Mio padre è un tiranno: Alina Fernández

Creato il 20 maggio 2012 da Kris @zinfok
[Traduzione da El Pais]
Post precedenti: Svetlana Stalina, Carmen Franco.
Alina Fernández è l'unica figlia di Fidel Castro, che ha anche altri sette figli maschi. Sua madre, Natalia Revuelta, apparteneva all'alta borghesia cubana dell'epoca di Batista. Nati Revuelta era una donna molto bella e abbastanza audace, che concesse al ribelle Fidel Castro la chiave di un suo appartamento a La Avana affinché potesse organizzare da lì le sue attività clandestine. Nati e Fidel divennero amanti. Nel 1953, Castro fu arrestate e fini in prigione, ma continuò a comunicare in segreto con Nati.
Un giorno inviò per errore a sua moglie, Myrta Díaz-Balart, una lettera diretta alla sua amante. Il tradimento fu scoperto; Myrta Díaz-Balart chiese il divorzio e abbandonò Cuba. Nel 1959, quando la rivoluzione trionfò, fu il dottore Fernández, il marito di Nati, a fuggire da Cuba con la figlia maggiore. A La Avana rimasero Nati e Alina, la figlia illegittima e non riconosciuta da Fidel Castro. Secondo Alina, anche se Fidel continuò a visitare regolarmente la madre nei primi anni della rivoluzione, non volle mai sposare Nati, né riconoscere sua figlia come tale; per Alina, Fidel Castro era un amico molto simpatico di sua madre che le faceva regali.
A dieci anni si rese conto che Fidel Castro era il suo vero padre. In un libro autobiografico La figlia di Castro. Memoria nell'esilio da Cuba, scrisse che la sua reazione fu quella di chiedere a sua madre di chiamare Fidel Castro. "Digli di venire subito. Devo dirgli molte cose!", e Nati gli rispose che non poteva farlo perché non sapeva come trovarlo. Se sia vero o noi, questa è la storia che racconta Alina. Nel suo libro scrive che suo padre finì per riconoscerla e darle il suo cognome, ma lei non accettò, la proposta giunse troppo tardi. I critici sostengono che durante la sua adolescenza e gioventù, Alina godette dei privilegi propri dei figli delle alta cariche del partito comunista: aveva una macchina, l'autista, fu presa nella squadra di nuoto sincronizzato e nella scuola di Ballo senza alcun prerequisito, le bastava chiedere un lavoro per averlo.
Lei afferma che la sua vita non fu facile; visitò solo una volta Fidel Castro a casa sua, il suoi contatti con lui erano sporadici e viveva con qualche altro cubano "in un paese senza cibo, né elettricità, né libertà di opinione e movimento". Essere figlia di Fidel, protesta, implicava vivere sotto una sorveglianza permanente. "No posso fare un passo in strada senza che mi lascino un permesso. Se vado in un cabaret, intimoriscono la gente che mi invita. Non posso entrare due volte in una ambasciata, è proibito che prenda un aereo. Non trovo lavoro se qualcuno non lo autorizza. Se mi vedo con un'amica, diventa il tuo amante. Sono un'isola in questa isola felice.
"Voi che finisca per spararmi?", gli chiese Alina disperata al ministro dell'Interno quando tentava di ottenere l'autorizzazione di Fidel per sposarsi, secondo quanto racconta nella sua biografia. Quello che è certo è che, nonostante il suo carattere ribelle, il suo appoggio alla dissidenza e le sue critiche costanti al Governo di suo padre, non fu ne perseguitata ne incarcerata: è ovvio che aveva dei privilegi, almeno questo. Suo padre voleva che studiasse Chimica; lei iniziò gli studi in medicina senza finirli; fu modella, editrice e prostituta (“jinetera”), o questa dice, per dare da mangiare a sua figlia. "Essere figlia di Fidel Castro non è facile, né a Cuba né fuori", si lamenta. "Quando la gente mi vede, si ricorda dal suo carnefice. Quando incontro le sue vittime, non posso non stare male, sentirmi in colpa".
Si sposò con un messicano e chiese il permesso di partire per il Messico; le fu negato. Nel 1993, facendosi passare per una turista spagnola, con una passaporto falso e una parrucca, scappò da Cuba e si trasferì a Miami, sede dell'esilio cibano. Come Svetlana Stalina, fuggì da sola, lasciando la figlia, Mumin, anche poco dopo Castro le permise di uscire dal paese per ricongiungersi alla madre. Alina Fernández ha dedicato la sua vita nell'esislio a criticare suo padre e il suo regime politico. Dice che Fidel, che all'inizio fu un rivoluzionario, impegnato a raggiungere la giustizia sociale, ma quando giunse al potere e iniziò a fucilare gente, il rivoluzionario mutò in despota. Lei si presenta come un'altra vittima di Fidel Castro. Forse influisce il fatto di essere figlia illegittima e non voluta, spesso c'è un fondo di risentimento nel suo atteggiamento. Come Svetlana Stalina, ha un carattere instabile, con bruschi cambi di umore. Ha avuto problemi di anoressia, dicono che sia imprevedibile e caspricciosa. Nega di essere mai stata figlia di papà e si considera una dissidente come qualsiasi altra. "I nostri genitori sono un incidente genetico, non li scegliamo", sostiene, ed è giusto, ma è e sarà fino alla morte la figlia di Fidel, l'eroe per alcuni, un tiranno per altri; come Svetlana Stalina, faccia o dica quello che vuole, ma non potrà scappare dalla sua ombra.


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