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Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani

Creato il 21 maggio 2013 da Nicola_pedrazzi @Nicola_Pedrazzi

   Domenica 19 maggio, alle ore 21,30, come sempre, è andato in onda Report: l'unica trasmissione di giornalismo d'inchiesta in Italia - con buona pace dei vari derivati di Anozero (refuso intenzionale) e del suo emo-giornalismo per i "Travaglio studia per noi boys" (scusami Giulia, non smetto per questo d'amarti).
   L'argomento della serata era il finanziamento ai partiti (pubblico? privato? di che genere?) e più in generale alla politica, con un particolare focus sul ruolo delle fondazioni private - i cosiddetti "pensatoi" dei politici che spesso sopravvivono agli stessi partiti, magari "ereditando" i loro patrimoni. In un'ora viene fornita una panoramica non esaustiva ma esauriente della situazione: dai parlamentari Pdl che improvvisamente si schierano per l'abolizione al finanziamento pubblico alla Fondazione Italiani Europei di Massimo D'Alema (un bellissimo nome sprecato così...) a Renzi che, di fronte a una giornalista che ha fatto i conti (si legga: il suo lavoro) è disarcionato dal suo cavallo di battaglia, ovvero la trasparenza di stampo obamiano sui 180.000 euro di donazioni private durante la campagna delle primarie. Alla fine, ammette il sindaco, rimangono 300.000 euro totalmente anonimi: «In Italia se io avessi detto che Lei mi ha dato dei soldi senza chiederle la privacy sarei stato passibile di un provvedimento penale a norma della 675 del '96 cioè della legge sulla privacy...non tutti hanno messo on-line l'autorizzazione alla privacy...si potrebbe arrivare al punto di dire "io non prendo soldi da chi non accetta di comunicarlo". Questo possiamo farlo noi».
   Insomma la Gabba ne ha per tutti, come al solito. E alla fine (siamo al minuto 38 su 56 totali di trasmissione), dato che in Democrazia tutti significa tutti e i più uguali degli altri non esistono, la giornalista pone qualche domandina anche al M5S circa i finanziamenti, tra le quali la più interessante e ovvia è questa, classicissima:
Chi beneficia dei proventi pubblicitari del blog di Beppe Grillo?
   Dal momento che sono una persona faziosa (Fabio Fazio + noiosa), vittima della mia origine sovietico-emiliana e affetto da un'omosessualità geriatrica nei confronti di Eugenio Scalfari, mi trovavo non a caso su Repubblica.it, faziosamente attratto dal fazioso titolo: «Gabanelli-M5S. Lite sui soldi. Militanti: "traditrice"». Essendo un piddino testa di cazzino (ma ora che non hanno appoggiato Marini alla Presidenza della Repubblica non li voto più quegli stronzi) ho immediatamente accantonato la possibilità che quel titolo fosse un tentativo della "nostra" testata di enfatizzare le incoerenze del campo nemico. Tuttavia la libertà e la coscienza sono erbacce dure da estirpare, perché si nascondono assieme alle altre turpitudini negli interstizi dell'animo umano...e dunque, lo ammetto, non mi sono totalmente fidato del sito di Repubblica: prima ho guardato la puntata per intero e poi ho fatto un saltino (ma fugace!) su beppegrillo.it (ignobile gesto contrario alla linea del partito, lo so. Ma ci sto lavorando, e un giorno leggerò solo Repubblica, giuro).
   Dalla destra del blog, il Movimento 5 stelle risponde alla Gabanelli. In questi termini:
   Con riferimento alla puntata di ieri sera del programma "Report", a cura di Milena Gabanelli, il gruppo parlamentare del M5S alla Camera informa di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte della redazione, relativamente all'organizzazione del gruppo comunicazione e alle connesse spese. Altrimenti, con piacere avremmo collaborato in nome della trasparenza che noi professiamo e che un programma come Report dovrebbe perseguire nella ricerca della verità. Avremmo informato i giornalisti che nello statuto vigente del gruppo Parlamentare del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati si riporta:      «Il piano di composizione e funzionamento del gruppo Comunicazione sarà presentato e approvato dall'Assemblea, che delibererà sull'assuzione dei singoli addetti ai sensi dell'art.17 e determinerà l'entità dello stanziamento di cui al comma successivo».
   Ne consegue quindi che è solo l'assemblea dei parlamentari, sovrana nel gruppo del MoVimento 5 Stelle, a decidere sia l'assunzione degli addetti proposti da Beppe Grillo, sia l'entità dei fondi da stanziare. Entità che al momento ammonta a circa un decimo della somma a disposizione del gruppo per l'organizzazione degli uffici. Invitiamo quindi la redazione di Report, la prossima volta, a rivolgersi direttamente a chi può fornire tutta la documentazione legale anziché fidarsi di voci di corridoio.   Non mi sono accontentato del link e ho preferito incollare per intero la "precisazione" del gruppo parlamentare pentastellare perché questo testo è un tale saggio di mediocrità politica che non sono sicuro rimarrà sul blog per più d'un paio d'ore (io fossi Grillo lo toglierei). Tre osservazioni totalmente superflue:
  1) La Gabanelli non ha invitato i parlamentari, ma i leader, ovvero i proprietari del blog (oggetto dell'interesse di quei 15 minuti di trasmissione). Dunque la replica della suocera viene dalla nuora (che non c'entra un cacchio): sono Grillo e Casaleggio a rifiutare interviste a riguardo, i parlamentari semplicemente non ne sanno nulla - al massimo la loro colpa è di non interrogarsi al riguardo.
  2) Lo statuto citato non c'entra con i proventi del blog. Stai rispondendo una cosa a caso e per giunta nel peggior giuri-politichese che tanto detestavi.
  3) Quali voci di corridoio? Cosa stai dicendo? Ti ho chiesto come vengono gestiti i soldi della pubblicità ospitata dal Blog, una domanda che si fanno in milioni perché verrebbe in mente anche a un bambino.
   Ma ancor più della deludente difesa d'ufficio degli eletti, a sconcertare sono i commenti della "base" (ahimè la maggioranza).
     Collezionali tutti:
   C'è Marina che veste la situa d'un classico "piddismo" e auspica che in tanti abbiano "volgia" e tempo per spiegare alla Gabanelli come si fa giornalismo (#dilettantismo?):

Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani

      Sulla stessa linea di Marina troviamo Ragnotattoo (gran bel nick, fratello):
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      Molti sono di questo genere (si noti la tendenza diffusa a mettersi in bocca grandi parole come fossero grosse big bobble: "giornalismo", "etica", "politica"...). La maggioranza dei commenti comunque è come quello di Marco Iacovelli: o non ha guardato o non ha voluto vedere i primi tre quarti di trasmissione. Se senti puzza, caro Marco, prova a lavarti le ascelle. Vedrai che la situa evolve.
Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani
      Ma di Marco non ve n'è uno solo, il migliore è questo, pappagallo inconsapevole dei peggiori  alibi dell'epoca berlusconiana: «il blog è privato e nessuno ti obbliga a visitarlo» (vi ricordate il "Rete 4 non ti piace cambia canale"?), «il blog non ha nulla a che fare con il Movimento» (come il Tg di Fede con Forza Italia?), e per concludere il classicissimo «dato che siete tutti bravi e virtuosi da voler spulciare nella vita privata delle persone..» (#difesacasoRubystyle).
Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani   Ha un grande cuore invece Abelin Abelan, il quale, da militante, tranquillizza il povero Davide, tormentato da fumosi e irrazionali ragionamenti: «Cazzotenefrega di Grillo? Sei un militante? No, e allora?». Giusto. Coglioni tutti quelli che si sono fatti venire il sangue amaro per l'Italia sebbene non abbiano mai votato Berlusconi. E se il PD ha distrutto il centrosinistra italiano amen, se non l'hai votato cazzotene. Inizio a capire perché gli studenti fuorisede del mio paese lasciano le birre per terra. Non sono maleducati, semplicemente razionali: perchè no, se sei nato a più di cento chilometri? 
Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani
      Dulcis in fundus, Leonardo (più tartaruga che ninja del ragionamento multilivello) taglia corto:
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      Infine, LOREDANA. Mi dispiace quasi di non conoscere questa persona:
Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani
   Tiriamo un paio di conclusioni da tutto ciò. Innanzitutto, è ovvio che non penso che tutti gli attivisti/votanti/commentanti del Movimento siano dei cerebrolesi (anche se i commenti soprariportati potrebbero suggerire una simile conclusione). Tuttavia la maggioranza dei commenti (li ho letti quasi tutti) tira davvero dalla parte sbagliata, concettualmente. Quello che più mi inquieta è che si somigliano tutti: la tendenza di questi neoqualunquisti - ahimè, a un qualunquismo becero di destra, quello berlusconiano, si è aggiunto (ne avevamo proprio bisogno!) un qualunquismo di sinistra: sociale, ecologista, movimentista - è quella di tutti i qualunquisti di questo mondo: CONFONDERE I PIANI.
   Sono anni che mi scontro su questo punto, con la quasi totalità dei miei connazionalcoetanei. Da quando Grillo chiamò "busone" Vendola da un palco politico. Uno squadrone di troll emancipati si sbizzarì in difesa di Grillo, accusando anche i detrattori più tiepidi di essere dei bacchettoni (come se il problema fossero le parolacce): «ma dai, è solo una battuta di un comico». Dall'altra parte, nessuno fu in grado di spiegare a quei baldi giovani che le frasi dirette a un avversario politico che ti contende i voti non sono più battute, e dovrebbero rispondere ad altre regole etiche: quelle della politica, ben diverse da quelle della seppur legittima e fondamentale satira.
