Miriam e John Blaylock sono una coppia sposata; una sera agganciano una coppia di punk in un locale notturno, li invitano nella loro elegante casa e li uccidono succhiando subito dopo il loro sangue.
Miriam, infatti, è una vampira, ormai viva da oltre 40 secoli.
Ha sposato, tre secoli prima, il musicista John, promettendogli la vita eterna.
Mentre accadono questi fatti, la scena si sposta sulla vita di Sarah Roberts, una valente studiosa che da tempo segue il caso di animali soggetti ad un precoce invecchiamente, dovuto ad una decadenza accelerata delle cellule.
Susan Sarandon è Sarah
David Bowie è John
E’ a lei che si rivolge John, un giorno che scopre come anche a lui stia accadendo la stessa cosa; il suo organismo invecchia di colpo a vista d’occhio, e l’uomo si reca nello studio della dottoressa per cerarvi un rimedio.
Ma in sole due ore John passa dalla giovinezza alla vecchiaia, e riesce a malapena a tornare a casa, dopo aver tentato inutilmente di aggredire un giovane di colore per succhiarne il sangue.
John si rivolge disperato a Miriam, chiedendogli di aiutarlo, ma la donna confessa di non poter fare nulla per lui; lei è l’unica ad essere destinata ad essere immortale, per i suoi amanti c’è un destino peggiore della morte.
Invecchiati fin quasi ad essere ridotti pelle e ossa, vengono sepolti, dalla diabolica Miriam, in casse mortuarie e conservati in solaio.
Proprio qui Miriam depone il suo ultimo marito, dopo averlo rinchiuso, ancor vivo, in uan bara, al fianco di quelle dei suoi numerosi amanti che si sono succeduti nel corso dei secoli.
La donna vede in tv la dottoressa Sarah Roberts e rimane affascinata dai suoi studi; il caso vuole che arrivi a casa sua proprio Sarah, rimasta colpita dal breve colloquio con John, che portava sul suo corpo proprio i segni della malattia da lei studiata.
Miriam la soggioga e ne fa la sua amante, subito dopo la vampirizza.
Quando Sarah si rende conto di quello che le è accaduto, torna da Miriam, appreso il suo destino, decide di morire.
Si autoinfligge una profonda ferita con la croce Ank egizia che Miriam porta al collo.
Ma è come se a quel punto venisse meno un sortilegio: Miriam, sconvolta, fugge in solaio dove nel frattempo le anime dei suoi vecchi amanti sono finalmente uscite dai loro sarcofaghi, libere dalla terribile maledizione.
Miriam precipita dal solaio e si schianta sl pavimento, trovando la morte.
Il finale del film vede…………
La celebre sequenza della seduzione
Horror atipico e fuori da tutti i canoni, questo film di Tony Scott, fratello di Ridley; un film decisamente innovativo anche.
Miriam si sveglia a mezzanotte, girato nel 1983, presenta diversi elementi inusuali, a cominciare da una fotografia molto curata e raffinata, che riporta ad opere come Pretty baby, di genere completamente diverso o ai film di Hamilton, senza per questo avvalersi dell’uso esagerato dell’effetto flou.
Inusuale anche per il ritmo e la narrazione stessa del film, che si snoda su binari molto lenti e descrittivi, senza l’utilizzo del solito splatter, di bidoni di sangue e di scene da sobbalzare sulla sedia.
Scott predilige il dialogo, usando una struttura narrativa che crea un’atmosfera rarefatta, in cui le vicende dei coniugi Blaylock sembrano prendere la piega più della storia d’amore disperata piuttosto che la solita brama di sangue tipica dei film con protagonisti eponimi di Dracula.
Se l’atmosfera del film è rarefatta, basata sui dialoghi e sulle atmosfere, le storie dei tre personaggi assumono ben presto l’amaro sapore della tragedia.
Se John pagherà con una fine atroce l’amore per la sua bellissima e incorrotta moglie vampira, Sarah in qualche modo rischierà di fare la stessa fine, e forse a lei sarà riservata la stessa orrenda sorte di miriam, costretta a vivere in eterno uccidendo gli altri per mantenersi giovane, per sfidare in pratica le leggi del tempo e della natura.
Incredibile l’inizio, con scene prese in un locale gotico/punk, in cui imperversa la celebre “Bela Lugosi Is Dead” dei Bauhaus, con ovvi riferimenti al re del cinema muto, uno dei primi vampiri dello schermo; in seguito, quando il film cala di velocità per diventare descrittivo e analitico, ecco apparire la melodia triste di Schubert, suonata da una ragazzina allieva di Miriam e del mairto.
pezzo forte del film è la celebre sequenza lesbo tra Miriam e Sarah, che dura davvero un’eternità, pur non possedendo nulla di morboso o degno di un voyeur; tutti i passaggi sono sottolineati, ovviamente in maniera non casuale, dal canto della schiava Mallika e della principessa Lakmè, tratto dall’opera Lakmè di Léo Delibès.
