MILANO. Una risposta dell’ufficio comunicazione dell’Istat al quotidiano AVVENIRE, uno dei principali organi d’informazione che aveva ripreso i dati del censimento 2011 sulla popolazione italiana e i figli di coppie omosessuali, ha sollevato non poche polemiche.
Mentre diverse associazioni LGBT, seguite a ruota da importanti quotidiani nazionali, parlavano di almeno 100.000 bambini in famiglie arcobaleno, l’Istituto superiore di Statistica dichiarava che secondo i suoi dati tali bambini non superavano le 550 unità.
L’Istat, tuttavia, con una mossa unica nel suo genere ha dovuto precisare, se non addirittura correggere, il suo lavoro: "I dati raccolti - ha spiegato il direttore della comunicazione dell’Istat - non possono essere considerati come indicativi della effettiva consistenza della popolazione omosessuale nel nostro Paese. Pertanto, non è corretto dedurre il numero reale dei figli di coppie omosessuali in Italia utilizzando le fonti Istat sopra citate".
Pronta è stata la risposta del giornale della CEI e del suo direttore Marco Tarquinio. “Prendiamo atto che l’Istat, confermando la correttezza dei numeri citati anche da noi, oltre che dall’agenzia “Redattore Sociale” e da altre testate, dichiara la non piena attendibilità dei dati censuari e statistici che gestisce e divulga e giudica opportuno formalizzare "sensazioni" ("…riteniamo che molte persone abbiamo preferito…"). È la prima volta che ci capita di leggere una precisazione di questo tenore da parte dell’Istituto nazionale di statistica: restiamo increduli, nonché francamente sorpresi e preoccupati".
La questione non sembra però essere destinata a rimanere nell’ambito della comunicazione giornalistica. Eugenia Roccella, parlamentare ex Ncd (fuoriuscita dalla maggioranza e oggi componente di Idea) spiega così le ragioni che la porteranno a presentare un’interrogazione parlamentare: "Nell'era della rottamazione e del cambioverso, l'Istat, "il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici" si autorottama e proclama ufficialmente di essere inattendibile, lanciando un nuovo criterio scientifico: la statistica percepita. Sarebbe interessante capire in base a cosa la "percezione" dell'Istat è diversa dai dati che raccoglie: la maggiore popolazione omosessuale da che cosa è dedotta? Da campagne mediatiche? Da altre percentuali? Ma soprattutto sorge qualche sospetto sulla tempistica: perché questa precisazione proprio adesso? Forse anche i dati devono essere asserviti alle necessità spicciole del governo. Su questa vicenda presenterò subito un'interpellanza urgente”.
Filippo Cavazza
MILANO. Istat e i dati "percepiti". Eugenia Roccella (Idea): "Anche i dati devono essere asserviti alle necessità del governo?".
Creato il 04 febbraio 2016 da AgipapressPotrebbero interessarti anche :