A poche settimane di distanza da I miei preferiti, un’antologia live audio-video delle storiche esibizioni R.A.I. (vedi articolo correlato), Mina a sorpresa dà alle stampe Selfie, con tredici nuovi brani, prodotto da Massimiliano Pani. Il precedente disco di inediti, Piccolino, era stato pubblicato nel 2011, seguito da due raffinati album di cover: 12 American Song Book (pubblicato con ben dodici copertine diverse) e Christmas Song Book. In copertina, opera del fido Mauro Balletti (con la complicità di Giuseppe Spada), campeggia il primo piano di un macaco che emerge dall’acqua; sul retro copertina il macaco, con mano umana, si scatta una fotografia, per l’appunto un selfie (un autoscatto fotografico digitale). L’espressione è fissa e impassibile, vaga, un tantino anonima (come lo sono i milioni e milioni di selfie che ogni giorno viaggiano su computer, telefonini, smartphone e tablet per iconizzarsi sulle piattaforme di Instagram, Facebook e altri social network), e i colori freddi dello sfondo sembrano rimarcare questa malcelata inespressività. Com’è noto, è Mina ogni volta a scegliere titolo e copertina di ogni nuovo lavoro di inediti (una scelta che non avviene mai a caso, o per mero edonismo). Una curiosità: anche per la cover dell’album Mina del 1971 era stata adottata l’immagine di una scimmia. La copertina sembra riflettere anche sul drammatico presente della musica, sempre più estrapolata dal supporto fisico e sempre più condannata a un’inesorabile spersonalizzante digitalizzazione.
La voce di Mina corre fresca e sicura brano dopo brano, estemporanea, indisciplinata, senza un filo di incertezza. Le canzoni scorrono sui solchi e la signora Mazzini è lì che dà fiato ai polmoni, ispirata, instancabile. Se Perdimi (di Mario Capuano) non convince, altrettanto non può dirsi de Il giocattolo (di Bindi-Mancini) e della deliziosa Oui c’est la vie (di Morante-Axel Pani). Narrative, quasi cinematografiche le immagini evocate da Alla fermata, un piccolo capolavoro firmato Gianni Leuci, e qui Mina fa sfoggio con assoluta naturalezza di doti interpretative davvero straordinarie. Altre tracce del disco sono Mai visti due (di Cerri-Serafini) e Aspettando l’alba (di Berlincioni-Culotta). Chiude l’album la struggente Fine (testo e musica di Don Backy), con quell’interminabile “non andar via…” declinato acuto dopo acuto, malinconica, a tratti dolorosa. In Selfie hanno suonato: Lele Melotti, Diego Corradin e Alfredo Golino alla batteria, Giorgio Cocilovo, Marco Tafelli, Alessandro Gallo, Luca Meneghello e Giorgio Secco alle chitarre, Lorenzo Poli, Faso e Andrea Cozzani al basso, Danilo Rea al pianoforte, Ugo Bongianni alle tastiere, Gabriele Comeglio ai flauti e al sax, Massimo Moriconi al contrabbasso, Emilio Soana e Pippo Colucci alle trombe, Mauro Parodi e Angelo Rolando ai tromboni; ai cori Giulia Fasolino, Moreno Ferrara, Antonio Galbiati, Stefania Martin e Massimiliano Pani. Con Selfie Mina riprende il filo del discorso e aggiunge un nuovo prezioso intreccio al suo sterminato tappeto musicale. Il disco è pubblicato nei formati cd digipack e lp (edizione limitata, vinile blu).
Massimo Pignataro
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Cover Amedit n° 19 – Giugno 2014, “Barbatrucco” by Iano
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Questo articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 19 – Giugno 2014
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