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MILANO: DIPINTI IN VALPADANA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO |Presentazione del libro

Creato il 15 gennaio 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

Header.4Lunedì 27 Gennaio 2014, ore 17.30

Università Cattolica del Sacro Cuore
Largo Gemelli 1, 20123 Milano
Aula Cripta

DIPINTI IN VALPADANA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO
Studi al Museo di Belle Arti di Budapest in ricordo di Miklós Boskovits

Interverranno
Marco Rossi
Andrea De Marchi
Marco Carminati
Francesco Frangi

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Conoscitore tra i più raffinati della pittura italiana del Medioevo e del primo Rinascimento, Miklós Boskovits (Budapest  1935 – Firenze 2011) ha costantemente affiancato alle sue ricerche specialistiche un’attività didattica di straordinaria intensità, che ha fatto di lui un vero maestro di metodo.
In tutte le sedi universitarie che l’hanno visto operoso, l’insegnamento di Boskovits si concretizzava non solo nelle lezioni canoniche, ma anche in un lavoro seminariale che prevedeva l’analisi ravvicinata delle opere d’arte, con l’obbiettivo di redigere delle schede scientifiche in grado di dare conto dei requisiti stilistici, dei problemi iconografici, oltre che delle prerogative tecniche e materiali di ogni manufatto.
Si trattava, per gli studenti, di una formidabile palestra nella quale si potevano trovare tutti i fondamenti per un approccio rigorosamente filologico agli studi storico-artistici.
È proprio nel ricordo di quella fondamentale esperienza formativa che è nata l’idea di questo volume, realizzato in segno di omaggio dagli allievi che hanno frequentato i corsi e i seminari di Miklós Boskovits durante i suoi anni di insegnamento all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 1980 al 1995.
Il libro raccoglie le schede di un nucleo di oltre venti dipinti dell’Italia settentrionale conservati nelle collezioni del Museo di Belle Arti di Budapest e comprendente, tra le altre, opere di Biagio da Traù, Michele Giambono, Bono da Ferrara, Liberale da Verona, Martino Spanzotti, Bergognone, Bernardino Luini, Marco d’Oggiono, Andrea Previtali, Moretto e Gian Francesco Bembo.
Capolavori conclamati ed esemplari meno noti sono così stati sottoposti al vaglio di un’accurata indagine che non ha mancato di riservare importanti novità.
Il progetto ha potuto avvalersi della generosa collaborazione dei conservatori del Museo di Belle Arti di Budapest, nelle persone di Dóra Sallay, Vilmos Tátrai, Axel Vécsey e Zsuzsanna Dobos, che oltre a rendere disponibili i materiali custoditi presso l’archivio del museo, hanno favorito la realizzazione di un’apposita campagna fotografica di eccezionale qualità dei dipinti studiati.

Daniela Mezzela
Ufficio Stampa


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