La mafia a Milano esiste. Esiste nella misura in cui esiste chi la combatte e, combattendola, mette a rischio la sua vita. Esiste in tutte le sue forme come il racket e l’usura. Esiste per Frediano Manzi, presidente di Sos racket e usura che anche ieri ha subito l’ennesimo attentato. Da quanto riferisce lui stesso, intorno alle 19.30, mentre in auto percorreva una strada di Cesate, è stato affiancato e poi speronato volontariamente dal conducente di un'altra macchina, forse una Bmw.
Al volante dell'auto di Manzi c'era un suo conoscente, che ha perso il controllo ed è finito in un fosso. Dopo le minacce, le intimidazioni, atti incendiari e via dicendo, uno degli ultimi più significativi attentati risale allo scorso 20 marzo.
In quell’occasione Manzi, dopo aver fatto un lungo sciopero della fame, rimase ferito da uno dei 2 colpi di pistola sparati da sconosciuti dopo essere sceso dalla propria auto a Lomazzo, nel Comasco. Un altro è del trenta aprile scorso, a meno di un mese di distanza.
Manzi era al volante del suo furgone quando è stato trapassato da un colpo di pistola sparato da dietro, lungo la strada. Anche in quell’occasione Manzi si salvò.
Non fu infatti colpito ma, rimase lievemente ferito perché finito fuori strada per lo spavento. Questi non solo gli unici attentati subiti da Manzi e dalla sua famiglia. Lo stesso Manzi, infatti, nel settembre 2011, aveva deciso di abbandonare la presidenza di Sos racket e usura
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