Pato non trova pace
Che il papero rossonero non stia attraversando il miglior periodo della sua ancora brevissima carriera è un dato di fatto. Che per il momento non abbia ancora mostrato un carattere di ferro, una determinazione impeccabile e una cattiveria agonistica adeguata appare evidente. Nonostante questo, però, le due reti messe a segno nel rocambolesco pareggio interno con l’Udinese dimostrano che nonostante tutto il campione c’è ed è sempre decisivo. Eppure sembra non bastare.
L’impressione è che Pato sia diventato il parafulmine dei malumori che gravitano intorno all’ambiente rossonero. Esemplare, in questo senso, è il fatto che il nostro numero 7 sia oggetto delle quasi quotidiane strigliate dei senatori, Gattuso in primis, e di Ibra, che sembra essere stato immediatamente cooptato nel gotha di chi tiene ben salde le redini dello spogliatoio. Con Allegri che, di fronte a questa situazione – per descrivere la quale i più perfidi rispolvererebbero la definizione di nonnismo – non dà segni di reazione. Anzi, quasi a voler dar ragione ai presunti “nonni”, il nostro tecnico ha pensato bene, a Lecce, di sostituire il brasiliano a partita in corso, senza pensare che, magari, sarebbe tornato utilissimo nel finale di partita, nel caso – puntualmente verificatosi – in cui il Lecce avesse raggiunto il pareggio.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Non è che dopo le avances estive del Barcellona, i complimenti e gli apprezzamenti che arrivano periodicamente da Londra, gli ammiccamenti dei dirigenti del Real Madrid dello scorso anno, la dirigenza rossonera ha deciso di mettere a frutto l’investimento, magari cedendo Pato a fine campionato? Non è che, magari, l’ambiente lo sta lentamente ma inesorabilmente scaricando? Il mio augurio è che questa sia soltanto una congettura, ma il timore è vivo. Così come l’ipotesi è verosimile.
Cedere Pato, quindi. Per sostituirlo con chi? I segnali in questo caso sono inequivocabili e portano tutti a quel Mario Balotelli che più volte si è dichiarato rossonero fino al midollo e che non vedrebbe l’ora di indossare la nostra casacca. Tutto bene quindi? Ma nemmeno un po’. Basta accostare i numeri dei due quasi coetanei attaccanti per capire che se Pato è a tutti gli effetti un fenomeno, Balotelli è soltanto una grande promessa che rischia, oltretutto, di restare incompiuta. Pato, 21 anni compiuti a settembre, ha già collezionato 88 partite con la maglia rossonera mettendo a segno 44 reti. Esattamente un gol ogni due partite. Una media che basterebbe per etichettare come campione un bomber nel pieno della sua carriera.
Balotelli ha un anno di meno ma in 59 partite con la maglia dell’Inter ha segnato con una media di un gol ogni tre gare. Già questa statistica sarebbe sufficiente per intuire che scambiare un Pato per un Balotelli non è un buon affare. A questi numeri va anche aggiunta una valutazione caratteriale. Già Pato – che è e resta un ragazzo educato e disponibile – nello spogliatoio rossonero sembra avere i suoi problemi. Ma con tutti i suoi presunti difetti di certo è più serio e umile di chi, pur non avendo ancora dimostrato nulla o quasi sul campo, non ha pudore a dichiarare alla stampa di essere il migliore del mondo.
Il cambio, quindi, non avrebbe molto senso. A meno che non si voglia vedere questa possibile operazione da un altro punto di vista, in questo caso poco tecnico e molto economico. Già, perché il nostro numero 7, per talento, età e fama, è al momento il giocatore più quotato – a livello di cartellino – della rosa rossonera. Non è difficile pensare che una sua eventuale cessione possa portare nelle casse societarie una cifra avvicinabile a quella incassata per l’addio di Kakà. Pato il suo valore e il suo potenziale lo ha già dimostrato e ha soltanto 21 anni. Tanto per essere chiari, meno di 45-50 milioni non vale. Sulla cifra che la seconda squadra di Manchester potrebbe pretendere per far partire Balotelli invece pesano molti fattori, dalla volontà del giocatore alla sua disciplina, dalle pressioni del suo procuratore agli umori di uno spogliatoio che non sembra gradire le intemperanze del bresciano di adozione.
Ed ecco che si potrebbe ricreare uno scenario simile a quello che ha portato Ibra in rossonero: prezzo di favore con pagamento in comode rate. E da questo ipotetico “import-export” di attaccanti, facendo i conti della serva, il Milan potrebbe uscirne con un attivo di qualche decina di milioni di euro: una manna per un bilancio ancora gravato dai pesanti ingaggi dei senatori, destinati – ahimé – a essere quasi tutti rinnovati.
Fantacalciomercato? Per ora sì. La verità la sapremo il 31 agosto prossimo. Per ora possiamo soltanto fare ragionamenti. Uno in particolare: nell’attacco del Milan 2011-2012 al momento è sicura la presenza di Ibrahimovic, Pato, Robinho, Cassano e Inzaghi. A questi dovrebbe aggiungersi un quinto elemento, di seconda fascia diciamo, pronto a subentrare in caso di necessità. Un Matri , un Maccarone o un Paloschi, per intenderci. A giocarsela sarebbero sostanzialmente in quattro, per due posti disponibili.
Da come proseguirà il corteggiamento del Milan verso Balotelli capiremo a quale destino andrà incontro Pato. Su una cosa sarei pronto a scommettere: sul fatto che Balotelli e Pato, nel Milan, non giocheranno mai insieme. Scommetterei. Sperando, ovviamente, di essere smentito clamorosamente dai fatti.