accusa di vari reati di frode per evasione fiscale.” E, a maggio, 2005 i giudici hanno riconosciuto Khodorkovsky e Platon Lebedev colpevoli di sei capi d’accusa tra cui l’evasione fiscale e sono stati condannati a nove anni di carcere ciascuno.(BBC)
L’idea che un oligarca, calcolatore come Khodorkovsky sia una vittima innocente di una caccia alle streghe è una sciocchezza politica fasulla propagandata dai media occidentali. Putin l’ha sintetizzata meglio quando ha detto: “Un ladro deve stare in carcere”. Allora, che sta succedendo veramente qui? Perché la Reuters usa una citazione di Khodorkovsky, un criminale condannato, come titolo per difendere una banda punk-rock ?
Immaginate se Tony Hayward, della BP, fosse stato buttato in galera per aver inquinato il Golfo del Messico. Questo fatto lo qualificherebbe come esperto del sistema giudiziario americano? Allora la Reuters dovrebbe consultare Hayward anche sulle violazioni dei diritti civili?
Riusciamo a vedere quanto tutto ciò sia stupido?
Ha senso solo se i media sono parte di una più grande strategia segreta per attaccare Putin. E direi, dopo aver letto almeno trenta articoli sull’incidente alla chiesa del Cristo Salvatore di Mosca, che è esattamente quello che sta succedendo.
Non si tratta di Pussy Riot e della loro traversia legale, né di femminismo o di libertà di parola.
Sono tutte manovre politiche per mettere Putin in cattiva luce. Questo è tutto.
Basta dare un’occhiata a Google News. Fino a Lunedi scorso, c’erano 2.453 articoli su Riot Pussy, e tutti in lode delle ragazze coraggiose che si sono messe contro Vladimir il Terribile e rischiano per questo sette anni . In pratica questo è il succo della storia. Si ripetono sempre le stesse cose noiose: “Pussy buone – Putin cattivo”.
Ora non sarebbe bene pensare che in un paese di religiosi-fanatici come gli Stati Uniti, almeno un paio di giornalisti avrebbero difeso la posizione della chiesa o avrebbero dovuto trovare una colpa in quello che hanno fatto le ragazze? Certamente, ma non ho trovato nessun articolo di questo genere, motivo per cui la copertura mediatica “puzza”.
Allora, facciamo un piccolo esperimento e scaviamo un po’ più a fondo su questo argomento : Supponiamo che un banda punk-rock di ragazze faccia irruzione nella Cattedrale di St Patrick o in una Sinagoga ebraica nel centro di Manhattan e requisisca l’altare per fare una performance rauca e blasfema che deride i credenti e anche Barack Obama.
I media le darebbero un appoggio come hanno fatto con Riot Pussy? No di certo. L’idea è assurda, giusto?
Allora, dove è la differenza ? E’ Putin la differenza.
I media stanno a caccia di Putin. E -un’altra cosa – in America le ragazze sarebbero state scortate come lo sono state premurosamente a Mosca o le avrebbero colpite con il taser, con spruzzi di pepe, bastonate e trascinate in catene da un piccolo esercito della polizia di NY ?
Tutti conoscono la risposta esatta.
Oggi probabilmente sarebbero tutte ancora in ospedale. Non si scherza con NYPD! Ai media non piace segnalare le violazioni delle libertà civili in patria. Preferiscono puntare il dito contro gli altri.
Ecco perché ci sono 2500 articoli che difendono le povere Pussy Riot abusate ma non c’è una parola su Bradley Manning, Julien Assange o sulle migliaia di manifestanti di Occupy che sono stati gasati, presi a pugni e incarcerati durante le proteste dello scorso anno.
Le idee di queste persone non appaiono in prima pagina né come campioni dei diritti civili, come Khodorkovsky, perché non sono ricchi e potenti e non hanno un servizio di propaganda per difendersi. Sono invisibili. A proposito, avete mai sentito se le Pussy Riot, le tre stelle nascenti, sono state sbarcate fuori da un penitenziario in una remota isola dove sono arrivate su una lancia o se sono state tenute sveglie per settimane ascoltando musica a pieno volume o spogliate e lasciate nude in una cella frigorifera, o alimentate a forza con un tubo di plastica spinto verso l’alto senza anestesia, e costrette a rannicchiarsi in ginocchio per dodici ore di fila?
Avete sentito parlare di questo? Naturalmente, no. Perché il “tiranno” Putin non tortura la gente che ha arrestato.
Solo gli Stati Uniti trattano i loro prigionieri in questo modo, e questa è un’altra ragione per cui i media devono parlare tanto di questa storia delle Pussy. Dovrebbero parlare del trattamento terribile che subiscono i prigionieri in custodia statunitense, non tirare pietre contro Putin. E questo vale il doppio per i procedimenti legali.
