Mercoledì 19 Giugno 2013 10:31 Scritto da Diego Manca
Erano tutti molto affezionati alla loro casa perché era stata acquistata dal loro bis bis-bisnonno dopo un sacco di trattative e stratagemmi, dal vecchio picchio Rudy che l’occupava prima di loro.
Dopo un’infanzia molto felice, i problemi per Mimmo cominciarono a presentarsi quando fu il momento di procacciarsi il cibo da solo.
Il nostro ragnetto, nonostante gli insegnamenti dei suoi genitori, non riusciva a costruire una ragnatela di dimensioni e struttura adeguate. Lasciava troppi buchi e l’impalcatura era debole tanto che, anche il più piccolo moscerino era in grado di liberarsi in tempo utile per non essere divorato. Spesso chiamava suo padre per avere un parere sincero sul suo operato e questi gli spiegava pazientemente gli errori commessi.
Ma niente, non ci riusciva e alla fine della giornata doveva sempre sfamarsi grazie ai suoi genitori. Ad essi non pesava aiutarlo, ma erano preoccupati perché un giorno, presto o tardi, non ci sarebbero stati più, e quindi Mimmo come avrebbe fatto a sopravvivere?
Sua sorella Linda era invece molto brava a far ragnatele, e Mimmo andava spesso a pranzare da lei. Un giorno i genitori del nostro amico ragno, papà Lucio e mamma Licia, decisero di mandarlo a scuola di ragnatele da un certo Prof. Aracnidus.
Questo ragno era un grande conoscitore di ogni tecnica per la costruzione di ragnatele: su muro, legno, superfici asciutte, bagnate, plastiche e derivati, sospese oppure adagiate.
“Bene, bene, mio caro Mimmo“ disse il suo maestro, stiracchiandosi le quattro paia di zampe “I tuoi genitori mi hanno spiegato il problema e io sono qui per aiutarti. Devi sapere che la seta del ragno è la fibra naturale più forte che si conosca, più forte perfino di un filo di acciaio dello stesso diametro. Ci sono tanti tipi diversi di ragnatele: ad imbuto, a cupola, radiale, a tubo; ci sono perfino ragni che catturano le loro prede spruzzando una soluzione collosa che le immobilizza, altri invece fanno dei balzi pari a varie volte la loro lunghezza saltando direttamente sulla vittima. Infine ci sono dei nostri cugini ragni della famiglia dei Tomisidi che possono adattare il loro colore allo sfondo per mimetizzarsi”. “Che bello” aggiunse Mimmo, “Io vorrei fare proprio così”. “E… purtroppo non è possibile” continuò il Prof. Aracnidus “Noi siamo della famiglia degli Argiopidi, capaci solo di produrre seta; è l’unico modo che abbiamo per procurarci il cibo e tu, se vuoi vivere, devi assolutamente imparare a costruire la tua ragnatela”.
Ci furono numerose lezioni di teoria e di pratica che Mimmo seguì con attenzione. Il Professore ne organizzò alcune nel suo studio, tutto pieno di modellini e di enormi libri alcuni dei quali, quasi nascosti, erano ricoperti di, ma guarda un po’, ragnatele. Giunse finalmente il giorno della sua prima vera prova. Il Prof. Aracnidus diede a Mimmo un’ora di tempo per tesserla, con possibilità di svolgimento a tecnica libera. Mimmo era un po’ agitato e le sue ghiandole per la produzione della seta erano un tantino asciutte; fece allora un bel sospiro e quindi si mise all’opera. Tutto stava procedendo bene. Terminò la ragnatela prima dello scadere del tempo e per fare una sorpresa al suo maestro la coprì con un lenzuolino azzurro.
“Bravo Mimmo” disse il suo maestro, ”Vediamo come hai svolto il compito”. Si avvicinò al lenzuolino, lo scostò delicatamente dalla ragnatela e … lo stupore fu talmente grande che prima di parlare gli ci vollero dieci minuti. Invece della classica ragnatela Mimmo aveva tessuto tridimensionalmente la sua casa, il fico, nei minimi particolari. Era stupenda, dai rami alle foglie, ai nodi del tronco, tutto era in scala e molto realistico. Un capolavoro.
”Sono veramente sorpreso da questa tua ragnatela” esclamò il maestro, “Sorpreso e stupefatto, mai ho visto nulla di simile e bello. C’è solo un problema di fondamentale importanza e cioè che una ragnatela così fatta non è utile a procacciarti il cibo. Se un insetto dovesse imbattersi in essa, tu non sentiresti le vibrazioni sufficienti per capire dove si trova, neanche con un filo guida collegato al centro, perciò… rimettiamoci al lavoro ed anche in fretta”. Mimmo rimase deluso dalla reazione del suo maestro e si sedette a terra. Il Prof. Aracnidus stava per distruggergli la ragnatela quando si accorse che dietro di loro si era radunato un folto gruppo di animali intenti ad ammirare l’opera del suo allievo. ”Proprio bella e che rifiniture!” commentò una lepre, “Starei qui ad ammirarla tutto il giorno” continuò uno scoiattolo, “Per non parlare poi della precisione dei particolari” soggiunse un colibrì. Altri e altri ancora furono i commenti, e tutti esaltavano la bellezza della ragnatela. Mimmo allora si alzò da terra e timidamente sbirciò da dietro una foglia che lo fece intravedere quel poco che bastò agli animali per far scrosciare un applauso spontaneo e generosissimo. Il suo maestro, vista la titubanza di Mimmo, lo prese per una zampa e lo mostrò a tutti con orgoglio; e mentre gli applausi e le urla di gioia continuavano, il nostro ragnetto faceva inchini a destra e a manca.
In pochissimo tempo tutti gli animaletti che vivevano in quella zona conobbero la storia di Mimmo, ormai diventato un personaggio importante. Le sue opere erano richieste un po’ ovunque e lui che veniva pagato con cibo, gentilmente offerto dagli ammiratori, aveva risolto finalmente il suo problema principale. E sì, erano talmente belle le sue ragnatele, che moscerini, zanzare, mosche - le sue prede - si fermavano ad ammirarle senza sfiorarle per non rovinarle.
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Il racconto fa parte della raccolta "Favolario: le favole del veterinario"
Collana: Compagni d’avventura
Scritto da: Diego Manca
Illustrazioni: Antonella Pelizzetti
Edizioni © Buk
www.edizionibuk.com
ISBN 978-88-98277-05-6