Avete presente il profumo di mandarini della vostra infanzia, l'estate al mare? Almeno questa, io si.
Combinateli, per favore. Il risultato sarà nuovo e insieme familiare. Un profumo, pardon, una fragranza, agrumata, eppure quasi dolce, lieve, fresca. Quando lo indosso la sensazione è quella di una forte luminosità e leggerezza.
Eppure, per qualche mistero dell'antropologia, quelli di Byredo, piccola profumeria artigianale svedese, lo hanno chiamato Palermo. Palermo, cittá araba e barocca, in cui la linea piu breve è l'arabesco (definizione che diede dell'Italia Ennio Flaiano), e insieme un profumo minimale, non speziato, ma "puro", che non mi evoca proprio il caos meridionale.
Minimalista anche nella piramide olfattiva: arancio amaro e bergamotto di Sicilia sono le note di testa, che poi vanno lentamente a dissolversi, senza scomparire, lasciando un lievissimo retrogusto acre che contrasta con un assoluto di rosa non stucchevole, insolito soprattutto su una pelle che addolcisce tutto, come è la mia, e un muschio Fresco, note di cuore. La base, invece, è ancora muschio, stavolta bianco, e semi di ambretta, di cui, confesso, so poco o nulla.
Ottimo. Sembro una pubblicità, ma sarebbe troppo vergognosamente spudorata da essere vera. E infatti non lo è. Come ogni sogno, poi, anche questo profumo ha i suoi difetti. Nella fattispecie il prezzo, davvero troppo alto: 140euro per 100 ml. Forse con i 50ml il salasse può sembrare evitato (il prezzo mi pare si aggiri sui 93), ma a ben guardare si spendono più "euro al millilitro". E comunque, pare introvabile.