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Milano, “Spazio Oberdan”: “Fondazione Cineteca Italiana” omaggia Akira Kurosawa

Creato il 28 giugno 2014 da Af68 @AntonioFalcone1
Akira Kurosawa (rampadova.it)

Akira Kurosawa (rampadova.it)

Dal 2 al 18 luglio presso Spazio Oberdan della Provincia di Milano (Sala Alda Merini), Fondazione Cineteca Italiana presenterà Akira Kurosawa, una rassegna in 12 lungometraggi, per un omaggio ad un autore dallo stile sicuramente personale, che ha saputo unire nelle sue opere un accurato e notevole impianto formale-figurativo alla densità dei temi trattati. La straordinaria forza espressiva offriva poi opportuno risalto a figure di uomini dalla personalità complessa, contraddittoria, che si muovevano spesso all’interno di un ambigua struttura sociale, facendosi strada fra ingiustizie e storture. Epica, avventura, azione, ma anche riflessione, introspezione, scavo nelle tenebre dell’anima: questi gli ingredienti dell’arte cinematografica di Kurosawa, che ha saputo fondere tradizione e modernità, popolarità e ricerca, dando vita ad un suggestivo compendio tra la cultura orientale e gli esempi più alti dell’arte occidentale. Nato nel 1910 e scomparso nel 1998, Kurosawa esordì alla regia nel 1943, dopo studi letterari e musicali ed aver tentato la via della pittura, con il film Sugata Sanshiro, prima opera di una carriera comprendente oltre trenta lungometraggi, drammi contemporanei (gendaigeki) e storici (jidaigeki), legando la sua fama internazionale soprattutto a questi ultimi.

Toshiro Mifune in

Toshiro Mifune in “Rashomon”

A partire da L’angelo ubriaco (Yoidore tenshi, 1948) prendeva avvio la sua collaborazione con l’attore Toshiro Mifune, con il quale realizzerà ben sedici pellicole: tra queste spicca Rashomon (1950), tratto da due racconti di Akutagawa Ryūnosuke, Leone d’Oro alla 12ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e Oscar nel 1952 come Miglior Film Straniero, un’opera che sdoganò definitivamente il cinema giapponese in Occidente, mettendo in scena un rigore formale al contempo minimalista (l’essenziale scenografia) e ricercato (nella fotografia e nel montaggio, ad esempio), oltre alla suggestiva tematica dell’impossibilità per l’essere umano di offrire una versione propriamente oggettiva dei vari accadimenti cui può incorrere nel corso del suo cammino.
Una lezione di cinema presa in considerazione da molti cineasti, fra i quali, restando in Italia, Sergio Leone, che si ispirò a Yōjinbō (1961, La sfida del samurai) nel mettere in piedi la struttura complessiva di Per un pugno di dollari, 1964. Dopo il grande riscontro conseguito da pellicole come Shichinin no samurai (1954, I sette samurai), ispiratore del western I magnifici sette (The Magnificent Seven, 1960, John Sturges), la rottura del rapporto con Mifune ed alcuni insuccessi culminarono in una crisi di depressione e un tentativo fallito di suicidio.

Milano, “Spazio Oberdan”: “Fondazione Cineteca Italiana” omaggia Akira Kurosawa

“Kagemusha”

Ma Kurosawa reagì a modo suo, tornando dietro la macchina da presa e realizzando ancora opere memorabili, grazie anche all’intervento di finanziamenti provenienti dall’estero. Nacquero così altri capolavori, quali Dersu Uzala (1975, Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure), Kagemusha – L’ombra del guerriero (1980, Palma d’Oro al 33mo Festival di Cannes, ex aequo con All That Jazz, Bob Fosse), Ran (1985, tratto dal Re Lear di Shakespeare) e Sogni (Konna yume o mita, 1990), film realizzati con la collaborazione di alcuni registi ammiratori del suo lavoro (Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e George Lucas).
La rassegna offre un’ampia panoramica della carriera del regista, e comprende tra i titoli realizzazioni degli anni Quaranta, come L’angelo ubriaco e Cane randagio (1949); il rivoluzionario Rashomon; lo straziante Vivere (1951); gli shakespeariani Il trono di sangue (1957) e Ran; i classici I sette samurai (1954), La fortezza nascosta (1958, che ispirò Star Wars di Geoge Lucas), La sfida del samurai (1961) e Kagemusha; i biografici e riflessivi Sogni e Rapsodia d’agosto (1992). Di seguito riporto il programma della rassegna, rimandando per ogni informazione ai consueti indirizzi web [email protected] / www.cinetecamilano.it

Milano, “Spazio Oberdan”: “Fondazione Cineteca Italiana” omaggia Akira Kurosawa

“Sogni”

Mercoledì 2 luglio, ore 17, L’angelo ubriaco (Yoidore tenshi, Giappone, 1948, b/n, 98’). Ore 21, Il trono di sangue (Kumonosu jō, Giappone, 1957, b/n, 110’). Giovedì 3 luglio, ore 17, Sogni (Konna yume o mita, Giappone, 1990, col., 117’). Sabato 5 luglio, ore 16.45, Cane randagio (Nora inu, Giappone, 1949, b/n, 122’). Ore 20.45, I sette samurai (Shichinin no samurai, Giappone, 1954, b/n, 192’). Domenica 6 luglio, ore 16, Rashômon (Giappone, 1950, b/n, 88’, versione originale con sottotitoli in italiano). Ore 18, Kagemusha, l’ombra del guerriero (Kagemusha, Giappone, 1980, col., 159’, versione originale con sottotitoli in italiano). Mercoledì 9 luglio, ore 17, Il trono di sangue – Replica. Ore 19.15, Rapsodia d’agosto (Hachigatsu no kyōshikyoku, Giappone, 1991, col., 98’). Ore 21.15, Rashômon – Replica.

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Giovedì 10 luglio, ore 17, La sfida del samurai (Yōjinbō, Giappone, 1961, b/n, 110’). Ore 19, Cane randagio – Replica. Venerdì 11 luglio, ore 17, Rapsodia d’agosto – Replica. Ore 21, La fortezza nascosta (Kakushi toride no san akunin, Giappone, 1958, b/n, 139’). Sabato 12 luglio, ore 19, L’angelo ubriaco – Replica. Domenica 13 luglio, ore 16.30, Ran (Giappone/Francia, 1985, col., 143’). Ore 19, La sfida del samurai – Replica. Lunedì 14 luglio, ore 20.30, I sette samurai – Replica. Martedì 15 luglio, ore 21, Ran – Replica. Mercoledì 16 luglio, ore 16, Kagemusha, l’ombra del guerriero – Replica. Giovedì 17 luglio, ore 17, La fortezza nascosta – Replica. Venerdì 18 luglio, ore 21, Vivere (Ikiru, Giappone, 1952, b/n, 140’, versione originale con sottitoli in italiano).

Informazioni:
[email protected] / http://www.cinetecamilano.it


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