L’assorbimento del trequartista avversario nell’uno/due-
“Di chi è ‘sto c***o di taglio?”, quante volte questa domanda, di chiara marca Oxfordiana, ha rotto il silenzio attonito dei nostri vicini di posto allo stadio dopo un gol preso sempre allo stesso modo…
Il trequartista avversario: l'uomo che spesso sfugge ai nostri "radar" difensivi.
Lo sappiamo, il Palermo domani sera schiererà in campo un giocatore che rappresenta un certo rimpianto per noi tutti -non solo per chi in lui rivede Ricardo Kakà-: Javier Pastore.
E già si trema!, perché basta riavvolgere anche di poco il nastro della memoria per ricordare travasi bilici di una certa importanza, quando il rifinitore lo schierano i nostri avversari.
Premettendo che ogni difesa a zona “soffre” la posizione del trequartista avversario ed il suo assorbimento quando va dentro in triangolazione con una delle punte, sappiamo che il Milan il gioco del trequartista avversario… lo patisce un po’ di più!
In breve, va da sé, porto all’attenzione degli amici del Milan Night due possibili soluzioni al problema: la prima prevede, su palla coperta, che il difensore centrale esca e prende il 3/4ista permettendo ai centrocampisti di presidiare meglio lo spazio e non rinculare schiacciandosi; la seconda, su palla scoperta, è quella più prudente, ovvero, è il metodista che scherma “il cono di giocata” fra i due centrali prendendo il rifinitore avversario.
Sappiamo che non è così semplice, però: sono infatti le successive combinazioni di gioco delle punte e del rifinitore avversario a metterci in difficoltà: sull’uno/due degli avversari davanti alla nostra difesa, dobbiamo farci una domanda: “’sto benedetto taglio è… di chi lo vede o della zona?”
Una volta sarà Nesta ritenuto “colpevole”, ora Thiago, ora Pirlo. Capiamo da soli che qualcosa non quadra “a monte”… La questione per me è molto più semplice, quindi meno superficiale, perché alla fine della fiera non è additando un nostro giocatore troveremo la soluzione: il problema è l’organizzazione, il dialogo esplicito fra i giocatori che difendono questa situazione, quindi il coinvolgimento d’insieme.
Se è vero com’è vero che la difesa a quattro del Milan risponde ai principi che regolano la marcatura a zona, la “prima presa” sarà deputata al metodista, il taglio dentro -movimento- spetterà al difensore centrale: è la posizione della palla che determina la marcatura, quindi il portatore che gioca il primo scambio dovrà cadere nel movimento “seguo_mollo”, per esempio.
A Roma una situazione simile: Hernanes è preso da Pirlo che lo assorbe, ma lo accompagna “consegnandolo” a Nesta che tentenna; Floccari dopo aver aperto lo spazio per ’inserimento del compagno, taglia dentro e anticipa Thiago. Esempi anche più calzanti, anche per la strutturazione dell’avversario-, ne abbiamo al derby dell’anno scorso.
Ora, ai miei occhi è piuttosto evidente: il problema è alla base e risiede nell’organizzazione, meno negli interpreti: abbiamo visto prendere gol simili -certo con diversa frequenza-, a Obi Mikel e Terry… ad altre “coppie imputabili” e del tutto differenti tra loro. Ma sempre medesimo abbiamo osservato il comportamento dell’avversario che era stato semplicemente… più bravo! -è calcio, non algebra-
Perché allora talvolta vediamo Pirlo seguire l’inserimento fin dentro l’area?, e dopo mezz’ora, nella situazione, lo stesso movimento “è preso” da Nesta?
In figura: uno/due del trequartista con la punta che va incontro e lo mette davanti al portiere.
Non è questa la palestra per discutere sulla bontà della marcatura a zona o se sarebbe preferibile adottarne di altro genere: mi rendo conto dell’estrema specificità del post, ma altrettanto i commenti che raccoglie il Night -e non solo in questi post di tattica, sia chiaro -, mi han spinto a scriverne. La rara banalità degli interventi, la voglia di tentare di “capire”-per davvero- quel che non va, mi ha spinto a farlo. Ne “parleremo” insieme, come deve essere in un Blog che prima di tutto pensa… anche e soprattutto quando s’incazza.
Se dei singoli ho detto la mia personale opinione, non altrettanto ho fatto per quel quel che riguarda una possibile soluzione che non è tanto o solo tecnica, quanto… psicologica: quella del coinvolgimento, della ricerca del migliorarsi giocando insieme.
Essere meno “teneri” nella presa dell’avversario, non lasciarsi attirare “fuori” facilmente, osservare meno la palla e di più l’avversario pericoloso… a Nesta, Pirlo e Thiago Silva lo si può chiedere di certo, magari per un traguardo che non sia un’ utopia; e far capire che questo traguardo lo si costruisce domenica dopo domenica, sarebbe il risultato più grande.