Riflessioni fuori moda in attesa che finisca la giornata. I simboli, i riti, gli eventi, in attesa di trovare il senso e i contenuti della giornata internazionale della donna
Mi hanno sempre dato noia le feste comandate, le ricorrenze e i festeggiamenti imposti dall’alto. Ho sempre affrontato ogni data in apnea, in attesa che arrivasse la mezzanotte e si ritornasse allo status quo.
Così è stato anche e soprattutto per l’8 marzo.
Ma oggi sembra che siano sopravvissute solo parole e mimose.
Non parlo delle poche – davvero poche – donne femministe capaci di superare proclami e parole, che non interrompono per un giorno (ogni giorno dell’anno, mica solo l’8 marzo) la propria lotta impari per far comprendere la diversità nella parità. Parlo di noi. La gente.
Da fine 2012 sto lavorando, con sabbiarossa ED, al primo titolo della collana GENEAOLOGIE, dedicato proprio alle tematiche femminili e femministe. Mesi in cui ho potuto entrare in un mondo che non mi è mai appartenuto fino in fondo, che ho sempre sfiorato senza mai sentirmene davvero parte, anche quando mi ci sono trovata immersa senza rendermene conto. contro versa, questo il titolo della collettanea in rosa, uscirà a inizio aprile. E oggi, più di ogni altro 8 marzo, mi sembrano chiarissime le ragioni per le quali non riesco a fare mia questa giornata: così come è pieno di persone che aspettano le feste natalizie per strafogarsi di cibo, è pieno di persone che oggi daranno la migliore rappresentazione del proprio impegno e del loro essere per la parità dei diritti. Oggi, perché domani è un altro giorno.
Per fortuna esistono donne migliori di me. Donne impegnate. Donne che ci credono davvero. Donne che sono un simbolo, non solo degli 8 marzo che ci sono stati e ci saranno. Per loro, vale la pena cercare ancora un senso in questa giornata di mimose ed esercizi di stile. [sciroccoNEWS]
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