Finalmente quella buona anima di Zlatan Ibrahimovic riposa per una settimana. Anzi due, visto il rosso diretto. Vi assicuro: non ho niente contro di lui. Ma si vede ormai da un pò di tempo che è dannoso tenerlo in campo in queste condizioni psico-fisiche. La pausa forzata gli farà bene.
Se farà bene agli altri lo scopriremo nel prossimo match up contro il Palermo. Due passi avanti, tre indietro. Il bello è che dalla nostra diretta avversaria stiamo ricevendo aiuti in quantità industriale e contro formazioni che sulla carta si presentano più deboli. Oggi, per solidarietà, non abbiamo voluto allungare in maniera netta e decisa. Pazzesco il diverso rendimento del Milan tra casa e trasferta. Pazzesca sta partita in cui il fanalino di coda del massimo campionato addirittura fa ammonire il proprio portiere per perdere tempo in una partita, di fatto, per loro completamente inutile {!}.
La formazione di Allegri a San Siro nell’anticipo delle 12.30 della 29a giornata sorprende tutti in negativo, salvo poi reagire veementemente nella ripresa. Il Milan pareggia 1-1 col Bari e sale a +5 sull’Inter. Vantaggio degli ospiti al 39′ con Rudolf. Nella ripresa annullati due gol a Robinho e Ibrahimovic. Al 28′ espulso lo svedese per un colpo in pancia a Rossi. Al 37′ il pareggio di Cassano: un segnale che forse per Tania è meglio prendersi una vacanziella?
Amalo, pazzo Milan, amalo? Se falliamo contro il Bari, semo matti cit. Max. Allora, vai con il coro. Diamo uno sguardo in casa delle due squadre: Boateng non recupera e non è stato convocato, così come Oddo e Jankulovski. Allegri ritrova Van Bommel e Cassano, inutilizzabili in Europa. In difesa, Antonini si riprende il posto che va a raddoppiare dalle parti di Alexandre Merkel. Nel Bari Gazzi è squalificato, mentre Almiron colpito da una gastroenterite va comunque in campo. In teoria è un 4-4-2 offensivo, ma in verità la formazione pugliese si affida alle ripartenze, se ne stanno belli coperti e rintanati in attesa di fare lo scherzetto alla capolista. Il Milan butta alle ortiche il primo tempo e fa scappari i buoi prima di chiudere il recinto: senza cuore e senza denti, ovvero gara affrontata lasciando l’impatto fisico e tecnico nello spogliatoio.
La situazione di Ibrahimovic è palese quando manca l’aggancio su un meraviglioso pallone datogli da Thiago Silva. Macchinoso, lento e incazzato per questo. Nonostante questo il primo squillo della formazione di casa dalle parti della porta difesa dall’estremo difensore del Bari è la sua clamorosa punizione al 27esimo. La squadra quasi avverte il momento no e si appisola su se stessa – anche se, di fatto, non ha mai smesso la sveglia – e concede il vantaggio all’avversario per una sciocchezza che potrebbe compromettere una stagione: completamente dimenticato Rudolph – non quello della canzone Run, Run, Rudolph – sul calcio di punizione al 39esimo di Almiron.
Stop e girata in diagonale, Abbiati può solo guardare.
Ibrahimovic lotta con il guardalinee e la sua bandierina, Robinho corre a vuoto, Pato non si accende. Allegri inserisce Emanuelson per dare spinta e poco dopo Cassano. Il Milan comincia a girare, puntualmente, quando ormai si è sommersi: al 46′ e al 60′ due reti annullate, rispettivamente a Robinho per fuorigioco e a Ibrahimovic per fallo di mano. Nella seconda occasione lo svedese prende il giallo e s’innervosisce: prologo dell’ingenuo cartellino rosso per fallo di reazione su Marco Rossi. Un pugno al fianco del centrale barese che potrebbe significare ‘addio derby’.
Paradossalmente l’inferiorità numerica sveglia il Milan ed è l’unica nota positiva che colgo da questa partita: all’82′ Antonini sfugge a sinistra e pennella il cross sul destro di Cassano, volée perfetta che trafigge Gillet. Non esiste un altro gioco al Milan se non affidarsi alle giocate dei singoli. Un singolo – uno svedese – ha monopolizzato questi sette mesi: nel caos che poteva consumarsi alle 12.30 quando uno dovrebbe digerire le proprie fettuccine al ragù, la squadra ha trovato la maniera di rialzarsi senza questo singolo. Se non siamo matti, troveremo presto un nuovo singolo a cui essere dipendenti – perchè ormai un gioco non lo si troverà più.
Il Bari è vivo e con Huseklepp e Bentivoglio sfiora la seconda marcatura. L’ultimo sussulto al 90′: Gillet si oppone ad Abate, poi Almiron respinge la ribattuta a colpo sicuro di Emanuelson. Quando Brighi fischia la fine, si diffonde odore di occasione persa.
Ma per come si era messa, quello del Milan è un punto guadagnato – in teoria.