In pratica si propone di:
a) non ricorrere, come fatto sinora con risultati disastrosi in alcune regioni, alle gare al massimo ribasso, perché questo, oltre a danneggiare i cittadini con diabete costretti a utilizzare uno strumento diverso da quello a cui sono abituati, non risolve il problema dei prezzi diversi, perché ogni gara ha storia a sé e, inoltre, si troverebbero strumenti diversi in ogni regione;
b) utilizzare l’accordo quadro multifornitore previsto dalla legislazione italiana;
c) applicare l’art. 67 della nuova direttiva europea sugli appalti che prevede come criterio unico quello della qualità; tra l’altro la direttiva sta per essere recepita dal Parlamento;
d) adottare il costo standardizzato previsto dalla legge delega di recepimento della nuova direttiva europea sugli appalti.
“Queste scelte garantirebbero appropriatezza terapeutica e risparmio per lo Stato. Se il Servizio Sanitario volesse effettivamente risparmiare non dovrebbe più consentire che lo stesso dispositivo si paghi molto di più in una Regione e molto meno in un’altra” aggiungono.
Peraltro la spesa per i dispositivi medici per le persone con diabete è irrisoria: pari al 4% della spesa che Stato e Regioni pagano per curare il diabete. Ma la soluzione proposta dagli emendamenti non riguarda solo il diabete. Si pensi ai cardiopatici che hanno bisogno di valvole cardiache per stenosi o insufficienza aortica, agli incontinenti ai quali servono pannoloni, cateteri o sacche di raccolta.
Il Servizio Sanitario deve curare bene, con appropriatezza e continuità, ne gioverebbero la salute dei malati cronici e le casse del Servizio Sanitario. Ciò che si risparmierebbe potrebbe essere utilizzato per la ricerca, indipendente, che può veramente migliorare le condizioni di vita dei malati cronici.
“C’è ancora tempo per un intervento correttivo prima dell’approvazione della legge di Stabilità. Chiediamo al Governo di riflettere attentamente sulla nostra salute e sulla salute pubblica!” conclude Albino Bottazzo.
(mpa)