MILANO. Ambiente, meglio il concime naturale: deroga “pro bio” alla Direttiva Nitrati.
Creato il 01 marzo 2016 da Agipapress
MILANO. Meglio il concime naturale
di quello chimico. Così le aziende agricole della Lombardia e del Piemonte che
lo richiederanno potranno usare fino a 250 chili di fertilizzante zootecnico,
contro i 170 permessi finora e che dovevano essere poi integrati da un apporto
chimico.
La decisione è stata presa dalla Direzione generale dell’Ambiente della
Commissione europea per il quadriennio 2016-2019 e vale per le regioni
Lombardia e Piemonte.
“Si tratta di un positivo passo
avanti verso la revisione di quella mappa delle zone vulnerabili per la quale
ci stiamo battendo da anni insieme alla Regione e del Ministero che non hanno
mai fatto mancare il loro impegno in questi anni” spiega Ettore Prandini presidente
di Coldiretti Lombardia.
La deroga “pro biologica” alla
Direttiva Nitrati coinvolge ogni anno almeno 260 aziende zootecniche, ma sono
oltre 500 quelle potenzialmente interessate alla sua applicazione.
“Ma l’obiettivo finale – prosegue Prandini
- è una ridefinizione globale delle zone vulnerabili, considerato che le
ultime ricerche scientifiche hanno spostato dal settore agricolo a quello
residenziale il baricentro delle responsabilità dell’inquinamento da nitrati in
diverse aree della pianura padana. Fino a poco tempo fa, per comodità e
interesse, tutto o quasi veniva addebitato agli allevamenti zootecnici, sulla
base di indagini vecchie di oltre 20 anni, mentre adesso si è visto che
l’impatto maggiore viene proprio da altre realtà”.
Una nuova impostazione della mappa
delle zone vulnerabili, spiega Coldiretti Lombardia, è strategica per garantire
la sopravvivenza di un comparto che, oltre al drammatico crollo dei prezzi alla
stalla di carne e latte, deve fare fronte a costi crescenti compreso quello dei
terreni aggiuntivi per rispettare i parametri della Direttiva Nitrati, tanto
che negli ultimi 10 anni la Lombardia ha perso quasi 3 mila allevamenti da
latte e circa 600 mila suini negli ultimi
sette anni.
Il tutto in una regione – aggiunge
la Coldiretti Lombardia - che vale la metà di tutte le cosce per prosciutti Dop
prodotti in Italia, dove si produce il 40% per del latte italiano e che è la
culla del Grana Padano, del Bitto, del Taleggio e di tanti formaggi Dop
campioni nelle esportazioni all’estero così importanti per il rilancio
economico dell’Italia. L’agricoltura lombarda – spiega la Coldiretti regionale
– offre lavoro a quasi 72mila persone contro le poco più di 67mila registrate
nel 2009 quando è scoppiata la grande crisi mondiale.
“Direi – conclude Prandini - che
vista la situazione è il caso di mettere in campo tutte quelle misure, anche a
costo zero, per irrobustire la ripresa dell’economia e la sistemazione delle
zone vulnerabili è proprio una di quelle”.