Con 312 voti favorevoli e 305 contrari al respingimento dell’arresto, il governo può andare avanti, seppur debole come non mai. I conti infatti non tornano. Mancano sette voti all’appello, quasi certamente da rintracciare nello schieramento leghista. Sette franchi tiratori sebbene non siano pochi, comunque non sono abbastanza. Ci si aspettava che la segretezza del voto potesse favorire un moto di coscienza nei parlamentari, o anche solo lo sfogo di certe acredini nei confronti di Milanese e soprattutto di Tremonti da parte dei suoi alleati. E il fatto che il ministro dell’Economia non fosse in aula lascia intendere molto bene in quale clima si sia svolta la votazione. Ora tocca vedere quale sarà il prezzo da pagare alla Lega per l’ultimo soccorso prestato a Berlusconi. Perché, questo è fuor di dubbio, Bossi chiederà qualcosa in cambio. Cosa non lo sappiamo, ma ce ne accorgeremo presto.
Insomma, facendoci forte dell’ennesima sconfitta della nostra classe politica, possiamo arrivare a questa conclusione. Che nemmeno la segretezza del voto è riuscita a indurre i nostri parlamentari a uno scatto di dignità e di decenza. Il Parlamento, per salvare Berlusconi dai giudici, è riuscita nell’ardua impresa di tradire persino la sua originaria natura: quella del traditore.
Fonte: L'olandese volante