Mio padre Enzo

Da Andrea Venturotti

Titolo: Mio padre Enzo
Autore: Leo Turrini e Piero Ferrari
Data di uscita: Novembre 2014
Casa Editrice: Wingsbert House
Pagine: 237
Prezzo: 17,00
Edizione: Libro + DVD

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Una chiacchierata insieme

Di libri su Enzo Ferrari ne sono usciti a bizzeffe e nella maggior parte dei casi sono di ottima fattura e infatti questo non fa eccezione. Durante la mia «carriera» da lettore ho avuto il piacere di leggere ben quattro libri sul proprietario della Scuderia Ferrari e se dovessi consigliarne due, vi direi di leggere l’autobiografia e questo libro che sto recensendo adesso. Il motivo? Più o meno tutto il mondo sa chi era Enzo Ferrari, ma praticamente nessuno ha conosciuto che uomo era veramente. Il libro è una lunga e accurata intervista tra il giornalista Leo Turrini e il figlio di Enzo Ferrari, Piero. Mi ha tenuto incollato, soprattutto nei primi capitoli, perché, appunto, chi ci racconta i vari aneddoti, le storie e i ricordi, è il figlio che è, secondo il suo punto di vista, la persona che lo ha conosciuto meglio, senza tuttavia conoscerlo mai nel profondo neppure lui.
Lo scritto tocca davvero ogni singolo punto della vita di Enzo, grazie anche alla bravura di Leo Turrini che ha saputo stimolare Piero con le domande più giuste e meno scontate possibili. Abbiamo cosi un quadro davvero completo di Enzo, capendo di aver a che fare con una persona dall’animo complesso, decisamente camaleontico e dall’innato talento di essere attore in ambito lavorativo e uomo discreto nel privato.
Nell’edizione che mi è stata spedita era presente anche un DVD nel quale era stata registrata tutta l’intervista completa riportata successivamente sul libro. Questo DVD può essere visto come un audiolibro visto che riporta ogni domanda e risposta presente sulla controparte stampata.


Modena, campagna e motori ruggenti.

Nella prima parte si ha a che fare con Enzo descritto e raccontato nel privato come un ottimo padre nei confronti di Piero e soprattutto un uomo pieno di passioni, tra le quali la scrittura, il gentil sesso e, ovviamente, lo spiccato fascino della velocità che lo ha portato prima a sedersi su un sedile di una Alfa Romeo per poi prendere la sua vera strada come costruttore di un marchio che ad oggi rimane uno dei simboli che rappresentano l’Italia nel resto del pianeta. Rivivrete i passaggi fondamentali della crescita della scuderia, partendo dalla nascita della piccola fabbrica motoristica, capendo come si è arrivati all’accordo con l’avvocato Agnelli nell’affare del gruppo Fiat, fino ad arrivare alla potenza economica che è oggi, approfondendo anche le tante visite da parte di personaggi illustri del panorama mondiale che hanno fatto visita ad Enzo direttamente nel suo regno a Maranello, come l’allora presidente della repubblica Pertini, tornando in un viaggio al volante con Mussolini nel passato, finendo con la chiamata di Giovanni Paolo II, uomo che ha sempre suscitato l’ammirazione e la curiosità di Enzo, soprattutto nell’ultima parte della sua vita quando si accostò molto alla spiritualità.


L’inferno verde, giovani scommesse, trofei e champagne.

Nella seconda parte, invece, sarete messi a contatto con la parte più pubblica del proprietario del cavallino, cinico e imprenditore che il giorno stesso dell’inferno del Ring ha subito cercato un pilota per sostituire Niki Lauda, dato per spacciato nei primi tre giorni di terapia intensiva per le gravi ustioni riportate, ma anche il genio capace di investire su grandi giovani a dispetto del curriculum, sia in ambito dirigenziale, sia in quello puramente motoristico, portando alla casa di Maranello uomini del calibro di Luca Cordero di Montezemolo come direttore sportivo e Gilles Villeneuve come alfiere del cavallino rampante, arrivato come sconosciuto canadese e spirato come, forse, il pilota più amato dai fan del box Ferrari in F1 per la spettacolarità e l’eccentricità di un personaggio che difficilmente ritroveremo mai nel circus odierno.
Avrete anche a disposizione l’immagine di un uomo dall’idea politica decisa ma comunque capace di stringere accordi con i sindacati rossi per agevolare la propria scuderia con la logistica, per poi iscriversi al partito fascista per avere la tessera che gli avrebbe permesso di uscire dall’Italia per poter far correre le sue amate vetture nel mondiale di F1 e nella 24 ore di Le Mans. Riconoscerete l’uomo che portava sempre gli occhiali dimostrarsi esigente e autoritario all’interno della fabbrica del quale era proprietario, chiedendo ai suoi meccanici e ai suoi ingegneri sempre il massimo per restare al vertice della formula 1, rivoluzionando la sua idea di marketing, rifiutando qualsiasi tipo di sponsor e pubblicità vista la convinzione, col senso di poi corretta, che per essere famosi bisognava vincere le gare e non fare spot in televisione.
Enzo Ferrari è il simbolo di un’Italia che non c’è più. Uomo burbero, complesso come un cubo di Rubik e poco incline alle distrazioni sul lavoro. Uomo di cui non ci si stanca mai di leggerne le storie, poiché è uno di quei personaggi, al limite della letteratura fantastica, che non si riuscirà mai ad inquadrare e a conoscere davvero fino in fondo ognuna delle sue infinite sfaccettature.


Target:

A chi consiglio questo libro: dal punto di vista della scrittura abbiamo un libro senza sbavature, composto da un italiano corretto degno di due persone colte come Turrini e Piero Ferrari. Consiglio il libro agli amanti dei saggi giornalistici, perché rimane un’intervista molto ben strutturata. La consiglio, ovviamente, agli amanti dei motori, ai tifosi del cavallino rampante e ai curiosi che hanno voglia di dedicare tre orette alla lettura di un libro che vi farà conoscere uno dei simboli dell’Italia del 900.

A chi non lo consiglio: Agli amanti dei romanzi dalle storie complesse con un inizio e una fine, a chi ricerca sempre un ragionamento e uno sviluppo interiore. Quello che troverete nel libro sono fatti completamente oggettivi. E’ come leggere un libro di storia sotto forma di botta e risposta. Una gran bella storia, però.

Andrea Venturotti


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