Bella, bella, bella! Mi perdonerete la reiterazione ma, davvero, non mi viene esordio diverso per commentare una SMS che, a differenza delle ultime due edizioni, ho potuto vivere anche da protagonista. Il nuovo percorso batte quello originale per 10 a zero. Nulla togliendo all'incantevole Portofino, la successione incalzante di cartoline di cui abbiamo goduto per tutte le 180 miglia del percorso credo che non abbia eguali.
Dal tramonto rosso-grigio a Cap Ferrat siamo passati ad un alba che ci ha colto ad un tiro dall' Isle du Levant. L'est generoso ci ha fatto scorrere Porquerolles sulla sinistra con modalità da guida turistica ed alla Petit Passe abbiamo ammainato ed orzato sotto un vento che profumava di macchia mediterranea.Un bel bordo mure a destra ci ha sparato, tagliando il golfo di Hyeres, fino a Cap Tailat e da lì in poi, per 20 miglia, è stato un fraseggio di bordi stretti, pelando spiagge bellissime e capi illustri. Vabbè, il finale è stato un filo noiosino, con poppa leggera, solo allietata dal brillare dei fari de La Garoupe e Ferrat, ma tutto non si può avere! L'ingrediente supremo era poi che la regata era in solitario. C'è poco da fare... è un'altro sport, anche rispetto alle double in 650. Nelle "solo", mi si perdonerà l'azzardo del paragone, sei un pò come in guerra. Devi riscoprire gli istinti primordiali di sopravvivenza per modulare le energie, sempre più in calo col passare delle ore, le motivazioni, e controllare gli stati d'animo, sempre altalenanti nel susseguirsi delle vicende della gara. La sera della vigilia non erano pochi i volti tesi e concentrati e non ci riferiamo solo ai debuttanti.Vai senza rete ed in quei momenti conta fino ad un certo punto che tu parta per una 200 o una 4000 miglia: è una solitaria, punto e basta! Si era capito subito che sarebbe stata una regata difficile dal punto di vista tecnico. Le regate costiere, coi continui influssi locali sulla meteo generale, non concedono sosta nelle regolazioni di vele ed andature.Aggiungiamoci un parterre in cui più di venti imbarcazioni erano ugualmente veloci, ben portate ed attrezzate. Con queste premesse vi farete un'idea dell'intensità dello scontro agonistico, testimoniata dall'esiguità dei distacchi all'arrivo. Nelle prime 30 miglia mi pareva di essere alla Centomiglia del Garda, tanto fitto era il susseguirsi degli incroci. Impossibile distrarsi un' attimo, sbagliare una manovra od un cambio di vele, subire una qualsivoglia avaria: tutto lo si pagava in termini di classifica, senza appello.Che fantastica regata! Giacono Sabbatini è quest'anno giunto alla piena maturazione. Fa certo impressione scrivere questo per un ragazzo nato nel 1990(!), ma è evidente che gli allenamenti invernali al CEM hanno arricchito il suo già cospicuo bagaglio tecnico. Ancora non conosciamo nei dettagli il suo programma per i prossimi mesi. Di sicuro lui è consapevole che nel momento stesso in cui varerà in Atlantico il suo Ginto, dovrà ripartire per una esperienza di cui non conosce ancora i contorni.Sarà bellissimo seguire la sua evoluzione a contatto coi grandi, sulle lunghe distanze. Meglio non poteva prepararsi e lo attendiamo con fiducia, ma anche con grande realismo. In chiave Transat non drammatizzerei di sicuro l'apparente controprestazione di Andrea Caracci. Il milanese si è visto costretto a fare gara di copertura su di un Oliva che, non dimentichiamolo, naviga sulla barca di Le Blevec e che, batti e ribatti, ha imparato a farla camminare decentemente.Nell'ultima notte i due hanno spinto fino a terra il duello ed Andrea era consapevole che qualcuno più al largo, gli stava facendo uno scherzetto... Niente male, ma anzi la consapevolezza acquisita che il suo 756 in poppa cammina davvero. E lassù al nord nelle ultime regate di mostri non se ne sono visti all'opera sicchè...Tutti gli arrivati sono, a mio parere uomini e velisti di caratura superiore. Impossibile distribuire pagelle quando tutti, solo per il fatto di essere lì viaggiano verso il "10" più o meno con lode. Mi permetto di segnalare due classificati per le performances di particolare spessore che hanno offerto.Christophe Fialon ha stampato un fantastico quarto posto assoluto, pelando quasi la poppa di Oliva nelle ultime miglia. "Ed allora…" direte? Beh lo ha fatto su di un vecchio Super Calin che, ancora una volta, si dimostra temibilissimo in Med, a dispetto dell'età.A Porquerolles navigavo a 100 metri dalla sua poppa ma in bolina si è messo in cattedra, sfilando dalla poppa uno ad uno tutti i membri del plotoncino. Bel numero! Federico Cuciuc, anche lui al debutto "en solo" non ha sofferto di timori riverenziali per nessuno ed ha portato il suo bel Dingo1 sempre a stretto contatto coi "mammasantissima" della cat Serie, nelle posizioni che contano. Credo che di più non osasse sperare.Allora tutto a tarallucci e vino?... Certo che no! Abbiamo assistito a due incagli, nella prima notte, le caramelle di spi non si sono contate e Maurizio Gallo ha dovuto addirittura salire in testa con la scaletta, un incubo, per venirne a capo. Parecchi i piloti in avaria e gli elementi di attrezzatura che hanno ceduto e questo in una regata di soli due giorni in condizioni meteo più che clementi.Il gioco è duro, ragazzi, e le ore di lavoro sulla barca per la sua ottimizzazione a quanto pare non bastano mai. Ne vale la pena? ASSOLUTAMENTE SI… ed invitiamo chi è lì lì per entrare nell'arengo Mini a non indugiare. Il sogno è dietro l'angolo, ci sarà una SMS anche nel 2012... forza! (da www.classemini.it di S.Paltrinieri)