Miracolo a Torino.

Creato il 30 luglio 2013 da Enricobo2
A volte i miracoli accadono. Può venire il diluvio universale, potete perdere tutto nel crollo di borsa o i Pooh possono separarsi per sempre. Voi penserete che non c'è più nulla da fare, che tutto è perduto e che mai lo statu quo ante potrà essere mai ripristinato. Inutile rivolgersi a Padre Pio o a Francesco anche se adesso è molto più di moda, quello che è finito è finito. I morti non risorgono. Ebbene, qualche volta non è così. Come chi mi segue sa bene, qualche mese fa mi è accaduta la più grave disgrazia che a un povero smanettatore da tavolo possa accadere: il prematuro cedimento dell'hard disk del mio PC. Come dice la parola, in un mondo di mollaccioni, il disco dovrebbe essere la cosa più dura di tutto il computer stesso e quindi l'ultimo a cadere nella dura lotta per la vita e per l'eternità, invece è successo. D'altra parte, tranquillo di ciò, non avevo minimamente provveduto a fare alcuna copia di back up, pur avendo in dotazione almeno altri tre dischi esterni, di cui uno con apposito software di back up automatico. Per carità, sapevo che prima o poi sarebbe stato opportuno farlo, ma appunto prima o poi, chi va ad immaginare che un bel giorno ti capita proprio la disgrazia, che il fulmine coglie proprio te tra i tanti che ti circondano. Invece proprio a me, si vede che ero il predestinato. Inutile dire quante volte mi sono sentito dire, ma come, non avevi salvato niente? Il mio pusher che ha preso in consegna il cadavere e che già una volta mi aveva riportato in vita dal coma profondo un altro attrezzo, in questo caso era stato subito esplicito, come fanno ormai i medici moderni.
E' ormai etico mettere il malato con prognosi infausta, subito di fronte all'amara realtà e così era stato, duro e crudo, potevo dare addio a quasi 6000 foto e altri files vitali, a meno che ritornare in Africa e in Indocina a rifarmele tutte. Certo, mi aveva buttato lì qualche parola detta e non detta, favoleggiando di speciali pratiche esoteriche, di misteriose white rooms, lasciando cadere mezze parole su cifre elevatissime e nemmeno proponibili. Me ne ero andato col mio morticino in mano e con le pive nel sacco, ma come tutti i parenti dei malati senza speranza, prima di affidarsi alle palliative, si tenta sempre almeno una volta di andare dal santone che ti promette guarigioni miracolistiche, imponendoti le mani o inoculandoti staminali varie. Nel mio caso il santone si è materializzato in un ragazzotto sedicente solutore di ogni problema digitale impossibile, che vantava già precedenti successi nel campo. Dopo un mesetto di cura il morto mi è stato restituito con scuse varie, che ne rimarcavano l'impossibilità di trattamento resuscitativo. In realtà, il sospetto è che, causa mancanza di tempo e di altro di più importante da fare (avete notato come tutti lamentino mancanza di lavoro e nella pratica siano tutti talmente impegnati da non darvi neanche retta?), il mio povero corpicino offeso, sia stato abbandonato in un canto e neppure preso in considerazione, poi dietro le mie continue insistenze di avere una qualche notizia, mi sia stato restituito tanto per toglierselo dai piedi. 
