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Milano in Arte: Gustavo Bonora dal 4 febbraio a cura di Francesco Tadini

Creato il 27 gennaio 2014 da Spaziotadini

gustavo bonoraFrancesco Tadini – Il lavoro di Gustavo Bonora è legato saldamente al corpo dell’arte del Novecento e a quei tessuti,  organi e articolazioni che gli hanno dato vita e sconfinato  le frontiere temporali del nuovo Millennio.

Un lavoro di Frontiera avviato in un dopoguerra milanese particolarmente ricco di cantieri culturali nei quali si costruivano anche le case che ancora oggi abitiamo. Un processo che vede interconnettersi  – ancora con inesauribile manualità – le discipline dell’arte e della conoscenza dell’uomo.

Sarà per questo che Gustavo Bonora intraprende, parallelamente all’attività artistica, quella di psicoanalista. Non si può preferire Bonora pittore a Bonora psicanalista se non per vizio. L’occhio vuole la sua parte e concede raramente un “pari” alla riflessione che ne maturi l’acutezza. Ma è sufficiente scavare un poco per sondare le radici della indiscutibile qualità pittorica di Bonora e recuperare il terreno che le nutre. Terreno delle più grandi conquiste etiche, oltre che estetiche, della generazione che precede chi oggi è nel mezzo del cammin di nostra vita.

Se l’arte informale – territorio di sperimentazione privilegiato da Bonora – è stata, consapevolmente o no, la risposta artistica che l’Europa ha dato alla crisi morale e politica conseguente agli orrori della seconda guerra mondiale, allora non si può che risalire ai progenitori e alla loro epoca (di quasi tutte le avanguardie artistiche successive oltre che dell’informale): i surrealisti e la prima guerra mondiale. Guerra nella quale, come racconta lo storico americano Eli Zaretsky (in I misteri dell’anima. Una storia sociale e culturale della psicoanalisi) “(…) uno studente francese di medicina, a nome André Breton, fece una suggestiva scoperta: mentre curava un soldato traumatizzato, il quale si era costruito la fantasia che la guerra fosse finita, le ferite dei soldati fossero solo dipinte e i morti cadaveri presi in prestito dalle facoltà di medicina, Breton cominciò a dare forma alle idee del movimento che chiamerà surrealismo…”

Va ricordato  che, in quel periodo tutti i più stretti collaboratori di Freud lavorarono con i soldati affetti da nevrosi traumatica. Abraham dirigeva un ospedale di smistamento sul fronte orientale. Ferenczi organizzò il reparto psichiatrico di un ospedale militare di Budapest. Ernst Simmel dirigeva un ospedale psichiatrico da campo a Posen.

E’ ancora Zaretsky a concludere, con le parole di W.H.R. Rivers, medico inglese convertito alla psicanalisi: “Si direbbe che il destino ci abbia offerto una straordinaria occasione per mettere alla prova la verità della teoria freudiana dell’inconscio.”

Gli orrori della Grande Guerra fornirono l’occasione del superamento di una concezione positivista e meccanicistica nella conoscenza dell’uomo (i soldati traumatizzati venivano “curati”, fino ad allora, con abbondanti terapie elettroconvulsivanti, comunemente note come elettroshock) in favore di un nuovo inizio.

“L’io non è più padrone nemmeno in casa propria”. E: “L’immaginazione è forse sul punto di riconquistare i propri diritti”. Due proposizioni che hanno segnato il Novecento. Freud e Breton.

Breton legge gli scritti di Freud e applica le teorie psicoanalitiche sui malati e anche sulla scrittura. Nel 1919 insieme a Soupault elabora la scrittura automatica, attraverso la quale il pensiero viene liberato dal controllo della ragione e fa emergere la dimensione inconscia.

Il Surrealismo viene definito dallo stesso Breton: “Surrealismo, Automatismo

psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero…” .

E’ proprio questa fuga dal controllo della ragione, questa emersione dell’inconscio a disegnare una delle più nette linee di demarcazione nella storia dell’arte e delle Avanguardie del Novecento. Ed è l’immersione di un pittore / psicanalista del livello di Gustavo Bonora in un lavoro che lo ha posto al centro di un gruppo milanese ben nutrito (da Mino Ceretti, Bepi  Romagnoni, Giuseppe Guereschi, Floriano Bodini, Emilio Tadini, per citarne solo alcuni) ad attuare uno slittamento ulteriore del ruolo dell’artista nella società.

