mentre mi auguro, per oggi alle tre, di far parte di una MAGGIORANZA di persone (andate a votare, andate a votare, andate a votare, andate a votare!) vi vorrei raccontarvi una storia di minoranza, che non c’è niente da fare, si può essere sinceri democratici, fieri difensori dei diritti delle minoranze, aperti culturalmente e pronti a battersi per i diritti di tutti, ma se ci si è sentiti, almeno una volta, minoranza, queste cose vengono molto, ma molto meglio.
volevo a tutti i costi andare all’europride. io, con HDC, ilmifratello e la ‘ognata.
così ho scritto all’arcigay di pisa, chiedendo se avevano posto sul pullman.
ce l’avevano, così siamo andati.
quattro eterosessuali (per di più a coppie di due) su un autobus di gay.
che c’è di strano mi direte voi?
nulla. solo che non puoi impedirti di pensare che di solito, ogni giorno, gli omosessuali stanno nelle nostre vite esattamente nelle proporzioni opposte, spesso molto minori.
per cui non vi parlerò del bellissimo cow boy con le piume di struzzo rosa che mentre faceva la foto con me guardava con aria lubrica HCD, non vi parlerò delle drag queen o dell’allegria di ballare sotto al colosseo le canzoni di viola valentino.
vi parlerò delle fermate all’autogrill, dove è stato HDC a fare la coda e non io, perchè nessuno dei ragazzi voleva usare il maschissimo pisciatoio “a muro” e perchè passavano più tempo allo specchio.
vi parlerò della sensazione strana di camminare per strada in mezzo a una moltitudine di persone dello stesso sesso tenendo per mano invece una persona del sesso opposto.
vi racconterò di un viaggio allegro e divertente alla volta di roma, circondata da ragazzi più entusiasti di me nel farsi truccare.
vi racconterò che mi sono sentita minoranza accolta, ero diversa, sì, ma “mi volevan bene lo stesso”.
quando alla stazione termini siamo tutti usciti sulle scale mobili è stato quasi liberatorio, nella fiumana di gente esclamare “mai visti tanti finocchi tutti insieme!”
siamo arrivati a lucca alle sette di mattina di domenica.
avevamo la prima comunione di due cuginette, tutti sapevano del motivo del nostro ritardo e del nostro rincoglionimento.
ci hanno detto che hanno guardato il telegiornale. mia zia ha commentato: “e pensare che gli altri giorni in tanti si devono nascondere”.
ci ha preso la mia zia.
si possono dire sull’europride un sacco di cose, ma una cosa è certa, quello è un giorno nel quale si può uscire allo scoperto, e magari trovare la forza di non nascondersi il giorno dopo.
(votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate votate!)