Il caso è stato sollevato dalla stessa Ferrario che tramite i suoi legali presentò una denuncia. Per questa vicenda nel marzo scorso Minzolini era stato ascoltato dagli inquirenti negli uffici di piazzale Clodio. In quell’occasione aveva sostenuto che le “scelte effettuate nei cambi di conduzione furono fatte in base ad un fisiologico turn over”. Il 14 febbraio 2013 Minzolini è stato assolto, sempre a Roma, dall’accusa di peculato per il presunto utilizzo improprio delle carte di credito aziendali a lui affidate.
Il processo a carico di Minzolini comincerà l’8 aprile prossimo, davanti ai giudici della IV sezione. Il suo difensore, l’avvocato Fabrizio Siggia, ha spiegato: “Rimaniamo convinti della validità delle nostre ragioni. Dimostreremo in dibattimento la validità di quanto sosteniamo”.
“Sono allibito, questa decisione di rinviarmi a giudizio non posso dire che non me l’aspettavo, ma mi lascia una sensazione di persecuzione per quanto ho fatto al Tg1″. Così ha detto l’ex direttore della testata Rai e senatore Pdl, Augusto Minzolini, dopo la pronuncia del gup Liso del tribunale di Roma.
“La realtà è che in questo Paese diventa penalmente rilevante se uno punta al rinnovamento e decide di fare largo ai giovani – ha proseguito – Io quando sono arrivato al Tg1 ho assunto 18 precari senza tener conto del loro orientamento politico. Non li avevo certo messi io, ma i direttori che mi avevano preceduto”.
Rispetto alla vicenda oggetto del processo, Minzolini ha sottolineato: “Tiziana Ferrario da 28 anni, cioè quattro generazioni di giornalisti, erano in video e voleva continuare a starci. Vorrei sapere, alla luce di questo rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, quali sono i diritti e i doveri di un direttore. Qualcuno me lo spieghi”.
L’ex direttore ha poi spiegato: “Tornassi indietro rifarei tutto quanto ma la realtà è che in questo Paese espressioni del tipo ‘largo ai giovani o diamo una chance ai giovani’ non hanno senso e fondamento. Prima di me e dopo di me, mai nessun direttore era finito a giudizio per aver cambiato qualcosa nelle conduzione di un telegiornale. Avrei potuto arrivare in Rai e fare il passacarte”.
La Ferrario che è restata distante da Minzolini fuori dall’aula e con cui non ha scambiato nemmeno un saluto, ha detto: “Spero che questa decisione serva a tutti i colleghi della Rai. Quanto è accaduto al Tg1 non deve ripetersi. Un tg del servizio pubblico ha il dovere di informare rispettando il pluralismo e tutte le notizie devono essere date in maniera completa”.