Gli anni dell’impegno sociale e politico di molti artisti, dopo la liberazione dal fascismo, erano forieri di scelte e divisioni importanti. Implicito, per una certa parte della intellettualità schierata, il richiamo ad un ordine – una forma – che potesse, in modo diretto, servire le istanze della classe operaia.

Bonora, non “organico” (gli intellettuali organici erano essenziali, per Antonio Gramsci nella costruzione dell’egemonia culturale) già intellettuale di vaste e articolatissime letture -  da Sarte a Husserl, oltre che a Freud e Lacan -  non poteva che darsi la libertà di esplorare un sapere non richiesto da un sistema delle arti che doveva – per necessità anche mercantili – inseguire, in definitiva, centri di potere.

La sintesi surrealista, matrice di qualunque arte informale, era e resta per Gustavo Bonora, origine di un fruttuosissimo e lungo lavoro a cavallo tra arte e psicanalisi che, lungi dal perdere attualità, permette alla pittura – quella particolare operazione manuale attuata con colori e pennelli – di essere ancora in vetta alla classifica delle molteplici vie della conoscenza chiamate arti.

Francesco Tadini

 Biografia Di Gustavo Bonora

 Gustavo Bonora, nasce a Bologna nel 1930, conseguito il diploma di Maturità Artistica nel 1947, s’iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze. Nel 1956, ottenuta la cospicua borsa di studio dell’insigne “Collegio Venturoli” di Bologna, si trasferisce a Milano, dove è assistente dello scenografo Luciano Damiani del Piccolo Teatro della Città di Milano, attività che si protrae fino agli anni Sessanta, quando, nel fervido clima culturale milanese di quei giorni stringe le amicizie e le relazioni che decideranno il suo destino artistico, e saranno Attilio Forgioli, Gianfranco Pardi, Lello Castellaneta, Attilio Delcomune, Gianni Rossi, coloro coi quali parteciperà a “Società Nuova” l’iniziativa impegnata ad illustrare le tematiche di Brecht e Majakovskij, nonché il sodalizio che nel Settanta li aggrega intorno alle gallerie che allora erano dei veri focolai progettuali: la Bergamini, la Morone, la Marconi e la Solferino, e i nuovi compagni saranno Mino Ceretti, Claudio Olivieri, Giuseppe Guerreschi, Alik Cavaliere, Emilio Tadini.
 Formatosi nel gruppo italiano della Scuola di J. Lacan, EFP – Ecole Freudienne de Paris; nel 1980, alla dissoluzione dell’EFP, Bonora sarà fra i primi psicanalisti italiani ad iscriversi alla nuova associazione lacaniana La Cause Freudienne – Fondation du Champ Freudien, che nell’81, poco prima della morte di Lacan, si costituisce come Ecole de La cause freudienne (ECF).
Nel 1979 Bonora costituisce il Centro Culturale S. Tecla dove tiene un seminario di psicanalisi riferito all’insegnamento lacaniano che dura fino all’82, anno nel quale partecipa alle attività italofrancesi dell’Intercartels.
Nel 1983 è invitato da G. B. Contri – membro dell’ECF e curatore dell’opera lacaniana in Italia – a costituire l’associazione IL LAVORO PSICOANALITICO, cui partecipa fino al ’92. Dal ’93 partecipa ai lavori dell’Associazione Psicanalitica Lacaniana Italiana (APLI), ora NODI FREUDIANI, di cui è cofondatore e nel ’99 ne assume la presidenza, ora è Socio Onorario e membro del Direttivo.
Suoi scritti appaiono dal ’79 all’82 nell’informativo del C. C. S. Tecla “IN FOLIO”, nello stesso periodo in “CONTROCULTURA” della Shakespeare & Company, Milano e nelle pubblicazioni di IL LAVORO PSICOANALITICO dall’83 al ’92, Sic-Sipiel, Milano: AA. VV.: “Lavoro dell’inconscio e lavoro psicoanalitico”, “Lexikon psicoanalitico e enciclopedia”, “Passioni, pulsioni e affetti”. Nel ’97 in Scibbolet N° 3, rivista di APLI.
