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MINORANZE: I ruteni che (non) esistono. Slavi, magiari o vichinghi?

Creato il 26 luglio 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Matteo Zola

MINORANZE: I ruteni che (non) esistono. Slavi, magiari o vichinghi?

Stradina di Uzhgorod - fonte: deviantart

C’è un posto che si trova dove confinano tutti i confini, dove le frontiere si fronteggiano e le dogane impazziscono. Una regione sottosopra, a seconda di come la si guarda. Questo che posto non esiste, non me ne vogliano i suoi abitanti, e si chiama Rutenia. La popolazione locale è piuttosto confusa da secoli di spostamenti: non che siano stati loro a muoversi, bensì gli Stati che hanno mutato così tante volte fronte da rendere i ruteni cosmopoliti loro malgrado. Anche la religione, in Rutenia, è un miscuglio tra oriente e occidente: il culto uniate coniuga il rito greco alla fedeltà al pontefice. Cattolici di rito ortodosso, insomma. La principale città della regione-che-non-esiste è (oggi) Uzhgorod ma non si possono dimenticare Kosice e Leopoli. Un pasticcio vero? proviamo a dipanarlo.

Oggi una Rutenia esiste, è una regione dell’Ucraina denominata “subcarpatica” (dagli ucraini) e “transcarpatica” (dagli slovacchi), situata a sud dell’oblast di Leopoli -che invece è parte della regione storica della Galizia- e a est della Slovacchia. In pratica è un insieme di placide valli in cui scorrono, in direzione ovest, gli affluenti del fiume Tibisco. Questa Rutenia è abitata in prevalenza da ucraini (80%) e ungheresi (12%) con minoranze russe, romene, slovacche, tedesche e rom. Il capoluogo di questa regione è, appunto, Uzhgorod. La città fu conquistata dai magiari nel XI secolo, da allora fu parte del Regno d’Ungheria e quindi dell’Impero Asburgico (poi Austro-Ungarico) fino al 1918 quando, a seguito della sconfitta, l’impero venne smembrato col trattato del Trianon. Uzhgorod passò come tutta la Rutenia alla neonata Cecoslovacchia. Quando con lo scoppio della Seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia collassò, la Rutenia si dichiarò indipendente. L’esistenza di questo piccolo stato libero consentì a più di centomila soldati e civili polacchi di fuggire allo sterminio nazista. Alcuni tra quei soldati si ritroveranno a combattere sui fronti di mezz’Europa, in Italia a Montecassino. L’occupazione dell’Armata Rossa mise fine all’indipendenza. Dopo la guerra la Rutenia finì all’Ucraina in seno alla ridefinizione dei confini interni fatta dall’Unione Sovietica.

MINORANZE: I ruteni che (non) esistono. Slavi, magiari o vichinghi?
Rutenia è però un concetto assia più volubile. Il termine si fa risalire alla radice norrena roos, termine con il quale le popolazioni slave e baltiche chiamavano i popoli scandinavi nell’alto Medioevo. Quegli scandinavi, che noi conosciamo col nome di vichinghi o variaghi, penetrarono infatti nella pianura tra i Carpazi e gli Urali dando vita a un regno vichingo, quello della Rus’ di Kiev. La frantumazione di quel regno portò alla formazione di numerosi principati poi conquistati dai mongoli e successivamente rinati. Il termine ruteni, quindi, è una derivazione parallela di russi, e di rugi (si pensi oggi all’isola di Rugen) dalla comune radice linguistica norrena. Con “russi” e “ruteni” si intendevano però i vichinghi.

Col nome “ruteni” furono poi indicati, intorno al XVI secolo, gli abitanti del Granducato di Lituania (attuale Lituania e Bielorussia). La burocrazia asburgica invece chiamo “rutene” le genti dell’attuale Ucraina occidentale, talvolta sovrapponendola alla Galizia che ha in Leopoli il suo principale centro urbano.


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