La serata conclusiva, condotta da Pasqualino Pandullo (Presidente dell’Accademia degli Affaticati, promotrice del Premio) e Livia Blasi (giornalista della sede Rai di Cosenza), ha visto la presenza, oltre che dei finalisti, di Giovanni Valentini, giornalista de La Repubblica e scrittore, e Pietro Pollichieni (ideatore di 20lin.es, piattaforma che ha realizzato il Laboratorio di scrittura collettiva in quattro istituti tropeani, primo esperimento in Italia di questo tipo nelle scuole).
Mimmo Gangemi
Gangemi si è aggiudicato il Premio superando gli altri due finalisti con un distacco netto di 129 voti totali pari al 69 % di quelli espressi, mentre riguardo gli altri autori giunti in finale, Cibrario ha ottenuto 40 preferenze (22%), aggiudicandosi il secondo posto e Torino 17 voti (9%).A decretare il verdetto sono stati i 409 sindaci di tutta la Calabria col voto combinato di una giuria popolare composta da 41 persone tra accademici (Accademia degli affaticati), studenti e cittadini calabresi.
I tre testi finalisti sono stati scelti all’interno di una rosa di 23 libri selezionati dalla giuria. La vittoria di Gangemi – che nell’albo d’oro del prestigioso premio segue quella di Donatella di Pietrantonio (Mia madre è un fiume), Mattia Signorini (La Sinfonia del tempo breve), Carmine Abate (Gli anni veloci), Gianrico Carofiglio (Ragionevoli dubbi), Roberto Saviano (Gomorra) – sottolinea, come già avvenuto con Abate, il gradimento della narrazione legata all’appartenenza e all’identità che Gangemi esprime anche con la scelta “militante” di narrare e scrivere non abbandonando la terra d’origine:“E’ bello sentirsi parte di un’intera nazione, di un continente, viaggiare, confrontarsi, fare molte esperienze, con la salda convinzione che per progettare e testimoniare c’è bisogno di qualcuno che resti”.
Dopo cinque anni nell’aria viziata delle miniere e delle fonderie, Giuseppe tornerà in Calabria, con la convinzione di aver ricevuto un miracolo a scortarlo per l’intera vita, guidandolo in ogni decisione.
Isabella Bossi Fedrigotti
La Giuria tecnico-scientifica è costituita da autorevoli nomi del panorama editoriale italiano che hanno selezionato i tre testi finalisti. Oltre a Isabella Bossi Fedrigotti, firma autorevole del Corriere della Sera e Presidente della Giuria, scrittrice (Premio Campiello 1991), e già Presidente, dal 2005, del Bagutta il più antico premio letterario italiano, si sottolinea la presenza di Giuliano Vigini, uno tra i maggiori esperti di editoria in Italia. Gli altri giurati sono: Corrado Calabrò, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Pierfranco Bruni, scrittore e Vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani; i tre Rettori delle Università calabresi, Francesco Saverio Costanzo (Università Magna Graecia, Catanzaro); Massimo Giovannini, (Università Mediterranea di Reggio Calabria); Giovanni Latorre (Università della Calabria di Arcavacata di Rende); Gilberto Floriani, Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese; Michele Daniele, giornalista e Vicepresidente dell’Accademia degli Affaticati; Giuseppe Meligrana, editore e Segretario dell’Accademia degli Affaticati; Pasqualino Pandullo, giornalista Rai e Presidente dell’Accademia degli Affaticati.La Giuria popolare e i 409 sindaci: la terna di opere selezionate è stata diffusa sull’intero territorio calabrese grazie al coinvolgimento dei 409 sindaci dei comuni calabresi invitati alla lettura delle opere in formato ebook e alla giuria popolare composta da giovani studenti tropeani e membri dell’Accademia degli Affaticati.I loro voti congiunti hanno decretato il libro vincitore dell’edizione 2012.