Se ci fosse davvero la volontà di sistemare le cose si prenderebbero quelle migliaia di poliziotti che svolgono lavori amministrativi gomito a gomito con gli impiegati civili (senza però sottostare alle regole di questi ultimi, tipo l’uso del badge, il rispetto dell’orario di lavoro e la mancata riscossione dell’indennità di pubblica sicurezza), e si manderebbero a fare il lavoro per cui sono stati assunti: garantire la sicurezza della popolazione. Così gli impiegati non sarebbero più in esubero e i poliziotti non sarebbero più sotto organico. Non esiste l’allarme sicurezza: esistono persone che lavorano nei posti sbagliati. Lo so perché lavoro al Ministero dell’Interno. _________________________________________________________________________________________ LA NOTA. Dall'entrata in vigore della legge di riforma della Polizia di Stato Legge 121/1981 un sempre crescente numero di poliziotti sono stati impiegati negli uffici in compiti amministrativi. Attualmente se ne stimano, giustappunto, 40.000, dietro una scrivania. Tale situazione pone in una posizione di vantaggio gli Agenti di P.S. "in ufficio" rispetto a quelli "in strada", poichè i primi, oltre a non fare il mestiere per cui sono pagati, percepiscono un esagerato numero di ore di straordinario. I cittadini a causa di questa disfunzione sono certamente meno sicuri non essendo assicurato il controllo del territorio da parte di un numero sufficiente di forze dell'ordine. Per risolvere questo problema non occorre fare nessuna nuova legge, ma applicare quella che già esiste, in particolare l'art. 36 della citata Legge 121/81 che vieta l'utilizzo dei poliziotti in compiti amministrativi. La priorità, a questo punto, è ristabilire la legalità. Restituire i poliziotti al loro mestiere. Dare più sicurezza ai cittadini. Risparmiare il denaro che ora viene speso per gli straordinari degli operatori di polizia impiegati in ufficio. Sostituire i poliziotti che sono in ufficio con i precari che non sono ancora stati stabilizzati e con gli eventuali esuberi di personale civile nella P.A..
Se ci fosse davvero la volontà di sistemare le cose si prenderebbero quelle migliaia di poliziotti che svolgono lavori amministrativi gomito a gomito con gli impiegati civili (senza però sottostare alle regole di questi ultimi, tipo l’uso del badge, il rispetto dell’orario di lavoro e la mancata riscossione dell’indennità di pubblica sicurezza), e si manderebbero a fare il lavoro per cui sono stati assunti: garantire la sicurezza della popolazione. Così gli impiegati non sarebbero più in esubero e i poliziotti non sarebbero più sotto organico. Non esiste l’allarme sicurezza: esistono persone che lavorano nei posti sbagliati. Lo so perché lavoro al Ministero dell’Interno. _________________________________________________________________________________________ LA NOTA. Dall'entrata in vigore della legge di riforma della Polizia di Stato Legge 121/1981 un sempre crescente numero di poliziotti sono stati impiegati negli uffici in compiti amministrativi. Attualmente se ne stimano, giustappunto, 40.000, dietro una scrivania. Tale situazione pone in una posizione di vantaggio gli Agenti di P.S. "in ufficio" rispetto a quelli "in strada", poichè i primi, oltre a non fare il mestiere per cui sono pagati, percepiscono un esagerato numero di ore di straordinario. I cittadini a causa di questa disfunzione sono certamente meno sicuri non essendo assicurato il controllo del territorio da parte di un numero sufficiente di forze dell'ordine. Per risolvere questo problema non occorre fare nessuna nuova legge, ma applicare quella che già esiste, in particolare l'art. 36 della citata Legge 121/81 che vieta l'utilizzo dei poliziotti in compiti amministrativi. La priorità, a questo punto, è ristabilire la legalità. Restituire i poliziotti al loro mestiere. Dare più sicurezza ai cittadini. Risparmiare il denaro che ora viene speso per gli straordinari degli operatori di polizia impiegati in ufficio. Sostituire i poliziotti che sono in ufficio con i precari che non sono ancora stati stabilizzati e con gli eventuali esuberi di personale civile nella P.A..