   Da lì in poi è stato un continuo, fino ad arrivare al recentissimo RO-DO-TA'  RO-DO-TA'. Lasciamo stare il fatto che gran parte dei tifosi che scandivano il cognome del "loro" Presidente non sapesse chi è (mi dispiace ma è così), quello che è devastante da un punto di vista cultural-costituzionale è l'idea che la votazione sul web e l'acclamazione in piazza di una brava persona abbiano maggiore legittimità (in quanto buona intuizione condivisa) del voto dei parlamentari, quand'anche si tratti dei berlusconiandalemiani. Le strategie dei partiti in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica mi hanno fatto vomitare, ancor più dell'esito politico cui sono giunti (come elettore ne trarrò le dovute conseguenze), ma ciò non mi impedisce di vedere le responsabilità del M5S e della sua strategia sull'esito stesso nonché i pericoli costituzionali che tale strategia comporta. E' facile rigà: 2 piani, 2 problemi, 2 considerazioni. Il piano politico: il PD è stato digustoso. Il piano costituzionale: il M5S è fuori dalla materia. Tutte cose che Rodotà - che io per primo gradisco per tanti motivi e che con ogni probabilità sarebbe stato un buon Presidente - sa benissimo, ma in lui, spiace dirlo, in questo caso specifico ha vinto la vanità.
   Ma sto divagando. Torniamo alla Gabanelli (che di vanità non ha MAI peccato). Ragazzi, ve ne prego, è semplicemente una giornalista. E quando le viene in mente una domanda che non ha ancora avuto risposta, te la fa. Fa il suo lavoro. Tutto qui. Basta questo per indicarla come Presidente della Repubblica? NO. Ma allo stesso modo e a maggior ragione se le hai appena riconosciuto questa sua specificità superpartes, non la puoi impalare perché ti fa una domanda scomoda. Il M5S ha rinunciato ai rimborsi elettorali. Bravi e coerenti. Nessuno lo nega. Ma questo non significa che non si possa più porre alcuna domanda al suo virtuoso leader. No? Non mi sembra così difficile.
   Vi prego. Distinguere i piani è bello, rivalutatela come opzione. Saper cogliere la molteplicità delle situazioni e dei punti di vista aiuta, sempre. Ad  esempio a cogliere e godere il senso dell'arte. Ve lo immaginate il pescatore di De Andrè che dice ai gendarmi dov'è fuggito l'assassino? Quella storia-canzone ha un senso ed è bella solo se ne comprendi i due piani: quello della legge umana (c'è un assassino in fuga, prendiamolo) e quello della natura umana / cultura cristiana (c'è un uomo in fuga che ha sete e fame, sfamiamolo).
   Senza distinguere i piani non si può essere veramente democratici (io/tutti), non si può essere veramente laici (Chiesa/Stato), non si può essere veramente antirazzisti (natura/cultura), non si può essere intelligenti, non si può capire De Andrè e, visto che vi piace, Giorgio Gaber. Tutte cose che dite di (voler) essere e di (saper) fare. State attenti, vi prego. Pensateci. Pensate. Soprattutto prima di scrivere. Se no mi fate paura.
      Chiudo ringraziando di cuore Simone Peditto. Un raggio di sole di normalità in questa buia confusione italica:
Milena Gabanelli: da Troll dello Stato a Capo Spruzzamerda. La versione 2.0 di una tragedia (giovanile?) italiana: l'incapacità di distinguere i piani

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