Che cosa hanno da criticare i giornalisti americani sul cosiddetto “processo spettacolo” di Mosca, quando dei sospetti terroristi incarcerati a Guantanamo non c’è nessuna prova? Ci avete pensato?
A Guantanamo non hanno nessun diritto , non hanno diritto a comparire davanti a un giudice, non hanno diritto ad una giuria di loro pari, non hanno diritto di dimostrare la propria innocenza. Zero libertà nella “terra degli uomini liberi”.
Ma i giornalisti ben informati che seguono il processo Pussy non pensano che vale la pena di parlarne nemmeno per un paragone. Non è che vi sembrerà un po’ strano?
Ora c’è una clip di Spencer Ackerman per la rivista Foreign Policy: ”Pussy Riot è – per prendere in prestito le parole di Clash per un secondo – l’unica band che conta. Quello che decideranno i giudici quasi non ha importanza. Le tre ragazze di Pussy Riot – un esplosivo, odioso incrocio tra una band e un gruppo di dissidenti russi anonimi – hanno, in un certo senso, già vinto il loro processo farsa a Mosca. Ogni giorno che va avanti il loro processo per “atti di teppismo motivato da odio religioso”, richiamano l’attenzione internazionale per la repressione paranoica nella Russia di Vladimir Putin. “ …Le tre ragazze non hanno fatto solo vergognare Putin e incriminato il suo gangsterismo, ma hanno svincolato lel aspirazioni di una cultura di protesta globale. ” (” Il Punk è di nuovo una minaccia ” -Spencer Ackerman, Politica Estera).
Urrà per le “Pussy Riot” ! Boo per ”Vladimir Putin”!
Mai letto tante stupidaggini tutte insieme ? Le Pussy Riot non sono Martin Luther King. (Mi dispiace darti la notizia, Spence.) Sono “utili idioti” in uno schema per buttare fango contro Putin.
Sapevate che Putin è probabilmente il leader politico più popolare nel mondo di oggi? E ‘vero. Ha appena conseguito una schiacciante vittoria nelle elezioni presidenziali facendo un pieno del 63,6 % di voti, più di ogni presidente americano nella storia recente. E, a differenza delle elezioni negli USA, le schede non sono state conteggiate da macchine di proprietà dei “corporate” delle quali i proprietari possiedono un codice che non permette nessuna indagine pubblica sui risultati.
No, quella era una vera e propria elezione, dove persone di carne e sangue hanno votato e le loro schede sono state contate veramente.
Secondo Russia Today: ”L’organizzazione complessiva del processo elettorale e tutto il sistema di monitoraggio hanno avuto un feedback positivo da parte della maggior parte degli osservatori indipendenti russi e internazionali.” Naturalmente, i media statunitensi sostengono che il voto è stato truccato, ma questo perché l’uva è troppo alta.
La verità è che Putin è preso a calci in culo. Ma questo che cosa prova? Dimostra che il popolo russo è troppo ingenuo o che i media occidentali diffondendo solo notizie false.
Allora, qual è quella buona?
Anche le elezioni dimostrano che la maggior parte dei russi non condividono le opinioni delle Pussy Riot su Putin. La maggior parte delle persone non vuole ”far fare i bagagli a Putin “, come hanno detto le ragazze nella loro cosiddetta “preghiera di protesta”. E questo è comprensibile, anche perché Putin ha fatto aumentare il tenore di vita alla maggior parte dei russi. Ha ridotto la povertà, l’alfabetizzazione è migliorata, e ha ridotto della metà il numero di persone che vivono in estrema povertà.
La vita è meglio sotto Putin. Non perfetta, ma migliore … a meno che tu non sia un oligarca del petrolio, allora no.
Poi le cose sono abbastanza tristi. I media si sono ostinati contro Putin da qualche tempo, da quando cioè ha contestato l’idea di un mondo che dovrebbe essere controllato da “un solo centro di autorità”. (In un discorso a Monaco nel febbraio 2007).
Ai pezzi grossi di Washington non piace questo genere di discorsi. Li turba perché a loro non piace il modo in cui Putin critica la politica estera americana. Ecco perché hanno mandato i loro giornalisti – cani da attacco – a incriminare Putin come un “delinquente della KGB” o un “despota autocratico”, perché vogliono rimetterlo al posto suo.
Ciò che Washington vuole veramente è un cambiamento di regime. Vogliono un fantoccio simile a Karzai per sostituire Putin in modo che possano mettere le mani (sporche) su tutto il favoloso petrolio e gas naturale.
Questo è quello che vuole veramente. Pussy Riot è solo un altro passo lungo il percorso.