MILANO. Nell’incontro con la stampa tenutosi stamattina in
Assolombarda Confindustria Milano, Monza, Brianza, Confindustria Pavia ha
presentato lo studio di fattibilità “Progettare la città ideale-Vigevano nel
sistema metropolitano milanese” commissionato dagli industriali pavesi e
realizzato da Fondazione Romagnosi (Università di Pavia) e dalle Università
Bicocca e Cattolica di Milano
“Vigevano
è la prima città in Italia a fare richiesta di ingresso in una città
metropolitana, quella di Milano, la più importante economicamente in Italia” ha detto il presidente di
Confindustria Pavia Alberto Cazzani, nell’aprire
l’incontro con la stampa. “È una mossa importante, perché Vigevano è la
dodicesima città lombarda per popolazione ed è un centro di un sistema
socioeconomico territoriale che comprende circa 130 mila abitanti”.
Cazzani ha spiegato che «il caso Vigevano nasconde
un problema ben più grande. E cioè le incognite che pesano sul riassetto degli enti
locali secondo la riforma Delrio. Il sistema metropolitano milanese è ben più
vasto della vecchia provincia di Milano.Il Presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca,
l'ha detto già in modo chiarissimo all'assemblea del 2014, quando ha presentato
come benchmark il caso di Barcellona e ha parlato di
un'area grosso modo compresa in un raggio di 60 km da Milano. Quindi la
governance del sistema metropolitano milanese non riguarda solo Vigevano, che
ha avuto il merito di cogliere l'importanza di questa novità istituzionale.
Riguarda tutti i medi centri urbani limitrofi all'attuale Città
Metropolitana, molte province lombarde e gran parte di quella pavese».
La proposta degli industriali pavesi allora è
di aprire un cantiere di lavoro più ampio, volto a due
prospettive ben precise: “allargare i confini della Città
Metropolitana che sono
inadeguati - ha precisato
Cazzani -. Il secondo punto è
stabilire quali forme di relazione tra chi è dentro e chi, pur
essendo fuori, ha strette relazioni socioeconomiche con Milano. Non è pensabile
né che i confini della città metropolitana siano rigidi e immodificabili, né che
essa si allarghi fino a comprendere l'intero sistema metropolitano milanese”.
Ma vediamo quali
sono i punti essenziali dello studio:
- Vigevano è un
importante polo attrattivo
- Dall'adesione
alla Città Metropolitana nessuno può attendersi grandi vantaggi concreti,
almeno nel breve periodo.
- Le Città
Metropolitane che stanno nascendo hanno mille problemi e non sono, allo stato
attuale, la grande novità istituzionale attesa.
- Le province sono
un grande punto interrogativo di cui qualcuno deve prima o poi occuparsi
seriamente.
- Le metropoli sono
grandi motori di sviluppo e un'opportunità da cogliere.
- Nessuno può
decidere da solo, senza curarsi degli altri, quindi è necessario trovare un
equilibrio istituzionale complessivo.
Cazzani ha sottolineato quindi che “Vigevano e tutti i territori devono dotarsi
di un vero e proprio piano strategico, che deve essere il punto di partenza per
progettare l'assetto istituzionale ottimale”.
Enzo Balboni
In conferenza stampa
Enzo Balboni dell'Università Cattolica, ha
illustrato le competenze di una nuova istituzione come la Città
Metropolitana e le linee guida che stanno riformando le province. “La riforma degli enti locali ha
lasciato molti punti irrisolti. Per esempio la questione dei confini delle
Città Metropolitane. Lo dimostra il caso di Sestrière che fa parte della Città
Metropolitana di Torino, senza evidentemente essere un insediamento
metropolitano”.
Marco
Pompilio della Fondazione
Romagnosi dell'Università di
Pavia, ha illustrato le potenzialità
attrattive di Vigevano affermando che “è un bacino demografico di 130
mila abitanti, con spostamenti in ingresso dai comuni confinanti e limitrofi
superiori al 70% di flussi verso l'interno per lavoro e studio”.
Lo studio presentato oggi pomeriggio al Teatro Cagnoni, è articolato in quattro
parti, il lavoro fornisce un quadro istituzionale e normativo, un'analisi
del territorio, una valutazione
delle risorse e uno scenario.
