Milan-Roma: presentazione della gara

Creato il 17 dicembre 2010 da Gianclint

–Contro la qualità della Roma giocare “di squadra”-

Partiremo da una peculiarità dei giallo-rossi: “la maschera”. Se andiamo a leggere qualsiasi specchietto di presentazione della formazione della Roma troveremo il 4.3.1.2. con il tridente formato da Borriello, Totti e Menez. In realtà Ranieri cambia tanto non solo inserendo Vucinic o Simplicio, ma chiedendo ora a Borriello, ora a Totti, di accorciare verso il centrocampo e “andare a giocare”: gran movimento delle punte per favorire gli inserimenti dei centrocampisti e dei terzini, creare l’1 vs 1 laterale.

Jeremy Menez: estro e fantasia al servizio della Roma.

L’uomo più imprevedibile del trio d’attacco giallorosso è Menez: se formalmente si presenta come rifinitore dietro alle due punte (di cui una è Totti, che trovo riduttivo definire così), in realtà, è il giocatore che più sorprende se osserviamo dove va a prendere il pallone. Nella trasferta con il Chievo, più nel cuore del centrocampo; a Palermo largo e basso, quasi a sovrapporsi al terzino destro. Non c’entra il modulo delle avversarie quindi (4.3.1.2.), piuttosto il modo col quale la Roma difende e vuol ripartire in transizione.

La Roma contro la Juve (4.4.2.), quando attaccata lateralmente, rinculava con sorprendente velocità, lasciava l’uno contro uno sulla fasce, e “invitava” al cross: con Juan a comandare la linea alla corretta distanza, e Mexes e i mediani -non ultimo De Rossi- coprivano la zona. Ma proprio su un cattivo posizionamento delle linee, da una giocata di classe di Aquilani, veniva il gol in girata di Iaquinta.

Il Milan si sa, attacca per vie centrali: non è una novità per il calcio di Allegri; Abate sta trovando una buona continuità negli attacchi, comunque centellinati (finalmente si punta ad arrivare a crossare dal fondo!), ma nello sviluppo dell’azione, la rifinitura laterale passa per i piedi di Ibra per l’inserimento centrale di centrocampisti e/o della seconda punta che attacca il palo scoperto.

Un palla persa “anche in alto” potrebbe essere “letale”, se resteremo “lunghi”, “impauriti”, se questa passerà dai piedi di Pizarro, ma non solo; nella Roma, De Rossi ha qualità per giocare efficacemente l’uscita e, come sappiamo, guai a concedere troppo spazio alla giocata di chi ha piedi buoni. Anche da questo aspetto, rispetto alle ultime gare si apre uno scenario diverso per difficoltà intrinseca dell’avversario, per qualità tecniche, fisiche e mentali.

Contro la qualità della Roma, mantenere lo stesso atteggiamento d'impatto delle ultime uscite potrebbe ancora rivelarsi determinante.

Un dispositivo che adotta il Milan, per difendersi e al contempo attaccare al meglio, è quello del pressing ultra-offensivo; quel che facciamo è chiaro: ci piace fare uscire la palla dai piedi del terzino avversario, e sarà il nostro laterale a coprirla (se basso), oppure, sulla costruzione successiva, giochiamo l’anticipo sulle punte che svariano con i difensori centrali. Una quantità di palle scoperte notevolesituazione  da saper gestire con attenzione, ancor di più con l‘assenza di Thiago Silva.

Sampdoria, Brescia, Bologna: per diverse ragioni -aldilà dei nostri meriti, s’intende-, le nostre ultime avversarie han faticato a proporsi proprio con ripartenze efficaci; la qualità che la Roma ha nel mezzo -e davanti!- credo sia una discriminante piuttosto evidente. Ma il risultato in sé non fa la parte del leone in questi post e (quasi) mai la prestazione del singolo, che se mai preferiamo inserire in un contesto d’insieme: ricordiamo quindi le gare contro Palermo e Fiorentina dove la spia rossa si accese più di una volta in campo su analoghe situazioni tecniche e tattiche che si ripresenteranno con certezza sabato sera. Non dovremo restare schiacciati sui nostri difensori, allungati da un centrocampo che rincula troppo, concedendo spazio tra le linee.

La Roma ha inoltre portato al gol nove suoi differenti giocatori: questo ci indica come il movimento delle punte, la capacità di muoversi “per i compagni”, porti con continuità ed efficacia l’inserimento dei cc. Non solo: grande attenzione si dovrà prestare sui calcio d’angolo, dove la Roma sa essere puntuale difensivamente e efficace in avanti; così sulle punizioni a favore, con Totti e gli altri tiratori che riescono a coprire tutto il ventaglio di soluzioni che il tiro da fermo offre, da quello potente a quello liftato.

Ancora di più delle precedenti gare, sarà l’attacco “a dare” i connotati della nostra gara: è il comportamento tattico adottato dalle punte che spinge a determinare il nostro gioco e la gestione della gara; giocare un pressing che porta “uomini vicino alla palla” implica necessariamente dover tenere la squadra corta, che conceda poco spazio alla giocata, che riduca il campo da coprire: correre meno, per correre meglio. Se un reparto darà l’indirizzo della nostra gara, la via dovrà essere un percorso comune, con il nostro undici ancora una volta compatto in campo solo se lo sarà prima negli intenti comuni di squadra.


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