 Se fu per gioco che nel Sessanta Bonora, Ceretti, Pardi e l’amico musicista Carlo Ruffini si misero a “suonare” nella cantina di Pardi a Boccorio, accadde che Davide Mosconi, Enzo Gardenghi e Marco Cristofolini (veri musicisti) la presero sul serio e nello studio di Gustavo, installata una stanza sonorizzata, s’incominciò a registrare. Per farla breve, nel Sessantanove la Playco registrò quello che divenne il “Quartetto” (Mosconi: piano, Gardenghi: saxtenore, Bonora: cello, Cristofolini: percussioni), cui seguì il gruppo NADMA che, oltre ad apparire seriamente nelle sale (Milano, Teatro Uomo, Teatro Manzoni, Centro Lepetit, ecc, anche in giro: Genova, Firenze, Roma, ecc.), captati dal produttore Gianni Grandis, nacque un vinile 68 giri della RCA, allora saranno: Davide Mosconi (piano), Ines Klok (arpa e violino), Gustavo Bonora (flauto, clarone e cello), Mino Ceretti (flauto e contrabbasso), Marino Vismara (cello), Franco Pardi (tromba e altosax), Otto Davis Corrado (tromba e saxtenore), Marco Cristofolini (percussioni e violino).Il tutto oggi è editato in due CD di “alga marghen 2008” (producer: Emanuele Carcano, cordination: Gabriele Bonomo).
Successivamente, si delinea maggiormente l’interesse e l’impegno di Bonora per la psicanalisi, attività che ottempera con la pittura, ma con distacco dal mondo espositivo. Nel 1979, costituita con Rosy Menta la Nuova Argallery Centro Culturale S.Tecla, terrà con M. Focchi e A, Barbui un seminario di psicanalisi riferito all’insegnamento lacaniano che dura fino all’82, quindi partecipa alle attività italofrancesi dell’Intercartels e, formatosi nel gruppo italiano della Scuola di J. Lacan, EFP – Ecole Freudienne de Paris; nel 1980, alla dissoluzione dell’EFP, Bonora è fra i primi psicanalisti italiani ad iscriversi alla nuova associazione lacaniana La Cause Freudienne – Fondation du Champ Freudien, che nell’81 che, poco prima della morte di Lacan, si costituisce come Ecole de La cause freudienne (ECF).
Nel 1983 è invitato da G. B. Contri – membro dell’ECF e curatore dell’opera lacaniana in Italia – a costituire l’associazione IL LAVORO PSICOANALITICO, cui partecipa fino al ’92. Dal ’93 partecipa ai lavori dell’Associazione Psicanalitica Lacaniana Italiana (APLI), ora NODI FREUDIANI, di cui è cofondatore e nel ’99 ne assume la presidenza, ora ne è Socio Onorario.
“Nuova Arsgallery” Centro Culturale S. Tecla chiude nel 1982 e Bonora, sempre più impegnato nel campo psicanalitico, si trasferisce nell’entroterra ligure fino al 2009. Attualmente rientrato a Milano, fonda e gestisce con Rosy Menta e Daniela Basadelli Delegà l’Associazione Culturale polivalente EXFABBRICADELLEBAMBOLE.
Suoi scritti appaiono dal ’79 all’82 nell’informativo del C. C. S. Tecla “IN FOLIO”, nello stesso periodo in “CONTROCULTURA” della Shakespeare & Company, Milano e nelle pubblicazioni di IL LAVORO PSICOANALITICO dall’83 al ’92, Sic-Sipiel, Milano: AA. VV.: “Lavoro dell’inconscio e lavoro psicoanalitico”, “Lexikon psicoanalitico e enciclopedia”, “Passioni, pulsioni e affetti”. Nel ’97 in Scibbolet N° 3, rivista di APLI.
Nel 1997 G. Bonora, ancora distolto dal mondo espositivo, è invitato a far parte di un gruppo di dieci nomi milanesi (Ajmone, Bonora, Castellaneta, Castiglioni, Cavaliere, Ceretti, Fizzotti, Forgioli, Pardi, Tadini), per celebrare il IV centenario della scomparsa di Melchiorre D’Enrico l’affrescatore del Giudizio Universale a Riva Valdobbia ispirato al tema apocalittico; i dieci artisti per l’occasione si chiameranno: “I PITTORI DEL GIUDIZIO”.
Nel 1999, sollecitato da Stefano Reali, G. Bonora espone al Centro Culturale Francese una quarantina di opere ottenendo un grande concorso di presenze e di vendita. Nel 2010, confortato dalla presenza di tutti i vecchi amici, espone all’Officina Coviello.