Oltre a Balboni e Pompilio, la
relazione di Andrea Zatti della
Fondazione Romagnosi si concentra su quali aspetti economico-sociali
devono essere considerati per disegnare i confini degli enti territoriali.
Parla dell'attrattività di Vigevano e della sua importanza per i servizi
sanitari e scolastici per i quali è il punto di riferimento del territorio
lomellino. Infine entra nel merito della Vigevano manifatturiera,
meccano-calzaturiera e delle relazioni con la filiera dell'agroalimentare. Franco
Osculati della Fondazione
Romagnosi, a sua volta analizza i servizi pubblici locali e mostra cosa
potrebbe cambiare con l'ingresso nella città metropolitana di Milano, in
particolare per il futuro di Asm Vigevano. A completamento delle analisi, Vittorio
Ferri dell’Università Bicocca
si sofferma sulle risorse economico-finanziarie per l'attuazione della legge
Delrio e i piani strategici realizzabili sul territorio. Ed evidenzia la
scarsità di risorse che limita fortemente le potenzialità della nascente Città
Metropolitana.
Cazzani, tramite i giornalisti, ha inviato una serie di messaggi a diversi attori istituzionali. “Ci rivolgiamo al Comune di Vigevano: non si aspetti grandi vantaggi o risorse aggiuntive dall'ingresso nella città metropolitana di Milano. Vigevano deve fare un proprio piano strategico e puntare sulla propria capacità attrattiva.
Sproniamo poi i Comuni
contermini a Vigevano affinché si muovano insieme a quest'ultima verso una
prospettiva di unioni e fusione. Sarebbe un controsenso staccare Vigevano
dai Comuni conterminiche a esso sono strettamente legati e che nel loro insieme
diventerebbero il terzo polo urbano lombardo. La Città Metropolitana di
Milano, a sua volta, deve aprirsi e decidere chi vuole accogliere dentro i
propri confini e con chi fare protocolli di intesa. Ma non può fare da sola. Se
no, in molti busseranno alla sua porta per entrare e gli ingressi saranno fatti
in maniera assolutamente caotica. La Regione deve avviare una fase
costituente, che deve darci l'assetto di governo più efficiente per la
principale regione industriale e manifatturiera d'Europa e deve pianificare
l'assetto ottimale delle istituzioni sul territorio. Il parere della Regione
sull'adesione di Vigevano alla Città Metropolitana deve dipendere da una
visione complessiva dello sviluppo economico territoriale lombardo. Infine
a livello nazionale, diciamo che la riforma degli enti locali deve essere
completata, facendo chiarezza sulle aree vaste e puntando con
decisione su una drastica riduzione del numero dei Comuni. La Lombardia ha
ben 1.546 comuni, di cui addirittura 1.106 sotto i 5.000 abitanti. In provincia
di Pavia i Comuni sono 189. Ed è nostro purtroppo il primato nazionale delle
municipalità sotto i cinquemila abitanti. In questa polverizzazione
amministrativa non è possibile pianificare una strategia di sviluppo
economico che sia organica per tutto il territorio”.
Confindustria Pavia chiede quindi che avvenga un radicale cambiamento dell'assetto degli enti locali che metta in
primo piano l'innovazione e che sappia ridisegnare l'assetto
delle istituzioni locali in modo che sia più efficiente, meno costoso e
più coerente con la geografia economica.
"Confindustria chiede che si apra un cantiere di
lavoro sui progetti, che coinvolga tutte le componenti sociali ed economiche
del territorio e anche la Città Metropolitana milanese - ha concluso il presidente Cazzani -. Chiediamo che la
richiesta di Vigevano diventi il grimaldello che costringa a riaprire la
porta della riforma degli enti locali, affinché non si perda l'opportunità di
dotare il nostro Paese di una governance davvero innovativa per quella che è la
sua metropoli di punta nella competizione internazionale. Vigevano è stata, nel
Rinascimento, una città ideale. Come lo sono state anche altre città
italiane. Siamo convinti che queste possano tornare a esserlo. Siamo sicuri che
possano diventare un benchmark di tutta Europa e nel mondo. Ma per
tutto questo serve mettere al centro la progettualità e lavorare,
lavorare, lavorare".
(mpa)