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Milan Kundera, ragionamenti sulla musica. Ovvero: sragionamenti d’una sera di marzo

Creato il 08 marzo 2012 da Scribacchina

Milan Kundera

«L’inscindibile legame tra le Arti.
Il connubio tra ciò ch’è bello e ciò ch’è eccelso.
La magìa della scoperta, lo stupore nel considerare come altri sia riuscito a trasformare in parole ciò che per voi era soltanto sensazione, profumo, suono, incanto».
(m’autocito, soliti lettori; il che non fa mai male).

***

Ebbene, sì: come a tutti, capita pure alla sottoscritta di stupirsi di fronte ad uno scritto.
Pel tramite d’una serie di circostanze fortuite, entrai in possesso pochi giorni fa del bel volume L’insostenibile leggerezza dell’essere, opera del talentuoso Milan Kundera. Pagine che tuttora stanno incantando la vostra Scribacchina: vuoi per talune situazioni descritte, vuoi per talaltre strane assonanze, vuoi per precisi ragionamenti legati alla musica, al silenzio, al suono della parola. Ragionamenti ch’erano per me, da sempre, soltanto sensazione, e che grazie alle parole di Kundera son diventati materia tangibile, ragionabile, visibile. Viva.

Ho ora la riprova (se ve n’era bisogno) che due arti – letteratura e musica – posson miscelarsi, legarsi, slegarsi, perdersi per poi sempre ritrovarsi. In un istato di grazia e splendore ch’è tanto bello da lasciar senza fiato.

Reputo sia il caso di riproporvi un breve passo dal volumetto di cui sopra, certa che lascerà un segno, un piccolo solco pure nella vostra anima:

«La musica… l’arte che più si avvicina alla bellezza dionisiaca intesa come ebbrezza. Un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della Nona di Beethoven, della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók o di una canzone dei Beatles».


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