Milano-Sanremo: bentornata Via Roma, ma…

Creato il 21 marzo 2015 da Bigfruit @ciclismonelcuor
Finalmente! Era ora, verrebbe da dire. L’arrivo della Milano-Sanremo, da quest’anno ritorna in una delle proprie sedi tradizionali. Nel centro cittadino, tra i palazzi tardo-ottocenteschi e del primo novecento, dove la Riviera si mescola con la Costa Azzurra, si sono concluse le edizioni dl 1949 al 1985 e dal 1994 al 2007.
A parte il “guadagno” al livello scenografico, Via Roma è anche un buon compromesso tecnico rispetto a Via Cavallotti – altro luogo carico di storia e pathos, dove la Classicissima è arrivata dall’86 al ‘93 – e Lungomare Calvino – la novità dal 2008 al 2014, che ha destato più di una perplessità.
Qual è il dato tecnico essenziale? È quello per cui dalla fine della discesa del Poggio al traguardo ci sono 2 km invece di 3 km, e questo sulla carta dovrebbe favorire i finisseurs o gli attaccanti del Poggio che siano riusciti a prendere il volo. Posto che i velocisti, ad oggi, sul Poggio non si staccano più, o non si staccano abbastanza per non poter recuperare, l’arrivo sul Lungomare Calvino era una scure pronte ad abbattersi su qualsiasi tentativo di fuga sulle rampe del Poggio stesso. L’unica azione che in questi anni ha avuto successo è stata quella promossa da Nibali nel 2012, a cui si accodò Gerrans prima e Cancellara poi. Certo è che in quella circostanza l’esito fu “drogato” dallo svizzero, vera locomotiva nel tratto finale di pianura, con l’australiano e lo Squalo incapaci di uscire dalla sua ruota. Tuttavia, il gruppetto inseguitore regolato in volata da Sagan finì giusto in scia.
L’arrivo in via Roma da qualche chance in più agli attaccanti, ma l’arrivo in volata resta comunque la soluzione assai più probabile. Questo perché la Pompeiana – salita tra Cipressa e Poggio con una discesa molto tecnica – salta per la seconda volta in due anni e, allo stesso tempo, non si fanno più Le Manie, che comunque il loro contributo a decidere la corsa lo hanno dato (scremando il gruppo o almeno appesantendo le gambe dei velocisti puri). E poi, c’è – inesorabile – il dato statistico: negli ultimi anni, solo nel ’93 (Fondriest), nel ’94 (Furlan), nel ’95 (Jalabert e Fondriest) e nel 2003 (Bettini, Celestino e Polini), il Poggio ha fatto la vera differenza, senza contare i casi in cui c’era già stata una scrematura precedente (ad esempio nel ’90, nel ’91, nel ’96 e nel 2011). Tutto questo per dire che l’arrivo di Via Roma è stato quello di Petacchi, di Cipollini, di Pozzato e, soprattutto, della quaterna di Zabel. Dunque, Via Roma senza Le Manie sarà presumibilmente un gioco a somma zero. Allora era forse era meglio osare di più e – senza snaturare la corsa con la Pompeiana che avrebbe tolto ogni chance ai velocisti – mantenere Le Manie medesime nel percorso. Oppure togliere Le Manie ma anticipare ancora l’arrivo sino a Corso Cavallotti, circa un km dopo la discesa del Poggio, riportando la Classicissima indietro al 1993.
In conclusione, bentornata Via Roma, perché il Lungomare Calvino uccideva la corsa inibendo ogni velleità di battaglia, ma si sarebbe potuto fare di più per rendere la Milano-Sanremo di nuovo indecifrabile.

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