 Mostre
 1961 – Campione d’Italia – Premio Nazionale di Pittura. Premiato.
   – Museum der Stadt Greifswald – Grafica Italiana Contemporanea.
   – Bologna – Premio Marzabotto. Secondo premio.
- Milano – Società per le Belle Arti, Esposizione Permanente: Collettiva Giovani Artisti.
- Bologna – Premio Giovannini, segnalato.
- Suzzara – Premio Suzzara, segnalato.
- Milano – Galleria La Colonna – Mostra collettiva.
- Milano – Sesto S. Giovanni: Galleria “Il Giorno” – Mostra personale.
1962 – Livorno – Premio Cecina, secondo premio.
1963 – Venezia – V Biennale dell’incisione italiana.
1964 – Monaco – Neue Münchener Galerie – Pittura e grafica sull’opera di B. Brecht.
1965 – Berlino – Interfrafik ’65.
1966 – Milano – Galleria L’AGRIFOGLIO – Mostra personale.
   – S. Ilario – Mostra del Premio, segnalato.
   – Cremona – gruppo d’Arte “Renzo Botti” – Mostra personale.
- Cremona – gruppo d’Arte “Renzo Botti” – Mostra collettiva.
1967 – Milano – Arte Centro – Mostra collettiva.
1968 – Bergamo – Martinengo – Mostra collettiva “Pluralità Viva”.
1970 – Mantova – Casa del Mantegna – Mostra collettiva; dieci artisti costituiscono il gruppo di   PITTURA ’70: G. Bonora, L. Capsoni, A. Forgioli, G. Madella, C. Olivieri, G. Ossola, F. Picenni,   M. Raciti, S. Sermidi, V. Vago.
1970 – Roma – Galleria Contini – Mostra collettiva “L’immagine attiva”.
   – Capo D’Orlando – XI mostra “Vita e Paesaggio”.
   – Milano – Galleria Morone – Mostra collettiva PITTURA ’70.
1973 – Milano – Galleria Solferino Mostra personale.
   – Milano – Galleria Solferino – Collettiva: Basaglia, Bonora, Ceretti, Gianquinto, Marzulli, Merisi.
   – Milano – Esposizione Permanente: XXVIII Biennale.
1974 – Milano – Galleria Solferino – Mostra collettiva “Il posto dei bambini”.
   – Milano – Galleria Solferino – Mostra collettiva “Il paesaggio cercato”.
   – Milano – Galleria Solferino – Mostra personale.
1975 – Milano – Galleria Solferino – Mostra personale.
   – Milano – Museo della Scienza e della Tecnica – Mostra collettiva.
   – Milano – Galleria Schubert – Mostra collettiva per la Stampa Libera.
1976 – Milano – Esposizione Permanente – 500 Artisti per i lavoratori in lotta.
   – Milano – Galleria Milano – Mostra collettiva per il monumento a R. Franceschi.
- Milano – Galleria Solferino – Mostra personale.
1976 – Milano – Galleria Solferino – Il Disegno – Mostra collettiva: Basaglia, Benati, Bonora, Cavaliere,   Ceretti, Forgioli, Gallerani, Grillo, Merisi, Pardi, Staccioli, Romagnoni, Tadini, Vaglieri.
1976 – Milano – Esposizione Permanente – Mostra collettiva – Disegno e piccola scultura.
1977 – Cremona – Gruppo d’Arte “Renzo Botti” – Mostra collettiva per la com. di Danilo Montaldi
1978 – Lodi – Museo Civico – Mostra collettiva “L’oggetto”.
1979 – Milano – Palazzo dell’arte “CTC”, Esposizione permanente.
1979 – Milano – Galleria Bergamini – “L’altra satira” – Mostra collettiva.
 È nel 1979 che, con la chiusura della Galleria Solferino, G. Bonora e Rosy Menta costituiscono “Nuova Arsgallery” Centro Culturale S. Tecla. Bonora assume la direzione artistica e partecipa solo a tre collettive:
 1980 – Milano – Nuova Arsgallery – Mostra collettiva.
1981 – Milano – Nuova Arsgallery – Mostra collettiva.
1982 – Milano – Nuova Arsgallery – Tre personali: Bonora – Gallerani – Merisi.
 Negli ultimi decenni, senza rinunciare alla ricerca pittorica, Bonora non espone pubblicamente i propri lavori se non in ambiti privati e collezionistici.
E del 2013 la partecipazione alla mostra collettiva Milano in Arte – il dopoguerra, 1945 – 1956 presso la Casa Museo Spazio Tadini di Milano.

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