Comunque mi apprestavo ad una adeguata sepoltura nell'apposito sito di smaltimento, a cui il poverino mi sembra avesse pieno diritto, visto l'entità della Tares pagata, quando un'anima buona mi ha suggerito un sito internet di recuperatori di dati, probabilmente una congrega segreta di monaci che vivono in catacombe sconosciute ai più, che promettevano prodigi a cifre modiche e soprattutto dichiaravano di fare una diagnosi gratuitamente, cosa di un certo interesse. Non essendo possibile portare direttamente il defunto sul luogo dell'autopsia, certamente segreto ed introvabile, mi è stato dato un comodo recapito a Torino, dove un paio di settimane fa, mi sono recato a fare la consegna come  un carbonaro mazziniano, col mio pacchetto sotto il braccio avvolto in carta di giornale. Non avevo i baffi finti per non farmi riconoscere, ma chi lo ha ricevuto, lo ha messo subito sotto il banco con fare circospetto e non ha voluto rispondere a nessuna delle mie domande indiscrete, mostrando apparente mancanza di conoscenza. Non so, sono qua solo per ritirare. Del mio pacco non c'era già più nessuna traccia, forse era già in valigia diplomatica che viaggiava verso Mosca. Dopo qualche giorno vengo contattato da un gentile giovane che dice che purtroppo, contrariamente a quanto sperato, non ci sono possibilità di recupero per via "normale"ai prezzi indicati nel sito: da Euro 149. Appunto da... Ma, e qui la voce si è fatta più suadente, il caso era molto complesso, eppure c'era ancora la possibilità di adire ad un trattamento eseguito con macchine per così dire "speciali", certo purtroppo il costo cambiava, ma.... 
A questo punto avevo ormai la bava alla bocca, si sa quando ti prendono in questo modo, per impedire che un tuo caro si spenga definitivamente sei disposto a a tutto. Mi sono sentito chiedere con voce rotta a quanto sarebbe ammontato il disturbo. Ho dovuto sedermi sulla sedia. Ma capirà, è una operazione molto delicata, un lavoro lungo e poi ci sono i supporti su cui riversare i dati e poi le spese di spedizione e l'imballo, e poi ancora c'è l'IVA, capirà e va già di lusso che non c'è stato ancora l'aumento al 22%, grazie Letta, e lo smaltimento del residuo. Dopo una trattativa indecente mi sono sentito accettare la cifra di 696 Euro per togliermi il dente, pagamento immediato con carta di credito, fiducia massima, sito protetto. Tento una estrema difesa prima di arrendermi. Come posso avere la garanzia che potrete entrare nel disco ed estrarre tutti i files perduti,visto che è procedura così complessa? Non c'è problema, ecco qua già pronti l'elenco dei files recuperabili in un battibaleno e giù a snocciolarmi tutte le mie foto tanzane, laotiane ed ogni altro recesso più intimo e segreto del mio passato recente. Aveva già Tutto pronto davanti, il subornatore di fanciulle indifese. Ho capitolato, ho dato l'indirizzo e soprattutto gli estremi della carta di credito. Poi mi sono messo in religiosa attesa, immerso nella meditazione come un bonzo pronto a disfare in un attimo  il mandala che ha costruito in anni di paziente lavoro.
Cercavo solo di scacciare nei recessi più nascosti della mente l'atroce dubbio. Come farà a trovare la mia porticina nascosta, il tizio del DHL, visto che anche il postino non ci arriva e rimanda indietro le mie pur rare lettere? Oggi non si può dare semplicemente il tuo numero di telefono in modo che, avvisato, ti presenti sul ciglio della strada a ritirare il pacchetto, adesso c'è il tracking number, un precario di un call center di Battipaglia ti può dire in qualunque momento dove si trova, ma non come accordarti con chi fa le consegne per farti trovare. Disperavo ormai, conscio della difficoltà della cosa, consolato a fatica dal barista della Rosa Rossa, che mi diceva di dare il bar come recapito per la prossima volta, quando ecco comparire, come una morgana in mezzo al deserto, un giovine bennato con i capelli viola, con un pacchetto in mano e un aggeggio nell'altra, dove ha raccolto la mia firma ed è scomparso subito dopo come uno hobbit tra gli alberi della foresta.Una corsa a perdifiato fino a casa, un armeggiare nervoso con l'attrezzo che ci mette tanto ad accendersi, poi la magia. Ragazzi eccoli lì tutti i miei files perduti, controllati ad uno ad uno e amorevolmente ricopiati sul mio nuovo PC. Felice anche se di parecchio alleggerito (dei miei sagrìn, è ovvio). E' proprio vero, a volte i miracoli accadono. Pagando, naturalmente. 
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