L’amore tra le due donne è commentato da questa musica, reso visivamente da una fotografia morbidissima e reso quasi pudico dall’utilizzo della dissolvenza e grazie all’ausilio di veli, che nascondono le nudità delle due donne, appena intravedibili.
I baci saffici tra Sarah e l’etera e aristocratica Miriam, sembrano avvolgere il film in un manto di astrazione che rende la scena indimenticabile.
bene anche il finale, nel quale si scioglie la maledizione di Miriam e se ne apre un’altra… forse.
Il cast è ovviamente di assoluto rilievo: mentre a David Bowie è affidato il compito di marito e amante dell’immortale Miriam, alla bionda, algida e aristocratica catherine Deneuve è affidato quello della bellissima Miriam.
Del resto, chi più della bionda attrice francese avrebbe potuto impersonare un vampiro con un aria di superiore altezza rispetto agli altri umani, un’essere del quale innamorarsi perdutamente e altrettanto perdutamente dannarsi l’anima?
Sarah è interpretata da una dolente e bravissima Susan Sarandon, che tratti sembra davvero persa in un’altra dimensione; la simpatia che ispira il suo personaggio dura fino alla fine del film, trascendendo anche un finale in cui ua volta tanto viene demolito il detto che il delitto non paga.
Un’opera di grande fascino, quindi, decisamente molto al di sopra della media, in cui Scott mostra già talento da vendere.
Cosa del resto confermata in seguito.
Miriam si sveglia a mezzanotte, un film di Tony Scott. Con Catherine Deneuve, David Bowie, Susan Sarandon, Cliff De Young, Dan Hedaya, Bessie Love
Titolo originale The Hunger. Horror, durata 97 min. – USA 1983.
Catherine Deneuve: Miriam Blaylock
David Bowie: John
Susan Sarandon: Dottor. Sarah Roberts
Cliff De Young: Tom Haver
Dan Hedaya: Tenente Allegrezza
Bessie Love: Lillybelle
Dan Hedaya … Allegrezza
Rufus Collins … Charlie Humphries
Suzanne Bertish … Phyllis
James Aubrey … Ron
Ann Magnuson … La ragazza della Discoteca
John Stephen Hill Il ragazzo della Discoteca
Shane Rimmer … Arthur Jelinek
Bauhaus … Il gruppo che suona in Discoteca
Regia Tony Scott
Soggetto Whitley Strieber
Sceneggiatura Ivan Davis, Michael Thomas
Produttore Richard Shepherd
Fotografia Stephen Goldblatt
Montaggio Pamela Power
Effetti speciali Martin Gutteridge
Musiche Denny Jaeger
Scenografia Clinton Cavers
“È una pellicola vampiresca, dotata di inconsueta eleganza e di dolce immaginazione. Benché io non ami certo alla follìa David Bowie come attore, devo dire che la scelta sua e quella della algidissima Catherine Deneuve costituiscono un’arma vincente. Un bel film.
Raffinata pellicola sul vampirismo, intrisa di una forte vena d’erotismo che percorre (di fondo) l’intera sceneggiatura. Patinato, cerebrale, intriso di una componente di romanticismo quasi stucchevole, ma nobilitato da una colonna sonora vivace ed interessante. Deputato inizialmente alla regia, Alan Parker ha ceduto la mano al più commerciale Tony Scott…
Film di vampiri che può vantare una bella fotografia e ottimi attori. Per il resto la storia scorre molto (troppo) lenta e non mostra particolari innovazioni. L’esordio cinematografico di Tony Scott (fratello del ben migliore Ridley) è un film discreto e con tutta probabilità resta anche il suo migliore. Il film ha dato spunto per una serie di telefilm (credo prodotta proprio da Scott).
Una Catherine Deneuve stupenda (controfigurata nelle scene lesbiche con la Sarandon). Il sangue che dona la vita è ossessione della protagonista (visto la sua natura) e soprattutto di Bowie, vampiro suo amante, che invecchia senza possibilità di scampo e che si consola presto con la Sarandon. Scene di sesso patinate, ottima ambientazione chiusa (l’appartamento della vampira). Ricordo anche una bella scena sanguinaria. Anche per me supera bene i due pallini, senza ombra di dubbio.
Ottima pellicola girata dal fratello di Ridley Scott, che in questa occasione (e non solo in questa) dimostra di saper usare molto bene la macchina da presa, caratterizzando il film con una regia altamente professionale. La sceneggiatura è intrigante e la Deneuve splendida ed ambigua. Perfetto anche Bowie con il suo personaggio e incredibile la sequenza con cui invecchia velocemente. Ottimo esordio registico, un film che consiglio vivamente.”